Capitolo 1

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#Aurora POV

13 luglio 2017.
Guardo fuori dal finestrino, il treno viaggia spedito verso Roma. Ho un importante colloquio di lavoro, inutile dire che sono tesa.
La mia vita nell'ultimo periodo è abbastanza cambiata: sono stata licenziata da un giorno all'altro. Di certo è anomalo, nel duemila diciassette, che una squadra di calcio abbia un manager donna che si occupa di ogni aspetto gestionale.
Ebbene sì, sono una manager.
Ho studiato Management all'università di Bologna e mi sono laureata dopo tre anni con il massimo dei voti. Ho sempre voluto fare questo lavoro e, con immensi sforzi, dopo tanto studio ci sono riuscita, ma pensavo sarebbe stato per sempre, invece ho dovuto ricredermi.
Per fortuna, visto il mio curriculum, ho già ottenuto un colloquio di lavoro.
Di certo non mi aspettavo di allontanarmi così tanto da Bologna, dove vivo da ormai sei anni insieme alla mia migliore amica Elisa. Io e lei abbiamo anche già discusso al riguardo.
Sbuffo infastidita e mi distoglie dalle mie riflessioni il suono del mio telefono. Mi affretto a trovarlo nella borsa e sorrido vedendo il nome di Alessandro, il mio fidanzato da quattro anni a questa parte ormai.
Abbiamo una storia a distanza, lui vive a Milano e lavora nell'ambito della finanza. Da quando sa che sono stata licenziata ho perso il conto delle volte in cui mi ha chiesto di raggiungerlo per andare a vivere con lui e, magari, fargli da segretaria nel suo mega ufficio.
Diciamo che sminuisce e non poco il mio titolo di studio e sicuramente io non sono una segretaria e tutto fare, ma ancora non l'ha capito. Tra i nostri due lavori ovviamente reputa il suo più importante e prestigioso.
- Pronto? - cerco di mantenere la calma, so che quando saprà dove sono diretta finiremo per discutere e io devo concentrarmi solo sul mio colloquio di lavoro.
- Ciao piccola, come va? - mi domanda. Almeno per ora sembra non sapere niente del colloquio, io non gli ho ancora detto nulla e forse mi aspettavo lo sapesse tramite Elisa, visto che i due sono molto amici. È ovvio che sono felice che il mio ragazzo e la mia migliore amica vadano d'accordo, visto che sono i due pilastri della mia vita.
- Tutto bene, sono un po' agitata. Sto andando a Roma per un colloquio di lavoro. - ecco, l'ho detto, non sono di certo il tipo di persona che mente.
- Scherzi? A Roma? Fossi in te andrei ancora un po' più lontano da me. - afferma lui alzando immediatamente il tono della voce.
- Non ho alcuna intenzione di litigare con te, ora che sono in treno. Qui si parla del mio lavoro, non di noi. -
- Puoi trovare qualcosa a Milano, almeno possiamo viverci la nostra storia quotidianamente. E poi ti ho già detto che puoi lavorare per me, ti costa tanto accettare? -
Sbuffo, - Sì, mi costa, perché ho studiato tanto e voglio essere una donna in carriera tanto quanto tu sei un uomo in carriera. -
Ride, - Hai paura di essere sminuita per essere qualcosa meno di me? -
Questa da lui proprio non me l'aspettavo, - Non gira tutto intorno a te, non faccio le cose per te. Le faccio per me, per i sacrifici che io ho fatto studiando come una matta. Lo faccio anche per i miei genitori e per i sacrifici che hanno fatto per aiutarmi a pagare gli studi. Lo faccio perché credo in me e nelle mie capacità e tu, francamente, mi stai sminuendo chiedendomi di essere una semplice segretaria, cosa che non sono. Ho bisogno del mio lavoro, della mia carriera e di fare le mie scelte. - affermo con tono deciso.
Non intendo farmi mettere i piedi in testa da lui. Ultimamente è così tra noi: lui preme per avere di più dalla nostra storia, magari è anche normale dopo quattro anni, e io invece non sono pronta a dargli ciò che vuole.
Non sono pronta a vivere con lui, magari sposarci e mettere su famiglia. Ho ventinove anni e tutta la vita davanti per pensare alle cose serie, non voglio finire a far parte di una vita con scelte già disegnate e in cui potrei avere tutto facilmente.
Non sono il tipo. Io amo complicarmi la vita e lui dovrebbe saperlo, dovrebbe essere la persona che mi conosce meglio di chiunque altro, ma non sembra essere così.
La sua voce mi riporta alla telefonata.
Abbiamo passato fin troppo tempo in silenzio. Strano si sia preso del tempo prima di dire ciò che doveva. Non è da lui, dato che è abbastanza istintivo, proprio come me, anche se spesso mi pento quando parto in quarta e parlo troppo, ma non credo che sia questa la volta in cui mi pentirò.
- Con le tue scelte potresti perdermi, anche perché nelle tue scelte non rientro mai. - forse non ha tutti i torti a dire questo.
- Non sono mai stata quella con una vita facile. Anzi, io amo complicarmi la vita, non voglio sia tutto facile. Lasciami fare le mie scelte e lasciami sbagliare se è necessario. Se facessi ciò che mi chiedi, presto o tardi finirei per esplodere. Non voglio sentirmi prigioniera della mia vita. -
Sento che ha chiuso la chiamata.
Sospiro, ma avevo bisogno di dirgli queste cose. Già mi immagino cosa mi dirà Elisa questa sera quando tornerò a casa, anche se sicuramente per allora saprà già tutto, e finiremo di nuovo per litigare.
Lei è sempre dalla parte di Alessandro e sa tutto di noi, di me e lui. Sa che lui è il mio primo amore, la prima persona di cui mi sono innamorata, la prima persona per cui ho fatto pazzie anche il giorno prima di un esame importante, il primo amore che fa tremare il terreno sotto i piedi quando sei lontana da lui e ti manca. E, sì, fino a poco tempo fa avrei fatto i salti di gioia se mi avesse chiesto di vivere insieme. Ho sempre sognato un futuro con lui, ma nell'ultimo periodo sono carica di dubbi.
Il sentimento per lui sembra essersi calmato, affievolito. Forse è una semplice evoluzione dopo quattro anni, ma non credo che sia un bene non aver bisogno di vederlo o sentirlo come ne avevo prima. Anche la mia gelosia è completamente passata: se prima litigavamo e davo di matto per qualsiasi essere di genere femminile che si avvicinasse a lui ora sono totalmente calma, come se ormai non me ne importasse più nulla, e mi sembra strano che Elisa non abbia notato tutto questo, proprio lei che sa tutto di me e, nonostante tutti i miei dubbi, mi spinge ad andare da lui ad accettare la sua proposta.
Proprio lei, che studia medicina e sta facendo la specializzazione in chirurgia, dovrebbe capirmi meglio di chiunque altro, ha fatto tanti sacrifici e ancora ne sta facendo per studiare e lavorare, dovrebbe sapere che voglio continuare a realizzarmi.
Non posso mettermi in un angolo a fare la segretaria per Alessandro, fissargli gli appuntamenti e portargli il caffè in ufficio. Sì, fino a qualche mese fa l'avrei fatto per passare il più tempo possibile con lui.
Tutta questa confusione mi destabilizza.
Pensavo di vivere un sentimento eterno, che non sarebbe mai finito, invece dentro di me sento che è tutto finito.
Per Alessandro resta solo il bene, come è normale quando una relazione finisce.
Io sognavo tutto con lui, un futuro, una casa, una famiglia, ora se penso a me e lui in quella situazione mi sento mancare l'aria e so che non è quello che dovrei provare.
O meglio, non dovrei provarlo se fosse realmente amore il nostro.
Mi sarò illusa, forse, era un sentimento forte, ma il vero amore non passa mai e questo ormai è passato, forse anche da un po' di tempo.
Ci ho solo messo un po' troppo a comprenderlo.
Dovrò prendere una decisione, mettere un punto a questa relazione. Magari lui ci soffrirà ma con il tempo capirà che è meglio così e sono certa che troverà la persona giusta per lui, quella pronta a dargli ciò che gli serve, e quella persona non sono io.
Il treno si ferma.
Recupero le mie cose e mi dirigo con passo spedito verso l'uscita della stazione Tiburtina alla ricerca di un taxi che mi porti verso un hotel in centro. Un luogo insolito per un colloquio di lavoro, sono curiosa di ciò che avranno da propormi.
So solo che come ambito avrà a che fare con la musica e la cosa mi incuriosisce molto, anche se sarebbe la mia prima esperienza lavorativa in questo campo.
Ma la musica è la colonna portante delle mie giornate, la miglior medicina a qualsiasi male. Non esiste giorno in cui io non ascolti musica, a volte mi ritrovo addirittura a cantare, è la mia valvola di sfogo.


Faccio il mio ingresso nell'hotel con passo deciso, è la maniera migliore mostrarsi sempre sicuri durante un colloquio di lavoro.
Subito vedo un uomo sulla quarantina raggiungermi.
- Aurora Luddington? - domanda.
- Sì, sono io. - e sorrido leggermente.
- Piacere, io sono Max. - mi porge la mano che io stringo senza alcun dubbio.
- Piacere mio. E grazie per questa opportunità. -
- Grazie a lei per aver accettato. - nel frattempo ci siamo accomodati sui divanetti della hall.
- Si figuri. -
- Ho letto il suo curriculum e sono rimasto molto colpito. -
- Oh, la ringrazio. - quando mi fanno i complimenti finisco sempre per imbarazzarmi.
- Sono complimenti meritati. Tanto studio, tanto perfezionamento e tanto lavoro. Trovo che lei sia la persona adatta per il ruolo che sto cercando. Certo, questo comporta che lei si dovrà trasferire a Roma. Vive a Bologna, giusto? - mi domanda.
Sono frastornata, mi sta chiaramente offrendo un posto di lavoro, l'opportunità della vita.
- Sì, vivo a Bologna, ma avevo messo in conto l'eventualità di trasferirmi, se necessario. Non ho problemi. - sto leggermente mentendo. Di problemi ne avrò, sia con Elisa che con Alessandro, però, alla fine, credo che sia un loro problema, è la mia vita e ne sto finalmente prendendo in mano le redini. Forse per la prima volta in vita mia sto mettendo me stessa al centro.
È la mia vita e devo esserne la protagonista, devo pensare a me stessa, a ciò che voglio realmente e a cosa mi farebbe bene e allontanarmi da Bologna mi farebbe bene, tanto bene.
Ormai là mi manca il fiato, discussioni su discussioni con Elisa per via delle tensioni tra noi, per via di Alessandro, per via dei nostri lavori che sono stressanti, e io ho bisogno di pace.
Sicuramente Roma sarebbe un buon modo per ricominciare e anche le cose tra me e Elisa cambierebbero. Sono certa che saremo in grado di trovare un nuovo equilibrio, io e lei ne abbiamo passate tante, supereremo anche la distanza.
- Bene, allora le spiego un po' in cosa consisterebbe il suo ruolo, così anche lei mi può dire se è una cosa che le può interessare. -
Annuisco solamente e lascio che sia ancora lui a parlare, anche se non ho molto da valutare.
Il mio è un sì. Ho bisogno di lavorare oltre che andarmene da Bologna.
Max mi spiega nel dettaglio il lavoro: organizzare l'agenda con i vari impegni dell'artista, fissare interviste con giornali piuttosto che con stazioni radiofoniche e televisioni, occuparmi della parte social per tenere aggiornati i fan e curare la scelta delle location dei concerti e vari live, infine aggiunge anche la prenotazione degli spostamenti aerei e degli hotel dove alloggiare durante il resto del tour estivo ed invernale.
Fino a qui tutto nella norma.
- Ti avviso che non sarà facile. Ha già un sacco di impegni in agenda e ora deve iniziare la collaborazione con un altro artista. Dovranno scrivere una canzone insieme di conseguenza dovrai fare da tramite con il manager dell'altro artista e riuscire a incastrare i loro incontri tra un impegno e l'altro. Entrambi sono impegnatissimi. -
La fa facile lui.
- Sembra una sfida quasi impossibile. - dico con tutta sincerità. Lui annuisce. - Però io adoro le sfide, adoro le cose complicate. Quindi devo dire che la cosa mi stimola e mi interessa molto. -
Max sorride, - Sapevo che eri la persona giusta. Nello staff ci serve qualcuno di giovane, vitale e che porti nuove energie e metodi di lavoro. -
- Beh, ci proverò sicuramente. - sono molto determinata, voglio riuscire nell'intento e non deludere Max.
- Sono certo che ci riuscirai. - mi dice lui, come se mi avesse letto nella mente.
- Grazie per la fiducia. -
- Non mi pentirò. - scommette su di me e mi ricorda proprio gli inizi del mio lavoro, io traballante ma con qualcuno che credeva fortemente in me. E ora anche io credo fortemente in me, dopo anni di duro lavoro ho visto i frutti.
- Posso sapere chi è l'artista in questione? - chiedo curiosa.
- Ti lascerò con il dubbio fino a che non avrai firmato il contratto. - e scoppia a ridere.
- Pensa che cambierei idea sapendo chi è l'artista? - domando.
- No, penso di no. Però mi diverte fare così, ti lascio un po' con il dubbio, vedremo se capirai chi è. -
- Va bene. -
- Che ne dici di iniziare settimana prossima? O è troppo presto? Immagino che dovrai organizzarti con il trasloco e tutto. -
- Non è presto, penso di farcela. Settimana prossima firma del contratto quindi? -
- Sì, ti manderò una mail con l'indirizzo di dove ci troveremo. -
- Perfetto. -
- Posso aiutarti in qualche modo? Penso che dovrai trovare una sistemazione, no? - è gentile da parte sua e io sono sempre stata abituata a fare tutto da sola.
- Penso di poter trovare qualcosa oppure temporaneamente mi troverò un hotel fino a che non troverò un posto dove stare. Non si preoccupi, sono una maga a risolvere problemi. - e rido.
- Allora ho assunto la persona giusta per essere il mio braccio destro. - e mi sorride.
- Non la deluderò. -
E successivamente ci salutiamo. Prendo un taxi e torno verso la stazione, nel frattempo mando un messaggio anche ad Alessandro e gli chiedo di raggiungermi a Bologna. Ho bisogno di parlare di questa opportunità con lui ed Elisa e devo farlo guardando entrambi negli occhi. Spero non mi manchi il coraggio quando sarà il momento.
So che nessuno di loro la prenderà bene, ma nel frattempo per non pensarci inizio a consultare i siti degli annunci immobiliari.
Gli affitti a Roma costano tantissimo e io non ho ancora ben chiaro quale sarà il mio stipendio, ma è risaputo che non si parla mai di denaro al primo colloquio di lavoro, quindi penso che dovrò accontentarmi di condividere un appartamento, almeno per i primi tempi e poi si vedrà. Decido di pubblicare un annuncio e consultare anche gli altri di chi cerca un coinquilino.


Incredibile come il viaggio sia volato, andata e ritorno in un giorno e tra una settimana partirò di nuovo.
Controllo il telefono, ovviamente Alessandro non ha risposto, ma spero si sia presentato.
Recupero la mia borsa e mi avvicino alla porta d'uscita visto che sono giunta alla mia destinazione e la mia domanda di poco fa trova risposta: Alessandro è qui.
Quello che mi lascia senza parole, però, non è la sua presenza, quanto chi è insieme a lui e in un atteggiamento che non dovrebbe per nulla essere normale. Alessandro ed Elisa sono avvinghiati e dalla mia posizione non riesco a capire se si stiano baciando, anche se devo essere sincera a questo punto poco me ne importa, mi sento tradita. Ho riposto tutta la mia fiducia in loro e nei rapporti che negli anni abbiamo costruito insieme, ma cosa ho costruito? Una vita basata su un castello di bugie? Chissà da quanto tempo i due si divertono a giocare alle mie spalle, cretina io che mi sentivo anche in colpa nei confronti di entrambi. Mi pare chiaro che invece le colpe siano solo le loro.
Decido di darmi una mossa, asciugo una lacrima solitaria mentre mi avvicino ai due che non mi hanno nemmeno notata da tanto sono presi l'uno dall'altra. Il mio cuore è spezzato dal tradimento e non so con quale forza riesco a piazzarmi di fronte a loro.
I due hanno una faccia da panico appena mi vedono, si scambiano uno sguardo.
- Possiamo spiegarti tutto. - afferma Alessandro.
Rido, lo trovo divertente, - Davvero? - chiedo velenosamente. - Non so cosa vi inventerete questa volta, purtroppo per voi non sono scema e gli occhi mi funzionano ancora. Forse finalmente li ho aperto su voi due e su cosa siete realmente l'uno per l'altra. -
- Aurora, per favore, hai frainteso tutto. - dice Elisa.
- Elisa, piantala. Torno e ti trovo avvinghiata a lui, ora capisco perché faceva comodo che io stessi con lui, perché eri felice che venisse a trovarci. Capisco anche perché volevi che andassi a Milano da lui, volevi un modo in più per avvicinarti. Mi avete tradito entrambi. Avete giocato alle mie spalle. Spero vi siate divertiti perché voi due con me avete chiuso. Alessandro tra noi è finita, se vuoi lei te la prendi. Elisa, settimana prossima faccio le valigie, mi aspettano a Roma, mi aspetta sicuramente un'altra vita, una vita migliore senza falsi alle mie spalle. - e così li lascio in stazione mentre io vado a farmi un giro, ho bisogno di sbollire la rabbia.

Un'altra vita - Fabrizio Moro [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora