Capitolo 19

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Pov Cristel

Vidi che mi stava guardando le labbra, come se si forse persa nel mio sorriso. Ma che sto dicendo?
Mai, lei, proverà qualcosa per me.
Toglitelo dalla testa.

<<Alloraa pasta con la panna?? >>
Dissi io cercando di distogliermi da quel pensiero banale.

<<Oddio, quando tempo non la mangio, si si si>> mi disse lei affamata.
Risi a quella frase e al tono da bambina piccola che aveva assunto.

<<Ahahaha va bene piccola Isabel, vada per la pasta con la panna>>
Dissi io sorridendole, eravamo una di fronte all'altra.

Mentre camminavo a cercare la panna, arrivammo nel reparto, quel reparto, dove io e lei ci incontrammo per la prima volta.
Restai lì a guardare quel preciso punto, dove io mi avvicinai per porgerle il pacchetto di brioche che lei non riusciva a prendere.

<<Ehm, noi ci siamo presentate lì, ricordi? >> mi disse lei, imbarazzata con un sorriso sulle labbra.

Mi voltai per guardarla, le sorrisi e le risposi.

<<E come potrei dimenticarlo? Lo ricordo, eccome se lo ricordo>>
Le dissi io con un sorriso enorme sul viso. Mi imbarazzai, sentì le guance prendermi fuoco, pensando a quello che avevo appena detto.
Ma era davvero così.
Non c'è mai un giorno, dove io non penso a quando per la prima volta incontrai quegli oceani immensi, dove anche solo pensandoci mi ci perdo, ed uno zoo si scatena dentro me.

Restammo circa pochi secondi a guardarci.

Presi parola.
<<Ah, eccola, è lì, vieni>>
La presi per un braccio e la trascinai.

Mi abbassai per prenderla, lei si era abbassata pure, me ne accorsi, quando alzai lo sguardo, e lei era lì, avevo i suoi immensi occhi, questa volta di un blu scuro, immersi nei miei, sentivo il suo respiro, avevo le sue labbra ad un centimetro dalle mie. Le guardai le labbra, avevo talmente voglia di baciarla, di assaporare le sue labbra, sentire la loro morbidezza, avevo voglia di perdermi in un bacio, immenso, un bacio che durasse un eternità, uno di quei baci che ti trasportano,che ti rendono viva.
Mille farfalle allo stomaco si stavano scatenando, avevo un continuo brivido che mi percorreva la schiena, il cuore mi stava per uscire fuori dal petto, iniziai a tremare, e a sentire il mio respiro affannarsi.

Pov Isabel

Trovammo la panna, si abbassò per prenderla, ed io mi abbassai pure. Fino a quando lei alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono.
Erano bellissimi, di un verde smeraldo acceso. Il mio sguardo cadde involontariamente sulle sue labbra, avevo tanta voglia di averle appoggiate sulle mie. Non mi interessava di niente, le volevo tutte mie. La volevo tutta mia.
Alzai lo sguardo e notai che lei mi stava fissando le labbra, una miriade di sensazioni pervasero il mio corpo, sentivo esplodermi, avevo il suo fiato che si scontrava col mio, eravamo ad un centrimetro di distanza.
In quel momento per me non c'era più nulla, se non, lei, davanti a me.

"Angelo, reparto macelleria, atteso alle casse"

Io e lei ci alzammo di botto.
Ero imbarazzatissima e lei anche dato che aveva le guance rosse fuoco.

<<Ehm b-beh bene, prendiamo la pasta e il prosciutto e possiamo andare>> Disse lei grattandosi la testa, modo tale da non far trasparire l'imbarazzo. Ma anche io ero imbarazzata, e mi accorsi di ciò.

<<Si, ecco, meglio che andiamo>>
Dissi io.

Prendemmo la panna, ci dirigemmo verso il reparto dove c'era la pasta, prendemmo le penne, e poi il prosciutto.

<<Te ci metti il prosciutto??>> le dissi io.

<<Si, a te non piace? La facciamo senza se per te non va bene>>
Disse lei sorridendomi.

<<Oh no no, è buono, mi piace, ma tu cucini? Non vorrei morire prima del tempo >> le dissi ridendo.

Lei fece la finta offesa, mettendo il broncio.

<<Ah si, arrivate a casa te lo faccio vedere io se muori, andiamo dai>> mi disse ridendo, mi prese per mano e ci dirigemmo alle casse.

Pagammo e uscimmo fuori, c'era fresco. Maledetta io che non mi sono portata la giacca, me l'aveva persino detto. Mi sto sentendo congelare, il freddo mi sta perforando il corpo.
D'improvviso, sentì una cosa appoggiarsi alle spalle, era una giacca. Mi girai verso Cristel e vidi che era senza la sua giacca.

<<Meglio che la metti tu questa>> mi sorrise.

Quanto diamine dolce poteva essere questa ragazza. Ha preferito morire dal freddo lei, che far sentire freddo a me. È dolcissima.

<<Ma i->> non mi fece continuare che mi bloccò.

<<Se ti ammali ti uccido, quindi zitta e resta con la giacca>> mi disse ridendo.

Dio. Quanto la amo.

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora