Capitolo 28

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<<Ahahahha sei scema Ana.>>
Le dissi ridendo, sembrava una pazza.

<<Ma, tu, tu sei scema, ti sei innamorata è una cosa bellissima, ora però mi pare logico e scontato voglio assolutamente conoscerla>>
Mi disse seriamente.
Risi a quella sua affermazione.

<<La conoscerai, promesso, solo che tra noi due non va nel migliore dei modi. Cioè è fidanzata, mi ha confessato che il suo ragazzo la tratta male, la usa per soddisfare i suoi piaceri di lurido porco, e che ha paura a lasciarlo perché potrebbe reagire male>> Alle mie parole, vidi che il suo sguardo si abbassò.

<<Ohh Cristel, tesoro, mi dispiace tantissimo, vedrai che si sistemerà tutto>>

<<Speriamo Ana, lo spero davvero.
Mi manca, davvero tanto. Ho bisogno di vederla, di scontrarmi con i suoi occhi, non puoi capire come sono belli, profondi, sono un immenso oceano, il suo sorriso, Dio il suo sorriso, come è bello, lo sogno persino la notte. È bellissima, e l'amo così tanto>> esclamai.

<<Oddio abbiamo qui una Cristel completamente persa di questa ragazza, ma, come si chiama?>>

Le sorrisi, era davvero così, aveva ragione ero complimenti persa per lei.

<<Isabel, si chiama Isabel.>>
Le dissi abbassando lo sguardo.

<<Anche il nome figo ha ahahahah>>
Disse lei per poi iniziare a ridere, facendo scoppiare a ridere di conseguenze anche me, in una fragorosa risata.

<<Ma dai scema ahahah>>
Dissi dandole una pacca nella spalla.

<<Ma, ma è successo qualcosa tra di voi?>>Disse lei ormai presa dalla situazione. È una ragazza notevolmente curiosa, dimenticavo.

A quella domanda, arrossì, ripensai a quel bacio, a lei sopra me, in quel pavimento gelido, a lei con quel calore mi riscaldò, alle sue labbra, a tutto.

<<B-beh si, ci, ci siamo baciate>>
Dissi prendendo fuoco, abbassando lo sguardo.

<<oh mio dio.>> Urlò felice.

<<Ma sei scema? Ma che ti urliiii>>
Esclamai ridendo.

Iniziammo a ridere.

<<Ma, sono felicee, scusami ahhahaha. Ma come è successo il bacio? Racconta voglio i particolari>>

Mi toccava raccontarle tutto. Ma adesso non mi andava. Magari dopo.

<<Allora, si è fatto un certo orario, quindi che dici se ordiniamo una pizza? Poi volevo proporti, ti va di restare a dormire da me? Ti racconterò tutto.>> Esclami.

<<Ottimo, pizza, andata.
Resterò a dormire a patto che tu mi racconta per filo e per segno cosa è successo, dall'inizio di come vi siete incontrate, del vostro primo bacio, tutto, ok??>> disse lei felice.

Risi e le risposi.

<<Ma certo, promesso>>

<<Ottimo, ora chiamiamo e ordiniamo la pizza.>> Esclamai

Finita tra risate e cose, aspettammo che si fecero le nove per ordinare la pizza.

Stavamo parlando fino a quando non sentimmo il campanello suonare.

Aprì.

E ciò che vidi nella soglia della porta mi fece perdere completamente la testa. C'era Isabel, aveva un po' gli occhi rossi, aveva pianto? Non so.
Ma era di una completa bellezza.
Aveva un maglione nero, di lana, ed un paio di jeans strappati e ai piedi un paio di vans nere, era perfettamente bella, da togliere il fiato, quelle sue lunghe ciocche di capelli castani le correvano lungo il petto, i suoi occhi blu mi fecero perdere il senso, e la concenzione del tempo.

<<D-disturbo??>>
Disse lei accorgendosi che dietro me c'era Anastasia.

<<oh, nono entra pure>>
Dissi io, un po' imbarazzata, mi faceva sempre questo effetto.

Entrò dentro casa.
A parlare fu Anastasia, che, subito prese atto, e si presentò.
Speravo solo non mi facesse fare brutte figure dinanzi a lei, è una squilibrata le potrebbe uscire fuori dalla bocca, la qualsiasi cosa.

<<Piacere io sono Anastasia.>>
Disse lei, allungando la mano verso Isabel che subito glie la strette.

<<Piacere Anastasia, io sono Isabel>>

A quel nome, Anastasia, spalancò gli occhi e si girò verso me, aveva capito chi era.

<<ah oh, beh sono felice di fare la tua conoscenza Isabel>>

Vidi stupore nei suoi occhi.
Aveva capito appena sentì il suo nome, che era lei la ragazza di cui io ho perso la testa, era lei.
Fa che non dica nulla di sbagliato ti prego signore. Fin qui sta andando bene, non ha ancora detto nulla.

<<I-isabel avevamo ordinato una pizza che ne dici di restare qui insieme a noi questa sera?>>
Azzardai io, speravo molto dicesse si.

<<Oh si, sarebbe bello, chiamo casa e avverto che non sarò di ritorno a casa>>

Detto ciò lei si allontanò da me ed Ana per chiamare ed informare che non sarebbe tornata.
Ero così felice nel vederla lì.
Come mai è venuta? Mi ha sorpresa.
È così bella, non vedo l'ora di passare il tempo ad osservarla, anzi è meglio dire, ad ammirarla, in tutta la sua bellezza.

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