Capitolo 71

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Isabel P.O.V

Non capisco tante cose della mia vita, una tra queste, e il perché di tanta crudeltà nella mia vita, nei miei confronti. Perché tutto a me, quando al mondo, in vita mia, non ho mai fatto nulla di sbagliato.

Sono stordita, ed un mal di testa, man mano sempre più acuto si sta facendo spazio dentro di me, ci sono quei minuti in cui la mia vista si offusca, per poi tornare alla normalità. Guardandomi, noto molti graffi sul mio corpo, molti dei quali, lividi, lividi violacei impressi nella mia pelle.

Mi sento così stanca, e a dirlo è una ragazza che ha appena compiuto i 18 anni, ma sono stanca, stanca mentalmente e psicologicamente.

Do un occhiata in giro, e non riesco ancora a capire dove mi trovo, nonostante siano passati due giorni dalla scomparsa.

Due giorni che sono rinchiusa qui, senza acqua, e senza qualcosa che potesse, in un qualche modo, chiudermi lo stomaco.

L'artefice di tutto, è Johnathan. Non è più lo stesso, sputa malignità ogni qual volta apre bocca, mi alza le mani in continuazione, quelle volte che viene qui, non ce la faccio più.

Nessuno che mi cerca, non sono così importante forse?

O forse mi cercano, ma non riescono a trovarmi.

Cristel, cosa starà facendo? come sta? lei mi sta cercando? Cosa sta succedendo lì fuori? Io chiusa qui, senza neanche qualche spiffero, o una piccola fessura con un po' di luce, niente di niente, mi sento morire, minuto dopo minuto.

Provo a muovermi, ma ho il corpo bloccato, i polsi legati dietro la schiena, e le gambe legate, non posso fare nient'altro, che aspettare, aspettare una fine forse? O un nuovo inizio? Non lo so proprio.

Si spalanca la porta d'improvviso, alzo lo sguardo leggermente, per poi incrociare gli occhi suoi, con questo essere spregevole, vorrei urlare, gridare, farmi sentire da tutti, ma non posso farlo, non ci riesco, uno strato di scotch mi blocca il flusso d'aria dalla bocca.

<<Ciao principessa>> esclama lui, con un sorrisetto smagliante, ha gli occhi rossi, come se fossero iniettati di sangue.

Ride, ride con quella risata malvagia, malefica, mi fa paura. Si siede su un tavolo ed inizia a sistemare un po' di cose, che da qui, e per via dell'offuscamento della vista, non riesco a vedere, tira fuori una scatolina e mi guarda.

<<Voglio farti smettere di soffrire e a poco a poco non soffrirai più mia cara Isabel>> sbraitò lui ridendo, cosa ha intenzione di farmi, cosa ha in mente, Cristel dove sei, aiutami per favore.

<<Quindi sei una lurida lesbica?>> domandò lui, ed io lo guardai, avevo voglia di ucciderlo, di farlo fuori ma non potevo.

<<Sai quella ragazza è davvero bella, prima ucciderò te e poi, e poi ucciderò lei>> iniziai a piangere, ma cercai di non farmi sentire altrimenti avrei peggiorato le cose.

<<Ma sai cosa, prima di ucciderla, la violenterò, e poi la farei soffrire a poco a poco, prima di ucciderla e farla fuori>> urlò lui, iniziai a piangere a dirotto, urlavo internamente, non può dire veramente questo, non me lo perdonerei mai se per me la ucciderà, se per colpa mia quei smeraldi che tanto amo non vedranno più la luce del giorno, non può essere, non voglio crederci.

Tirò fuori una siringa, ed iniziò a preparare qualcosa che non riesco a capire, cosa vuole darmi con quella? Cosa ha intenzione di fare? È la terza volta che lo fa.

<<Che poi io vorrei capire, all'inizio il mio bel cazzo ti piaceva, ora sei lesbica, una lurida lecca fica, mi fai schifo>> urlò alzandosi di scatto per poi sferrarmi un calcio nello stomaco, chiudo gli occhi di scatto e sento il respiro mancare sempre di più. Apro nuovamente gli occhi ed eccolo seduto lì, di nuovo.

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora