Capitolo 30

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GIULIA'S POV.

Nel bel mezzo della notte, mi sveglia, mi abbraccia ed inizia a sussurrarmi parole dolci all'orecchio e niente.

Quando parla in quel modo così dolce e mostra le sue debolezze, dicendo di aver avuto un incubo e di non voler sembrare l'uomo d'un pezzo.

A me personalmente piace molto, come a chi no.

Gli salto praticamente addosso, alle tre del mattino, per fare l'amore.

"Se deve andare a finire così tutte le volte che ti parlo così.
Non me lo farò ripetere due volte"
Sogghina e solo adesso mi vergogno.

Lo colpisco sulla spalla.

"Non dire così che mi metti in imbarazzo!"
Lo rimprovero.

"Solo adesso, dopo che..."
Continuo a dargli dei colpeti sul petto, con la mano chiusa in un pugno che per lui, potrebbe essere una carezza.

"Zitto!"
Ribadisco.

"Uffa!
Io posso stare anche zitto, ma non cambio di certo la cosa"
Continua, me lo fa decisamente apposta.

Metto il broncio, indispettita e mi giro dall'altro lato.

"Giuli dai!"
Adesso per me c'è una prova di resistenza.

Quando inizia a farmi le coccole, soprattutto le carezze nel collo o nella schiena.

Io mi sciolgo.
Mi rilasso e le mie barriere si abbassano, così Nicolas può sferrare il suo attacco ed attuare il suo piano.

Un'uscita, un guaio, un problema, qualche voglia di dieci mila baci.
Oppure l'argomento bambini.

Diciamo che il matrimonio sarebbe quello più adeguato, ma noi visto che siamo strani.

Per il momento è quello più pensato, ma meno preso in considerazione.

Nicolas vuole essere padre, per lui anche oggi.

Quella ad avere paura sono io, anche perché quella a partorire e a stare nove mesi in un momento di super gioia e super panico sono io.

Anche per questo lui è così sereno.

Perché tanto faccio tutto io.

Molte volte lo vedo accarezzare o fissare la mia pancia.
Può anche non guardarla, perché è piatta, quindi non può avere alcun dubbio.

"Ho un mal di pancia"
Mi lamento sbuffando.

"Aspetta..."
Si allarma per niente.
Piega il braccio e si alza di fianco.

"Calma gli ormoni bello"
Batto la mano sulla sua testa, con uno sguardo truce.

Sbuffa, prima di cadere indietro e sbattere la schiena contro il materasso e cuscino.

"Deve venirmi il ciclo"
Già solo a pensare alla pancia gonfia, ai dolori.

Sono depressa.

"Quindi riprende la settimana rossa"
In quei giorni l'angelo nero, si può mettere da parte.

Nicolas ci ha fatto l'abitudine.

Ha dovuto comprendere tutto, in cinque anni mi sembra normale.

"Ritornerà la Giulia asociale.
Almeno non siamo da soli in casa"

"Almeno avrai qualcuno con cui parlare"
Ridiamo per la nostra ironia, ma che in realtà ha un fondo di verità.

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora