Capitolo 62

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Quando la mia macchina fece i capricci qualche giorno fa, incontrai una persona che non vedevo da un po' e soprattutto non pensavo. Matthew.

Sebbene abbia parlato di argomenti sui quali la pensiamo in maniera diversa, continuava a proporli come argomento.

"E quindi, com'è stato il matrimonio?"
Chiese, smanettando quale filo e controllando se mancava qualcosa. Mentre io tenevo in braccio Giorgio.

Fu strano sentirsi una frase del genere proprio da lui, ma ci passai sopra, forse era cambiato.

"Bene, per me e Nicolas è stato tutto perfetto"
Risposi in modo sincero, il nostro obbiettivo non era compiacere gli altri e lasciare nella memoria altrui quel giorno. Quello era il nostro giorno, dovevamo preoccuparci di lasciarlo impresso nella nostra memoria, nel nostro cuore, di emozionarci e di essere felici. Se poi i nostri invitati provavano le nostre medesime emozioni, ci avrebbe fatto molto piacere.

Egoisti? Non lo so, non sono nessuno per dettare legge, ma per me no. Ho pensato a me, o meglio a noi, nel nostro giorno.

"Certo, alla fine, era, il vostro, matrimonio"
Era irritato nel dirlo, quindi anche ad ammetterlo. La verità, la pura verità.

"E lo sposo?"
Domandò prepotentemente, convinto di essere ad un passo di creare almeno una minima crepa in me.

"Lavora, eh si, il tuo papà lavora tanto tanto"
Scherzai col bambino, il quale tirò fuori la lingua.

Matthew teneva il braccio dentro la mia auto, gettò fuori molta aria dai polmoni.

"Ti lascia sempre sola, ecco la verità. Una ragazza sposata da poco tempo, con un uomo che l'ha lasciata in mille difficoltà ed ora deve crescere un bambino"
Stava prendendo le mie difese, seppur in un modo orripilante.

"Grazie di essere preoccupato per me, ma non ti permetto di parlare così. Da quando conosco mio marito fa questo lavoro e poi, io e lui siamo forti. In più questo bambino è la cosa più bella al mondo per me. È vero, non è facile, però ce la stiamo mettendo tutta"
Probabilmente l'idea generale è che io me la passo meglio, a casa protetta, con mio figlio. Nego ogni cosa, è vero sto con Giorgio, ma io sto a casa pregando che mio marito sia ancora vivo, pregando che le persone con lui siano preparate e buone di spirito. Spero sempre che Giorgio non ne risenta, che sia sempre felice e di poter essere una brava madre e nel mio piccolo un buon padre quando servirà. Nessuno dei due partner è felice o sereno.

"Io ho fatto"
Le chiavi erano rimaste in macchina, nel controller.
Le girò e la macchina partì.

Sorrisi e lo ringraziai. Scopri che a mio figlio piace molto il rumore del motore quando si accelera, per questo mi avvicinai e Matthew senza staccare lo sguardo ed il sorriso da Giorgio ripeteva quel suono.

"Direi che gli stai simpatico"
Per me l'amicizia fra di noi, non è mai stata un'idea da buttare.

Annuì. Stranamente mi passò idea per la mente, fortunatamente tengo sempre nella mia borsa delle salviette igenizzanti, gliele porsi a Matthew.

"Vuoi tenerlo?"
Avevo avuto la strana sensazione che volesse prenderlo in braccio.

"Posso?"
E fu così che mio figlio trovò un nuovo amico.

Un amore impossibile 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora