Capitolo 38

3K 153 1
                                    

Non potevo crederci, si ricordava di tutto, ma non, non si ricordava di me.
Come è possibile.
Cercai di non scoppiare, ma il groppo alla gola si fece immenso, i miei occhi non riuscivano più a trattenere le lacrime, mi bastava solo chiudere anche solo un po' gli occhi, per far si che le mie lacrime inondassero tutto.
Avevo il suo sguardo su di me.
<<Tu chi sei? >>
Il medico mi rivolse uno sguardo, ed Anastasia spalancò gli occhi.
Non era possibile.

Uscì fuori da quella stanza non riuscivo a starci più di tanto.
Non riuscivo a stare con lo sguardo di Cristel, la ragazza di cui tanto mi innamorai, puntato su di me, cercando di capire chi fossi.
Non riuscivo più a restare in quella maledetta realtà, si è dimenticata di me, del nostro rapporto, dell'amore che stava nascendo tra di noi, dei sorrisi, degli abbracci.
Si è dimenticata tutto.
La cosa più brutta che potesse capitarmi.

Pov Cristel

Aprì gli occhi lentamente, sentivo una presa nella mia mano farsi sempre più debole, era una mano che stringeva la mia.

<<Cris, Cristel, sei sveglia, infermiere, infermiere >> una voce urlò.

Con la coda dell'occhio, vidi una figura scaraventarsi fuori dalla stanza.

Dove mi trovo, cosa è successo.
Provai a sollevarmi un po', ma una strana sensazione di vuoto del mio corpo mi pervadeva dal bacino in poi, cosa sta succedendo.

Entrò il medico seguito da due ragazze.

Io ancora ero intenta a muovermi, ma non ci riuscivo, non posso crederci, le gambe.

Le mie gambe, non le sento più, non riesco a muoverle. Non sento nulla, come è possibile, perché?
No non può essere.

Il medico in tutti i modi cercava di riuscire a tranquillizzarmi.

Ho perso l'uso delle gambe, non riesco a crederci, non potrò più fare nulla, non potrò più camminare, non potrò più guidare, non potrò più fare al meglio il mio lavoro, non potrò più fare nulla.

Intravidi il viso di una ragazza che conosco benissimo, era Anastasia.

Si avvicinò e mi abbracciò.
Mi disse che le sono mancata.

Quanto tempo sono stata qui?

Anche lei, in un un modo o nell'altro cercava di tranquillizzarmi, ma è impossibile, le mie gambe, le mi fottute gambe, non le sento più.

Poco a poco una figuara si faceva sempre più vicina a me, a piccoli passi, era una ragazza, davvero bella, gli occhi di un azzurro che in quella stanza riflettevano in un maniera assurda, si avvicinò e mi sorrise, cercai di capire chi fosse, ma forse non la conoscevo, la guardai a fondo, mi sa proprio di sì, non la conosco, ecco perché glie lo chiesi.

<<Tu>> dissi.

Lei mi sorrise.

<<Tu, chi sei>>

Il suo sorriso si capovolse, i suoi occhi diventarono la perfetta somiglianza di un oceano, cercava di non piangere, notai gli sguardi di tutti, incupirsi, perché?

La ragazza, scoppiò in lacrime ed uscì fuori da quella stanza, correndo.

Cosa ho fatto di sbagliato?
Cosa ho detto?
Perché è andata via?
Chi è?

Guardai Anastasia confusa, lei mi rivolse un debole sorriso.

<<Torno subito >> mi disse accarezzandomi una guancia.

Iniziai a cercare di muovere le gambe, ma niente, erano un peso morto attaccate al mio corpo.
Scoppiai a piangere, non poteva capitare a me, perché?? Perché a me?

Due destini uniti da una foto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora