Capitolo 16

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Pov Isabel

Aprì gli occhi.
Mi guardai attorno.

<<Oddio, dove sono? >> esclamai.

Ho un mal di testa allucinante, sarà stato per ieri, ma perché non mi ricordo come è proseguita la serata?
Mi ricordo solo che c'era Cristel che mi ha salvata da quel brutto lurido porco, poi lei si è avvicinata mi parlava e poi, tutto buio.

Poi dove diamine mi trovo adesso?
Alzai le coperte.
Oddio.
Sono persino in intimo.

Mi voltai e vidi un vassoio sul mobile accanto al letto, lo presi e lo portai nel letto, sopra le gambe.
Il vassoio conteneva una tazza con una tisana, delle fette biscottate, una rosa rossa, a dir poco stupenda, ed un fogliettino con scritto:

"Buongiorno piccola Isabel, spero che adesso ti senti meglio. Ti ho preparato la colazione, ok che non è proprio buonissima come colazione, ma ti aiuta a smaltire la sbronza di ieri. Quindi bevi e mangia tutto.
Sul comodino ci sono dei vestiti, indossa quelli, ti dovrebbero stare bene. Io sono a lavoro. Ci vediamo al tuo risveglio, un bacio."
Cristel

Il mio cuore a quelle parole perse un battito. Mi si formò un sorriso in faccia. Ero felicissima. Molto...
Credevo mi stesse venendo un attacco caridiaco.

Cristel mi ha portata a casa sua. Si è presa cura di me. Non posso crederci.

Mangiai tutto, scesi dal letto. E ripensai che ero solo in intimo.
Quindi, beh, si, quindi deduco che dato che mi ha spogliata lei, mi ha vista solo in intimo.
Sentì un brivido percorrermi tutta la schiena.

Presi i vestiti che mi aveva dato per indossarli, un pantalone nero, ed una magliettina rossa, li indossai, mi guardai allo specchio.
Beh dai, non mi stanno male.

Si aprì la porta.

<<Ben svegliata, vedo che ti stanno bene i miei vestiti>> disse Cristel sulla soglia della porta.

Sentì le guance prendermi fuoco.

Era bellissima. Con quella ciocca di capelli che le rigava il viso, quei smeraldi brillavano ancor più.

<<Oh, ehm, ehm grazie>> dissi io cercando di non morire dal forte collasso che mi prende ogni qual volta la vedo.

Era vestita con un paio di jeans ed una felpa azzurra, i suoi lunghi capelli le percorrevano il busto, ed i suoi occhi, Dio, i suoi occhi erano di un verde chiaro acceso, mi fanno morire.

<<Non dirmi grazie Isabel>> disse lei sorridendomi.

Ma quanto diamine può essere bella? Sto sbagliando a pensare queste cose?
Forse si?
Forse no?
Dovrei seguire più il cuore che la mente. Già.

Si avvicinò a me, il mio cuore inizio ad accelerare.

<<Allora dimmi, come ti senti adesso piccola? Ieri eri in condizioni pessime>> disse lei.

Piccola?
Mi ha chiamata piccola?
Dio mio le salterei addosso.
Sto per collassare.
Ma quanto è tenera solo Dio lo sa.

Si avvicinò a me.
Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
A quel contatto sentì brividi in tutto il corpo. Brividi che non sentivo da tempo.

<<Si, si sto bene adesso, forse ho ancora un po' di mal di testa, ma adesso mi sento meglio>> le risposi sorridendole.

Non toglieva gli occhi suoi dai miei, era come immersa dentro me, come se mi stesse leggendo dentro.
Il mio cuore vicino a lei batteva come non mai. Non ho mai sentito il mio cuore battere in questa maniera.

Sentivo lo stomaco che, non so, beh, saranno le cosiddette farfalle allo stomaco, non so.

Sto sbagliando forse, a sentire queste cose, pensarle, ma non mi interessa sto bene.

<<Riposati, ancora sono le 11:00, vai, riposati tranquilla, hai tutto a tua disposizione, fa come se fossi a casa tua>> disse lei prendendomi le mani accarezzandole.

No vabbè sto per morire.
Le sue mani.
Dio.
Sto morendo.
Isabel calma.
Respira.

<<Ehm, no non vorrei disturbare, adesso vado a casa, non ho avvertito nessuno, e non vor->> non mi fece completare, mi bloccò.

<<Ascoltami Isabel, tu non disturbi, anzi tu, sei la benvenuta, e fino a quando non ti riprenderai del tutto, starai qui, da me. >> disse con tono dolce e con quel sorriso che solo Dio può capire cosa provo appena lo vedo.

<<O-Okay>>cercai di spicciare qualcosa, ma la mia bocca ormai era asciutta.
Sentivo le guance prendermi fuoco.

Mi sorrise, e andò verso la porta, stava per uscire.

<<C-Cristel>> la chiamai

Lei si girò. Dio com'è bella.

<<Ho bisogno di parlarti>> esclamai.

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora