Capitolo 62

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"Nulla, abbiamo fatto un giro in macchina, poi una volta tornati a casa ci siamo fatti un bel bagnetto"
Sorrisi, masticando una fetta di pizza ordinata d'asporto quindici minuti fa.

Oggi non ero in vena di cucinare.

"Non ci sta calcolando"
Nicolas lo fissa felice, con quel sorriso sincero e leggermente nascosto dalla sua mano chiusa, posata fra il mento e l'angolo della bocca.

"Ha i suoi giochi preferiti, forse è meglio così"
Lasciai perdere mio figlio ai suoi passatempi, molto più importanti del papà e della mamma a quanto pare.

"Tu invece? Cosa fai tutto il giorno. Pensi un poco a te?"
Restai un po' interdetta a quella domanda, sospirai, posai sul piatto di plastica la terza fetta di pizza alla margherita.

"Sto bene, ogni cosa che faccio è per lui"
Mi giro verso il piccolo, dando un'occhiata che non ci sia quale problema, ne con i giochi, ne con i peluche.

"L'altro giorno ho scoperto che gli piace il rumore del motore della macchina quando acceleri. Come a te e poi resta a bocca aperta quando vede i lampioni della strada accessi"
Sorrisi al pensiero di quelle sue guanciotte alzarsi e mostrarmi quelle sue piccole gengive ancora privi di qualunque dentino.

"È molto bello, ma, devi pensare un poco a te stessa, io non ci sono e non deve accadere nulla di male a nessuno dei due"
La mia vita oramai gira intorno a lui, Nicolas sbaglia. Sono maggiorenne e posso fare quel che reputo migliore, mio figlio.

"Non accadrà nulla, proprio perché stiamo passando un brutto periodo devo mettere da parte le cose di minore importanza"
Risposi alla sua inutile richiesta, non posso perder tempo con la palestra, creme ed altri hobby che mi piacciono, tuttavia devo fare ben altro per occuparmi del bambino.

"Te non sei di minore importanza, per tutti e due"
L'unica cosa è di restare calma e non trasmettere alcuna emozione negativa.

Questo è il mio obbiettivo più grande.

"Io devo solamente mantenere la calma, capisce tutto questo furbacchione"
Ogni giorno non smette mai di sorprenderti, la colpa è mia. Credo di essere io quella forte, quella che deve tirare su di morale l'altro, colei che ha in mano le redini ed il controllo si tutto.

Poi vedi lui, che gioca, si gira e a modo suo sorride, piange appena si stacca. È lui che ha in mano il mio cuore, che comanda la mia mente, che mi trae in salvo da ciò che potrebbe farmi male. È lui l'eroe fra i due.

"Per adesso sarà così, metterò al primo posto altre priorità anche se questo già lo sapevamo"
Noto il piccoletto che cerca di slanciarsi verso di noi, così lo prendo in braccio e quando siedo, con la sua manina calda e morbida come poche, tocca le mie labbra, successivamente posa la manina sullo schermo dal quale vede il suo papà.

"Ti stai facendo grande ometto. Fai il bravo bimbo, anche se lo sei già"
Agita la mano e ci manda un grosso bacio.

Mi sentì nuovamente persa e preoccupata per lui.

Un segno del destino? Qualsiasi cosa sia, suonò il mio cellulare e quella persona a cercarmi era Matthew.

Un amore impossibile 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora