Un amore impossibile 3

Capitolo 32

Velocemente, per fortuna arriva il sabato sera.

Federica, si sente molto meglio ed ha deciso di tornare a casa sua.

Io mi sono trattenuta, perché già sapevo che Nicolas avrebbe fatto l'impossibile per farla rimanere.
Ancora ha lividi, che stanno migliorando.

Ma la cosa che mi rende pensierosa è stata la chiamata di Pablo.

Un giorno, mentre io ero alla spa, la nostra amica è svenuta due volte in un giorno.
Per fortuna è stata intelligente e lo ha chiamato, ma non aveva febbre e quando gli ha nominato l'ospedale, ha iniziato ad avere un attacco di panico.

Però, nessuno è riuscito a fermarla.

"Vedrai che sarà stata, una brutta giornata e sarà un momento isolato"
Ho raccontato tutto al mio ragazzo.

Domani sera mio fratello, sua moglie e la nipotina più bella del mondo.

Pranzeranno qui, quindi sono abbastanza in ansia.

"Ma vedi di rilassarti, alla fine vengono qui per un pranzo"
Ultimamente sono anche molto nervosa ed agitata perché devo dare tre esami.

E diciamo che voglio superarli al meglio.
Così sto ripassando tutto e studiando anche cose in più.

Sono una secchiona nata, non posso farci nulla.

Nicolas è dietro di me, intendo a farmi dei massaggi alle spalle.

È davvero bravo, solo che adesso devo ricambiare il favore.
Ma non so come.

"Dio!
Amore hai delle mani fantastiche"
Mi complimento come sempre.

Diciamo che tutto è iniziato al mio esame di maturità, ero peggio di quando avevo il ciclo che unito alla mia acidità continua.
Faceva scintille.

Quelle poche volte che Nicolas è venuto, perché secondo lui, non doveva venire a trovarmi.

Sennò mi sarei distratta, per i primi giorni ho lasciato correre.
Poi mi sono arrabbiata e gli ho urlato addosso in un modo impressionante, tant'è vero che Riccardo quel giorno.

Mi diede la colpa a me.
Dicendomi di essermi comportata come una belva con Nicolas.

Cocciuta com'ero, non gli ho mai detto scusa.

Almeno una cosa però l'abbiamo imparata, che se non vuole trovarsi contro ad una belva, deve farmi i massaggi.

Così siamo tutti contenti.

"Amo, stasera ti va se usciamo con i miei amici?"
Quindi, i suoi colleghi, quelli che ci hanno remato contro quando avevo quattordici anni, quindi un posto elegante.

Che palle!

"Ma certo"
Rispondo fingendomi felice.

"Perfetto, grazie mille"
Mi da un bacio a stampo.

Verso le diciannove, mi arriva un messaggio dal mio corso dell'università.

Il professore ci vuole lì per darci delle fotocopie.
Potrebbero essere inerenti all'esame!

"Nicolas, io sono già pronta, giuro che mi sbrigo"
La cena è alle venti, per fortuna mi sono preparata in anticipo.

Esco vestita di tutto punto.

Ovvero tacchi, vestito, capelli mossi, truccata ed accessori.

All'università ci vado o vestita casual, oppure in modo serio, cioè con degli abbigliamenti che trasmettano autorità, serietà.

In venti minuti, arrivo all'università, la strada era bloccata a causa dei continui lavori che bloccano il traffico.

"Ciao a tutti"
Dico, appena arrivata, salutando il piccolo gruppo di fronte la mia classe.

In molti mi guardano straniti o increduli.

Ma soprattutto, lui.

Il professore ci da le fotocopie.
"Voi due rimanete qui"

Ci avvisa, l'uomo di cinquant'otto anni.

Io ed il mio compagno rimaniamo immobili.

Il professore Lino, ci ricorda che entrambi avevano chiesto se potevano parlare di un noto magistrato.

"Cavolo!
Ragazzi ho dimenticato le fotocopie in segreteria.
Io devo andare a prendere mia moglie all'ospedale"
Appena sento l'ultima parola, mi metto nei panni dell'uomo.

È sempre stato dolce con noi, meglio ricambiare il favore.
So cosa si prova.

Sua moglie è stata malata, si è rotta pure il femore e dopo mesi è finalmente guarita.

"Prof se si fida, ci dia le chiavi.
Gliele riportiamo lunedì e così può andare da sua moglie"
Allungo la mano e Antonio, il mio professore, sorridendo ci ringrazia e mi da le chiavi.

Senza perdere tempo, vado in segreteria, con il mio "amico" alle calcagna.

"No!"
Urlo, a causa del guaio in cui mi sono appena cacciata!

Chissà che cosa è successo!!