Capitolo 27

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#Aurora POV


16 giugno 2018, stadio Olimpico.

Sto dirigendo i lavori perché questa sera ci sarà il grande concerto di Fabrizio. Lui è già arrivato ed è in camerino a prepararsi per fare le prove, ha anche alcune interviste e dovrà accogliere gli ospiti che ha invitato a cantare con lui.

- Ehi voi, che state facendo? - e blocco gli operai che stanno iniziando a smontare la porta da calcio.

- Stiamo smontando la porta, dobbiamo finire la copertura del prato. - mi spiegano in modo ovvio.

Io fisso Libero che sta giocando a calcio sotto la Sud e si diverte a fare gol. Ancora ricordo l'intervista di Fabrizio dove ha raccontato che suo figlio gli aveva esplicitamente chiesto di venire all'Olimpico nel pomeriggio per giocare a calcio sotto la Sud, quindi non possono togliergli il suo divertimento.

- Beh, credo possiate rimandare. Come vedete la porta ora serve a lui. - e indico Libero a cui mi sto avvicinando restituendogli il pallone da calcio che era finito vicino ai miei piedi.

- Grazie. Posso giocare ancora? - mi domanda il piccolo.

Gli sorrido e annuisco solamente. - Ti stai divertendo? - oso domandargli mentre mi appoggio al palo della porta.

- Sì, molto. Preferisco il calcio alla musica - dice lui sicuro di sé. So che non ama molto la musica perché pensa che sia il motivo per cui suo padre è spesso lontano da casa.

- Sai che io ho lavorato per dei calciatori fino a poco tempo fa? - chiedo. Lui nega. - E ora lavoro nel mondo della musica ed entrambi i mondi sono pieni di campioni. Sono certa che anche tu diventerai un grande campione. -

- Grazie! - gli sorrido e poi torno al mio lavoro e mi accorgo che Fabrizio ha assistito alla nostra conversazione.

- Pronto per le prove? - domando. Lui annuisce e basta, prima di avviarsi sul palco per iniziare le prove. Recupero la mia cartellina e verifico la tabella di marcia, procede tutto alla grande. Mi perdo un po' ad ascoltare alcune canzoni prima di tornare a controllare come procede il tutto.

- Ciao, lavori con il mio papà? - alzo gli occhi dai fogli che sto controllando e abbasso lo sguardo, trovandomi di fronte ad uno scricciolo di cinque anni identica a suo padre. Mi abbasso per essere alla sua altezza.

- Ciao piccolina. - e le sorrido - Sì, lavoro con il tuo papà. Mi chiamo Aurora! - e le porgo la mano.

- Ti chiami come la principessa! - sorrido, non ha tutti i torti.

- Io qui però vedo solo una principessa e sei tu. - appena finisco la frase arriva Fabrizio che è sceso dal palco dove ha appena terminato le prove per il concerto di stasera.

- Anita, andiamo? - e porge la mano alla bambina che corre verso di lui. Non posso non sorridere vedendoli insieme, si vede quanto ama i suoi figli e i piccoli gesti come questo lo dimostrano.

- Papà, lavori con una principessa! - e mi fissa.

Fabrizio è perplesso. - Aurora è una delle principesse della Disney. - e sorrido.

- Non lo sapevo fosse una principessa...- e fa l'occhiolino alla figlia.

- Adesso lo sai. - e lui annuisce prima che Libero li raggiunga entusiasta per aver appena giocato sul prato dell'Olimpico - Campione, andiamo che devo prepararmi e tra poco arriverà vostra madre! -

Pensavo che i bambini sarebbero rimasti per tutto il concerto, ovviamente mi sbagliavo.

- Andate a casa ora? - chiedo ai piccoli e Fabrizio si volta verso di me perplesso, solitamente non mi prendo confidenze verso i suoi figli. I piccoli annuiscono per cui mi avvicino per salutarli per bene.

Un'altra vita - Fabrizio Moro [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora