Capitolo 64

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Cristel P.O.V

Non riuscivo a credere ai miei occhi, era lì, davanti a me, dopo così tanto tempo, era sempre lo stesso, magari un po' più cresciuto, ma sempre lo stesso, stesso viso, stessi occhi, stesso sorriso, tutto. Il cuore a quella vista si frantumò in una miriade di pezzi per poi riattacarsi ed iniziare a battere velocemente.

<<Si sono io Cristel, Chris>> esclamò lui, era lui veramente, mi alzai dal tavolo.

<<Sono tuo fratello>> a quelle parole le lacrime iniziarono a scendere, rivolsi uno sguardo ad Isabel che era con gli occhi sgranati e la bocca schiusa, lui si avvicinò a me e mi abbracciò. Mi strinse così forte da percepire quanto ho sentito la mancanza dei suoi abbracci.

Mio fratello, che dire, il ragazzo perfetto, più grande di me di 4 anni, eravamo l'opposto di aspetto, lui assomiglia completamente a mia madre, io sono uguale identica a mio padre, e non c'è cosa più bella. Lo strinsi a me, non smettevo di piangere, quanti anni, quanti anni che non l'ho vedevo, che non litigavamo, che non sorridevamo e giocavamo insieme, sono passati 7 anni, 7 anni che non vedevo lui, che per me era l'uomo della mia vita, dopo la morte di mio padre, mi ci affezionai a lui, ancor più di prima. Era la mia ancora, potevo contare sempre su di lui.

A lui non gli dissi nulla di tutto ciò, quando feci coming out, lui non c'era, era in viaggio, chissà cosa le avrà raccontato mia madre, chissà cosa pensa lui, a questi pensieri mi staccai.

<<La mamma mi ha raccontato tutto quando tornai dal viaggio>> sussurrò lui, io abbassai lo sguardo, mi aspettavo una sgridata, un'attacco omofobo da parte sua, un disprezzo nei miei confronti, ma invece nulla mi guardò negli occhi <<Ti ho cercata tutto il tempo, non avevo modo di contattarti, hai cambiato tutto, perché sei andata via? Così, senza avvertirmi, senza dirmi nulla, senza dirmi dove, perché?>> mi domandò lui. Non riuscivo a rispondere, piangevo soltanto, fortunatamente ci andammo a sedere in un posto un po' appartato io ed Isabel, almeno sto evitando certe situazioni imbarazzanti.

<<Perché nessuno mi ha accettata Chris, nessuno mi ha voluta, tua madre mi ha sbattuto fuori casa, cosa dovevo restare a fare? Cosa? Spiegamelo tu>> iniziai ad urlare io, pensando a tutto quello che è successo, a tutte quelle scene, a quella valigia buttata a terra seguita da me in lacrime, a come girovagavo in cerca di qualcuno, di qualcosa che mi avrebbe salvata.

<<Ti sbagli Cristel>> cercò di calmarmi lui prendendomi dalle spalle <<Io ti ho sempre voluta, ti ho accettata, sei la mia sorellina, e con la mamma dopo che sono tornato e non ti ho vista, non gli ho rivolto parola, completamente, per un sacco di tempo, adesso sono qui a New York, in viaggio, per una vacanza ed incontro te, la mia sorellina, e non sai quanto io sia felice>> mi riabbracciò, non potei fare a meno che piangere, lui mi accetta, non è omofobo, lui mi vuole bene, e qui, mi abbraccia, non ci posso credere.

Mi staccai dall'abbraccio e rivolsi uno sgaurdo ad Isabel, che in tutto ciò rimase in silenzio, aveva gli occhi lucidi anche lei.

<<Allora, beh, quindi posso presentarti lei?>> dissi io indicando Isabel seduta qui accanto, sorrise e si alzò, era imbarazzata, lo notai, le presi la mano e la intrecciai tra la mia.

<<Certo, piacere io sono Chris>> esclamò lui allungando la mano verso Isabel, che subito strinse e ricambiò il sorriso.

<<Io, io sono Isabel>> ribattè Isabel, si schiarì un po' la voce e mi guardò e dopo rivolse uno sguardo di nuovo a lui <<La mia ragazza>> continuai io stringendo la mano di Isabel fortissimo, ricambiò la stretta, per farmi capire che potevo stare tranquilla, che c'era lei con me, e dentro me ero così felice.

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