Capitolo 76

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Sono passati un paio di mesi. Da quel giorno, la fiamma in me e Nicolas ha ripreso a divampare, diventando sempre più forte e focosa.

Abbiamo ripreso dalle piccole cose.

Trascorrere dei pomeriggi insieme, uscire, andare al luna park.

In più, non so se sia colpa del mio corpo o del fatto che lui conosca mi conosca molto bene.

Basta poco, un abbraccio, un bacio che casualmente, arrivava vicino l'angolo della bocca o sul collo.

In me ritornava quell'intimità che mi era mancata, ma nonostante ciò, dovevo trattenerla.

Avrei reso vana la mia resistenza e le lacrime perse durante la sua mancanza. Per non parlare delle sue parole.

Così, qualche volta che provò a baciarmi, gli dissi di non provarci così spudoratamente. Gli avrei fatto passare le pene dell'inferno, però, volevo riaverlo a casa e riassaggiare quella normalità ed amore alleggiare nell'aria, mettendomi di buon umore.

Qualche giorno dopo tornò a casa nostra.

Ingrid fu molto felice, Riccardo un po' meno.

E lo comprendo. Non vuole vedermi soffrire.

Lo lasciai sgridarmi per un po' fino a quando gli risposi, di volerlo bene anche io e se Nicolas dovesse sbagliare, di nuovo, lo avrei castrato e poi trasformato in Sara.

Riccardo si mise a ridere, mi diede della capa tosta. Non che fosse questa gran novità.

"Amore. C'è papà, visto chi c'è"
Sussurrai a nostro figlio, mentre il padre sistemava la camera di Giorgio.

"Pa. Pa, pa!"
Contento, probabilmente per aver capito come chiamare quella figura presente, al mio fianco, con la quale ha un gran legame e che ci rende felice.

Giorgio iniziò a battere le mani.
Felice sorrisi.

Nicolas rimase fermo.

Aveva sentito, lo so. Non voleva farsi vedere. O era troppo felice, ma non credo debba esserci vergogna in una cosa simile. Sennò sta piangendo di gioia, allora lo capirei. È cocciuto.

"Nicolas!"
Lo chiamai.

In sottofondo c'è il piccolo che ripete quella parolina e continuerà così per molto tempo.

Fece la medesima cosa con me.

"Mama. Papa"
Giorgio posò il ditino sulle mie labbra, per indicarmi e poi verso il padre.

Quest'ultimo si decise. Si girò, sorrise e con degli occhi luminosi prese fra le sue braccia il figlio, riempiendolo di baci, finendo per abbracciarlo.

Una scena i dimenticabile.

Nicolas mi guardò.

Dai suoi occhi, capì che dentro di se, si rese conto di quanto avesse sbagliato, tempo prima nel perdersi ogni cosa.

Con le labbra mimò un "grazie" .

Non capì a cosa si riferisse, annuì e basta.

Un amore impossibile 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora