Capitolo 79

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Un anno sembrò il tempo materiale che ci divide da quei giorni. Secondo me e Nicolas sono passati poche settimane, poco tempo.

Siamo due innamorati che consideriamo la vita ancora lunga per loro, da essere vissuta insieme. Noi tre.

Anche se, da due mesi siamo in quattro ed io l'ho scoperto ieri.

Sempre da ieri, sono in un continuo movimento, euforia. Pensando a come sarà, maschio, femmina, occhi scuri, occhi chiari. Ogni minimo dettaglio del suo visino, del suo carattere.

Avrei dato un fratellino o sorellina al mio principino.

E non sarà molto grande di lui. Fra un paio di mesi compirà due anni. Caspita, due figli, in così poco tempo.

In tempo record l'hanno saputo tutti, tranne che Nicolas.

Il quale ha ripreso a lavorare, a star meglio con se stesso e con gli altri. La sua gamba è tornata la stessa di prima, si deve semplicemente controllare ogni sei mesi. Per il momento.

I dottori ci assicurano che se continuerà così, poco a poco le visite, saranno sempre meno frequenti, fino ad avere tempi d'attesa molto ampi o addirittura da non averne più bisogno.

A me basta vederlo felice e spensierato, come era.

Le mie fissazioni erano ritornate. Guardarmi allo specchio in continuazione per notare qualche minimo filetto di pancia. Consapevole che sia ancora presto.

Non vedo l'ora.

Preparai come sempre la cena, stavolta a base di carne.

Nel frattempo pensai a dei miei pazienti, di vario sesso, ma fra i venti e quarant'anni. Non hanno particolari patologie, richiedo un po' più di attenzione, di qualcuno che li ascolti e li aiuti quando si sentono smarriti.

Per fortuna ho trovato il lavoro che volevo. Mi sento molto fortunata. Tutto sta filando per il verso giusto.

Apparecchiai la tavola. Ogni cosa che facevo sorridevo come durante la gravidanza di Giorgio.

Saranno le mie nuove gioie e fonti di vita. Nel mio cuore, loro hanno la precedenza su Nicolas. Anche se quello è un altro amore.

Soprattutto il nostro. Un amore fuori dall'ordinario.

"Sono a casa!"
Giorgio oggi è particolarmente attento, curioso e silenzioso. Non ne capisco il motivo. Che abbia capito qualcosa?

Che magari abbia sentito o percepito qualcosa di diverso in me?

"Ehi!"
Andai verso mio marito, lo abbracciai e gli diedi tanti baci a stampo.

In quel momento sbucò il suo campione. Cercava le braccia forti del proprio eroe che ogni volta lo stringevano forte e lo portavano in alto.

"Papà"
Lo chiamò per ricordargli di doverlo tenerlo in braccio ed alzarlo quanto più in alto potesse fare.

"Hai ragione campione. Scusa"
Mi feci poco più indietro per assistere meglio a quella scena adorabile.

"Speriamo che le tue braccia siano abbastanza forti da sostenerne un altro"
Sorrisi.

"In che senso?"
Non aveva capito veramente cosa intendessi.

"Non stavo parlando di me! Ti pare che a vent'anni passati abbia bisogno di essere presa in braccio?"
Anche se l'idea non era malvagia eh.

Ok, avrei trovato qualche metodo per ricattarlo e farmi prendere in braccio.

"Intendo, pensi che le tue braccia ce la faranno a sostenere un altro bambino?"
Di colpo i suoi occhi si aprirono ancor di più. Diventò ancor più bianco e fece scendere Giorgio, che si lamentò.

"Vorresti dirmi che"
Annuì, continuai a farlo, sorridendo veramente tanto.

Quella sera credo sia stata la più importante, messa alla pari di quando gli ho detto di aspettare Giorgio.

Un'altra vita, nata dal nostro amore, stava per nascere in me.

Un amore impossibile 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora