Capitolo 40

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Pov Isabel

"Amore mio ti prego resisti"

I suoi occhi si spalancarono al suono delle mie parole.
Cosa le ho appena detto? Cazzo.
Ho rovinato tutto.

Provai a far uscire qualcosa dalla mia bocca, per correggermi, per spiegarmi. Ma nulla, non mi uscì nulla.

<<Io, io volevo dire, cioè io vol->>
Provai a spiegarmi ma mi interruppero.

<<Esca la prego>> Disse spalancando la porta della stanza l'infermiere.

Lasciai la presa della sua mano, vidi i suoi occhi non staccarsi da me neanche per un secondo.

Uscì fuori di corsa, in lacrime, avevo paura per quello che stava accadendo.
E anche per quello che avrebbero comportato le mie parole.

Davanti a me Anastasia, mi fiondai tra le sue braccia.

<<Sono una cogliona, io, io non ragiono>> Dissi io tra lacrime e singhiozzi.

<<Calma, Calma Isabel, cosa è successo, spiegami>> Anastasia esclamò cercando di capire.

<<Ho sbagliato, ma è uscito spontaneo, cioè io ho avuto paura e non so, mi è uscito spontaneo, non volevo>> Dissi io tutto di un fiato.
C'era confusione nelle mie parole.

<<Non riesco a capire, cosa, cosa ti è uscito spontaneo.>> ribattè lei accarezzandomi una guancia, cercando di tranquillizzarmi, tentativi andati persi.

<<L'ho, l'ho chiamata "Amore mio" cioè le ho detto "Amore mio ti prego resisti", io non so, non mi sono trattenuta, ho avuto paura, molta paura e mi è uscito tutto spontaneo >>
Dissi io tra le lacrime.

<<Fa niente, tranquilla, tranquillizzati, farai finta di nulla, come se non le avessi detto nulla, però adesso calmati>> Esclamò Anastasia asciugando le lacrime che ricoprivano il mio viso.

Sbucò l'infermiere fuori dalla stanza di Cristel.
Io e Anastasia ci avvicinammo di scatto verso lui.

<<Allora? Tutto bene? Come sta? >>
Mi rivolsi verso l'infermiere, con tono disperato.

<<Va tutto bene, l'abbiamo medicata, ha avuto un'emorragia esterna, ha perso molto sangue per via dell'apertura di una ferita, è molto meglio se per adesso non riceve visite e si riposa>> Disse per poi farci un lieve sorriso e andare via.

<<Isabel, andiamo, torniamo pomeriggio>> Mi disse Anastasia afferrandomi per un braccio, e trascinandomi fuori dall'ospedale, sapeva che avrei opposto resistenza perché volevo restare lì.

<<Ti va di venire da me?>> continuò lei, non appena salimmo in macchina.

Un po' di svago mi sarebbe servito, piuttosto che stare rinchiusa in camera mia, cambiare aria mi avrebbe aiutato.

<<Okay, va bene>> dissi rivolgendole un lieve sorriso.

Casa sua non era molto lontana, il tragitto fu corto, e anche abbastanza silenzioso.

Arrivammo poco dopo a casa di Anastasia, abitava con i suoi, ma al momento non c'erano.

<<Vieni entra>> mi disse Anastasia.

Era davvero carina come casa, non troppo grande, ma davvero carina ed accogliente.

<<Vuoi un caffè? >> Disse Anastasia sorridendomi.

<<Nono ehm, non bevo caffè>>
Dissi io.

<<Tu sei pazza, come fai a non bere il caffè e la cosa più buona esistente nella faccia della terra>> Disse lei spalancando gli occhi.

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora