Pov Isabel
Avevo bisogno di sfogarmi, scoppiai in un mare di lacrime, ripercorrendo con la mente quel pomeriggio in cui Cristel era lì, davanti a me, con una chitarra, dichiarando tutto il suo amore con quella canzone. Ed ora risentirla fu un deciso e potente colpo a cuore, adesso lei la cantava, ma per chi? Non per me. La cantava perché io glie lo chiesi e lei giustamente si sentì in dovere di non andare contro la mia proposta. Sperai, illudendomi, un minimo, che lei magari cantando quella canzone si sarebbe ricordata di me, si sarebbe ricordata di quel frenetico pomeriggio in cui mi fece esplodere il cuore con la sua voce.
Non potei resistere che, al sentire il suono della sua voce farsi strada in quella canzone, le lacrime inumidirono gli occhi, portandomi, di conseguenza a scoppiare in lacrime, non volevo mi vedesse così in quelle condizioni, ecco perché, mi alzai di scatto dal divano dove ero seduta, e corsi via da lì, da quei ricordi che laceravano il mio cuore, da quell'amore ormai andato perduto, chissà dove, ormai irrecuperabile.
Uscì, fuori da quella stanza, volevo ad essere sincera, andare via da quella casa, ma Anastasia prontamente mi fermò per un braccio chiedendomi la motivazione della mia reazione.
Non è evidente? Pensai.
Scoppiai, avevo bisogno di sfogarmi, di tirar fuori quello che tenevo, nascosto, e più che nascosto, oserei dire, in silenzio dentro me. Anastasia non faceva altro che tranquillizzarmi, e in un certo senso, poco dopo, una sorta di sollievo mi invase internamente, cercai di ricompormi nel migliore dei modi.
<<Stai tranquilla si sistemerà tutto, adesso dai torniamo su da Cristel, poveretta l'abbiamo lasciata da sola>> esclamò Anastasia, afferrandomi per una mano, alzandomi, dal gradino delle scale dove ero seduta. Presi un bel respiro, mentre con il dorso delle mani cercavo di asciugare il contorno bagnato dei miei occhi. Arrivate su entrammo nuovamente in cucina e Cristel, al nostro arrivo, si voltò di scatto, aveva un viso cupo, perplesso, e direi anche confuso.
<<Cristel, stai bene?>> esclamai, attirando la sua attenzione, lei mise le mani sui volani delle ruote, e lentamente si avvicinò verso noi.
<<Tu? Tu piuttosto stai bene?>> rispose lei, non togliendo nemmeno per un secondo i suoi occhi fissi dai miei. Il che mi rese al quanto nervosa.
<<Io, uhm, si, perché?>> esclamai con un sorriso, cercando di capire dove volesse arrivare. Lanciai uno sguardo ad Anastasia che anche lei, notai, non ci stava capendo nulla al momento.
<<No siccome, mentre suonavo, tu insomma sei andata via correndo, in lacrime>> rispose lei, vagando con lo sguardo da tutte le parti.
<<E poi comunque sia ho sentito la conversazione che si è tenuta nelle scale, tra te ed Anastasia>> continuò indicandoci, prima me, e poi la ragazza al momento, di fianco a me. Spalancai gli occhi a quelle parole, aveva sentito ciò che avevo detto.
Ha sentito tutto, cazzo. Pensai.
<<Oh, beh, ehm, si, nel senso, cosa hai, hai sentito?>> balbettai in preda al panico, in risposta alla sua domanda, avevo paura di quello che sarebbe potuto uscire fuori dalla sua bocca.
<<No, nulla, ti ho sentito disperata eri in lacrime, e hai detto di essere innamorata di qualcuno e che non riesci più a tenerlo dentro, nascosto>> esclamò lei, abbassando di poco lo sguardo, per poi rialzarlo in mia direzione permettendo ai suoi occhi di scontrarsi con i miei.
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Due destini uniti da una foto.
RomanceDue destini uniti da una foto: Una fotografa di alto livello, mentre quel pomeriggio sfoglia le sue innumerevoli foto, si accorge che dietro quella vetrata che ha immortalato è presente una ragazza seduta in un tavolo mentre legge un libro...Può que...