Capitolo 39

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Pov Cristel

Perché doveva capitare a me?
Le mie gambe, le mie fottutissime gambe, perché Dio?
Io non riesco a capire, ci sono un sacco di persone cattive qui al mondo, e giusto giusto io, che non ho fatto mai del male a nessuno, io che ero così felice, guarda caso, eccomi qui, ho perso l'uso delle gambe.

Non riesco ad accettarlo, mi devo muovere, devo camminare, adesso.

Mi sporgo in avanti, tolgo via il lenzuolo che mi copriva fino ad un attimo prima, e lo posiziono accanto a me, afferro tutte e due le gambe e le trascino fuori dal letto, eccole lì, pensolanti, metto una mano sulla base accanto al mio letto, e cerco di spingermi in avanti fino a quando, ad un certo punto, d'improvviso...

<<Non farlo, ferma>> urlarono.

Mi girai ed era quella ragazza.
La ragazza che scoppiò a piangere e scappò via, la ragazza dagli occhi blu come il mare, quella ragazza bellissima.

Distolsi lo sguardo da lei, e tornai a quello che stavo per fare un attimo prima.

La ragazza corse verso di me.
<Non puoi farlo, capisci? Non devi sforzarti per adesso>>
Disse lei guardandomi negli occhi.

Ma chi era questa ragazza? Che voleva da me?

<<Lasciami fare quello che voglio, cosa vuoi, e poi soprattutto chi sei? >>
Le dissi io seria.

<<No che non lo fai>> mi disse prendendo le mie gambe pensolanti, per poi poggiarle lievemente sul mio letto.

Era così carina...

<<Allora mi dici chi sei?? >>
Le dissi io con tono serio, ed arrabbiato.

<<Piacere io sono Isabel, Isabel Mayers lavoro qui>> disse lei.

Isabel? Isabel Mayers?
No mi sa che non la conosco.
Ma non so perché, una sensazione strana mi invase il corpo quando sentì quel nome.

<<Ah ecco allora, lavori qui>>
Dissi io.

Mi sentivo in colpa per come bruscamente l'avevo trattata, non volevo, sono solo incazzata col mondo per tutto quello che mi sta succedendo.

<<Ehm scusami, beh si, ti ho trattata male, non volevo... >> le dissi io abbassando lo sguardo.

Lei si avvicinò a me, mise due dita sotto il mio mento e mi alzò il volto.
Non so perché ma a quel gesto rabbrividii.
I suoi occhi luccicanti erano fissi sui miei come se volessero dire qualcosa.

<<Sta tranquilla, fa niente, so che cosa provi, ed è normale, puoi prendertela tutte le volte che vuoi con me >> disse lei quasi come un sussurro.

Dio come era carina a dirmi quelle cose. Mi sentii il cuore esplodere.
Era come se, era come se io questa sensazione l'avevo già provata.

<<Scusami ancora... >> le dissi io, a tratti.

Lei mi sorrise, e mi accarezzò una guancia. A quel gesto il mio cuore perse un battito.

<<Ora vado, se hai di bisogno non esitare a chiamarmi>> mi disse con un sorriso a 32 denti.

Era davvero gentile, bella, simpatica, dolce, carina, premurosa, non me lo sarei mai aspettato.

Lei uscì dalla stanza, ed io iniziai a fare strada ai miei pensieri, mi incuriosiva quella ragazza, non so per quale motivo, ma mi incuriosiva.

Decisi di chiudere un po' gli occhi, avevo bisogno di riposarmi e per un attimo lasciare da parte tutto quello che mi sta succedendo.

Era notte, e non riuscivo a dormire mi chiedevo di continuo il perché tutto questo fosse accaduto a me, cosa ho fatto di così sbagliato per meritarmi una cosa del genere, non riesco proprio a capirlo.

Voglio uscire al più presto da qui dentro, voglio ritornare ad avere l'uso delle gambe, voglio vivere, voglio ritornare a fare il lavoro dei miei sogni, voglio trovare l'amore, già l'amore. Non sono mai riuscita a trovare una ragazza che mi interessasse, buh, sarà che magari ancora non è il momento.

Mi sento sfortunata per quando riguarda ciò.

Passai una notte, piena di riflessioni, pensieri, sogni e desideri.
Di paure, anche quelle...

Ore 09:46

Si fece mattina, ero distesa, con lo sguardo rivolto verso lo schermo davanti al mio letto, stavo guardando un film, d'amore.
Vedi se faranno mai un film dove invece che un uomo e una donna, ci siano due donne, bah.

Toc Toc

Bussarono alla porta.
Mi distolsi per un attimo dai pensieri che invadevano la mia mente.

<<Si può?>>Sussurrò una voce che io conosco benissimo, era Anastasia.

<<Certo che si può scema, entra >>
Dissi io scherzando per via del suo viso buffo che sporgeva dalla porta.

<<Sorpresaaaa>>  Urlò tirando fuori un mazzo di rose.

Non me lo sarei aspettata, come non mi sarei aspettata di trovarla accanto alla ragazza che lavora qui.

<<Oohh grazie Ana, davvero, non dovevi>> dissi io sorpresa.

<<Shhh dovevo dovevo, e poi non sai una cosa, ha partecipato anche lei alla sorpresa e alle rosee>> disse lei entusiasta guardando la ragazza, uhm aspetta, ah si, Isabel.

Lei? E lei che centrava?

<<Io e lei, siamo amiche Cri, ci conosciamo da un sacco di tempo, e poi comunque sia ti ha seguito per tutto il tempo dal giorno che hai avuto l'incidente. >> Mi rivelò Cristel rivolgendo uno sguardo ad Isabel.

Mi ha seguita tutto il tempo?
Dal giorno che ho avuto l'incidente?
Ed io l'ho trattata fin troppo in maniera sgarbata, il senso di colpa, mi invase. Non so perché, ma mi sentivo tremendamente in colpa, come se, come se, non so, non me lo so spiegare.

<<Ohh siete amiche, non lo sapevo, grazie anche a te allora per i fiori>>
Dissi io sorpresa, rivolgendo uno sguardo ad Isabel, che mi guardava con tanto di occhi lucidi.

<<Ma, di, di nulla >> disse la ragazza accanto ad Anastasia, arrossendo alle mie parole.

È davvero bella, solo ora mi rendo conto di quanto bella è.
Ha quel sorriso così luminoso.
Ogni qual volta sorride le sue guance si alzano e fanno diventare quegli occhi sottili, così piccoli, che lasciano intravedere poco e niente.
I suoi occhi, così belli, ti puoi immergere dentro, ogni qual volta si scontrano con i miei, io è come se mi ipnotizzo, non capisco più nulla.
Quei suoi capelli castano scuro che le ricadono lungo le spalle, con qualche ciocca che le percorre il viso, sono una bellissima combinazione con i suoi occhi.

Perché penso tutte ste cose?
Non so, sarà che è una bella ragazza.

<<Dai campionessa rimettiti in fretta, che dobbiamo uscire da qui dentro e magari andare a festeggiare la tua guarigione. >> Anastasia disse buttandosi tra le mie braccia.

<<Certo andiamo a festeggiare>>
Dissi io ridendo.

Si presero una sedia e si sedettero accanto al mio letto, iniziammo a parlare del più e del meno.
Mi venne sete, mi sporsi per prendere la bottiglia d'acqua.

<<Cazzo, porca troia>> un dolore tremendo mi invase la parte dell'addome, dove ancora avevo una delle ferite fresche.

Abbassai lo sguardo, i miei occhi si spalancarono a quella vista.
Il lenzuolo bianco che mi copriva, era coperto da una chiazza di sangue, che a poco a poco, si ingrandiva, sempre più.

Rivolsi uno sguardo ad Anastasia e ad Isabel.

<<Aiutatemi>> riuscì a dire con un tono soffocato dal dolore.

Anastasia si scaraventò fuori dalla stanza a tutta corsa, cercando aiuto.

Isabel scoppiò in un fiume di lacrime, buttandosi verso di me, fregandosene se si poteva sporcare di sangue, mi afferrò il volto.

<<Amore mio ti prego resisti>>
Disse lei tra le lacrime.

Notai i suoi occhi spalancarsi alle stesse parole che lei aveva detto.

Amor? Cosa? Come mi ha chiamata?

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora