Capitolo 60

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#Aurora POV
8

ottobre 2019
È il mio compleanno e come da tradizione faremo una cena con tutti i nostri amici e ovviamente anche con le nostre famiglie, tra poco infatti dobbiamo andare in aeroporto a recuperare i miei genitori.
Adoro svegliarmi con calma. Ora i risvegli sono ancora più speciali perché ogni mattina c’è la mano di Fabrizio che mi accarezza dolcemente la pancia.
- Buon compleanno, amore! - si solleva leggermente e mi bacia. Un bacio che ricambio e quando ci stacchiamo sorrido.
- Grazie, amore. -
- Come ti senti, piccola? - mi domanda, è sempre molto premuroso con me. Dire che sono fortunata è dire poco.
- Sto bene, tranquillo. -
- Ti è passata la nausea che avevi ieri sera? -
- Sì, spero non si presenti questa sera, non sarebbe il caso. -
- Lo so. Vuoi che vado io a prendere i tuoi genitori? -
- Vengo anche io, tranquillo. Sicuro che ospitarli qui da noi sia una buona idea? -
- Ma certo, tanto si fermano un paio di giorni, non preoccuparti per il nostro segreto. -
- Va bene. Certo che giusto un anno fa mi chiedevi di convivere e ora guardaci, con un bimbo in arrivo. -
- Penso che non potrei essere più felice di così. Io, te, una casa, una vita insieme e tra pochi mesi un bambino tutto nostro. -
- Concordo. - 
Mi alzo con calma, ma sono costretta a correre in bagno. Dannata nausea. - Per fortuna era passata. - dice lui divertito aiutandomi a rialzarmi.
- Finirà presto, no? - chiedo io.
- Dopo il terzo mese dovrebbero finire, tranquilla. -
- Vedi? Tu ci sei già passato per cui sai sempre tranquillizzarmi. -
- Almeno sono utile. Vado a prepararti la colazione. -
- Grazie. - intanto mi lavo i denti ed inizio a truccarmi un po’ così da non essere troppo bianca e mascherare i sintomi della nausea.

Colazione finita, andiamo a vestirci. - Anvedi! - dice lui osservando la mia pancia.
- Si inizia leggermente a vedere, in fondo manca poco e sarò di un mese. -
- Lo so e non vedo l’ora di accompagnarti alla prossima ecografia, tenerti la mano e sentire il suo cuore che batte. -
Sorrido e lo bacio. - Non vedo l’ora che tu sia con me, anzi, con noi a condividere questo momento, papà. -
Lo vedo commosso e si avvicina prendendomi per i fianchi e baciandomi.
- Sai quando lui o lei mi chiamerà così sono certo che scoppierò a piangere. -
- E io ti asciugherò le lacrime e condividerò con te questa grande emozione. - dico al mio uomo.
Amo di lui questa dolcezza e sensibilità che non nasconde, anzi ne va fiero e la mostra anche al suo pubblico, ma è proprio questo a renderlo vero e autentico ai loro occhi. Sanno che lui non ha maschere: come lo vedono sul palco, lui è così nella vita.
- Tu piangerai? -
- Probabilmente sì, anche perché come vedi sembro tanto dura, ma sotto sotto sono una tenerona. -
- Amore, credimi, ma detta così suona malissimo. - e ride.
- Perché? -
- Perché i Teneroni sono un cibo da mangiare. -
Rido anche io. - Il solito cretino. - e finisco di abbottonare la camicia bianca, chiudo i pantaloni ed indosso le scarpe da ginnastica. - Metti il giacchetto. -
- Sì, tranquillo. - apro nuovamente l’armadio per recuperare il mio chiodo di pelle. - Visto? -
- Lo dico per te, non puoi rischiare di ammalarti. -
- Lo so. - usciamo di casa e saliamo in auto, direzione aeroporto per andare a prendere i miei genitori. Pranzeremo in centro sia con i miei che con quelli di Fabrizio.
- Mamma! Papà! - li richiamo alzando la mano e subito mi raggiungono abbracciandomi.
- Tesoro, auguri! - dicono poi.
- Grazie. Ciao Fabrizio! - e gli stringono la mano.
- Benvenuti. Come è andato il volo? -
- Tutto bene, grazie, e grazie dell’ospitalità. -
- Casa nostra è casa vostra. - dice il mio fidanzato. - Andiamo? - domanda poi aiutando mia mamma con la valigia.
- Certo. Cosa avete organizzato? -
- Pranzo tranquillo con le famiglie e stasera a cena ci saranno anche i nostri amici. -
- Non vogliamo essere di troppo. -
- Non siete di troppo, mamma. - la rimprovero io. - Ho già organizzato tutto e mi offendo se mi fate cambiare il programma. -
- Ci saremo, tesoro. - mi dice mio padre mentre saliamo in auto.

Siamo a pranzo in centro e leggo il menù stando attenta a non ordinare cose che non posso mangiare.
- Aurora, sei pallida. Stai bene? - mi chiede Marisa.
Sorrido, è sempre così attenta. Ha sicuramente contagiato il figlio, visto che è perennemente premuroso, soprattutto con me.
- Sì, sto bene. - le dico.
- Lei è sempre bianca, a differenza mia. - sdrammatizza Fabrizio.
- Il buon sangue calabrese non mente. - replica Franco, il padre di Fabrizio.
- Eh già. - e sorrido quando arrivano le nostre ordinazioni.
- Allora, ragazzi, nessuna novità? - ci chiedono i miei genitori.
A volte credo di aver scritto in faccia il mio stato, ma non è così. - No, cioè sto lavorando all’ep di Fabrizio ed Ermal e tra poco si riprende a lavorare. - dico io.
- Peccato. A Natale che farete? -
- Sicuramente a Roma perché poi con l’anno nuovo parte il tour europeo e voglio godermi casa e i bambini prima della nostra partenza. - spiega Fabrizio. - Ovviamente staremo tutti insieme e siete invitati. - e fissa tutti i presenti.
- Grazie. - i miei lo ringraziano e ci concentriamo sul pranzo. Tutti sono perplessi dalla crostata che c’è come torta.
- Come mai? -
- Visto che oggi doppia festa, meglio se sto leggera almeno a pranzo Non sono più così giovane e il corpo è cambiato dunque prendo peso più facilmente. -
Subito sia mia madre che Marisa mi guardano male. - Tu dovresti farle capire che è sempre bellissima. - dice Marisa a Fabrizio.
- Lo faccio, ma è una gran testarda. - dice lui baciandomi la guancia.
Io rido. - Sai come sono e non cambierò di certo a trentadue anni. - ammetto.
- Lo so. - e mi sorride divertito.
I nostri genitori vanno talmente d’accordo che decidono di andare a fare un giro insieme e ci vedremo direttamente questa sera a cena. Sospiro di sollievo mentre io e Fabrizio torniamo a casa da soli per un po’ di relax, ormai la stanchezza si fa sentire.
- Sei stanca? -
- Un po’, che dici ci riposiamo un po’? -
- Conviene. Secondo te sospettano qualcosa? - mi domanda mentre parcheggia l’auto.
- Non credo, almeno per ora no. -
Fabrizio annuisce e ci concediamo una veloce doccia prima di riposare in vista della festa serale.

Un'altra vita - Fabrizio Moro [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora