Capitolo 53

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Pov Cristel

Fu, diciamo, uno risveglio pesante, quello di questa mattina, e non per qualcosa in particolare, o per un risveglio violento da parte delle due ragazze che accettarono di dormire a casa mia ieri sera, affatto, solo che un mal di testa allucinante mi invase. Davanti a me, le spalle di Anastasia, pensai subito che stesse dormendo, rivolsi uno sguardo verso l'orologio posto di fronte a me, e notai, a mio malgrado, che l'ora che segnava l'orologio, al momento, era 07:12. Questo valeva a dire che oltre essermi svegliata con il mal di testa, mi sono svegliata presto, troppo presto. Feci per girarmi ed una sensazione di vuoto si fece percepire. Isabel non c'era.

Mi alzai cercandola con lo sguardo, ma la sua figura non era presente in stanza, mi affrettai ad alzarmi, cercando di posizionarmi al meglio, sulla sedia, per poi dirigermi verso la cucina, dove subito bloccai il movimento delle ruote. Mi fermai sulla soglia della porta ad osservare ciò che si proponeva sotto la mia vista.

La ragazza bruna era seduta sulla cassa panca presente vicino alla finestra, con un libro in mano. Così concentrata a leggere le righe impresse in quei fogli che non si accorse della mi presenza. Il labbro inferiore incastrato tra i denti, e la sua mano che prontamente, alla fine di una pagina, girava foglio, mentre l'altra si assicurava di tenere il libro saldo tra le sue mani, e che a volte staccava, alzandosi, con la punta del dito, gli occhiali da vista, che di tanto in tanto si sentiva scendere, anche se, apparentemente erano fermi. Non glie li avevo mai visti addosso quegli occhiali, sarà che quando deve leggere li indossa. I suoi capelli raccolti in una coda ribelle, che lasciava sparsa qualche ciocca, davanti al viso. Devo ammettere che vista così, in questo aspetto, un senso di tenerezza e dolcezza mi invase.

<<O-oddio Cristel>> esclamò per poi sobbalzare in aria, portandosi una mano al petto, chiaro segno del suo spavento.

Non avevo alcuna intenzione di disturbarla, anzi, ammetto che mi stavo beando di quella vista che si stava proponendo davanti ai miei occhi in quel momento.

<<Scusami, non avevo intenzione di disturbarti>> risposi, leggermente imbarazzata, e in parte, anche un po' in colpa per lo spavento che le ho fatto prendere.

<<Oh, no, assolutamente, non disturbi, scusami tu>> disse lei con un sorriso avvicinandosi verso me, chinandosi, per poi poggiare lievemente le sue labbra sulla mia guancia destra. E stranamente, sentii le guance fluire rapidamente, ed un calore immenso espandersi in esse.

Restammo, io e lei, una di fronte all'altra, crollando in un silenzio, straziante devo dire. Finché decisi che, forse, era meglio prendere parola prima che l'imbarazzo abbia la meglio su di me.

<<Mhhh, ma come mai sveglia a quest'ora? Tutto bene? >> esclamai io, cercando di capire cosa l'avesse spinta ad alzarsi a quest'ora, forse non si è trovata bene?

<<Mi ero svegliata di colpo, per andare in bagno, appena tornata a letto, i miei occhi non ne hanno voluto sapere più di chiudersi>> rispose lei, mentre, in maniera dolce, posizionava il suo libro sul tavolo.

<<Mh capito, dormito bene?>> domandai, sperando che in un qualche modo mi rispondesse di si.

<<Uh, si, benissimo>> rispose lei, mentre con un mano, si toglieva gli occhiali per posizionarli sopra la copertina rigida del libro.

<<Ti piace leggere? >> azzardai io. Volevo, in fondo, conoscerla di più.

<<Ti sembrerei esagerata se ti dicessi che io vivo grazie ai libri?>> domandò lei, con un piccolo sorriso, seguito da una lieve risata.

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