Capitolo 3

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#Aurora POV

Gli operai hanno appena finito di caricare l'ultima scatola e stanno partendo ora direzione Roma con un piccolo furgoncino contenente tutti i miei effetti personali. Io tra poco mi avvierò alla stazione e potrò viaggiare leggera, le ragazze mi hanno detto che verranno a prendermi in stazione. In questi giorni mi hanno anche spiegato che spostarsi a Roma è abbastanza un casino e, spesso e volentieri, si finisce per usare i mezzi pubblici o prendere un taxi perché avere una macchina conviene poco: troppo traffico e pochissimi parcheggi.

Esco dall'appartamento e lascio le chiavi alla portinaia del palazzo, ho lasciato un biglietto d'addio per Elisa dicendole di prendersi cura di sé e inseguire ciò che vuole realmente. Per quanto mi abbia fatto male, non riesco ad essere cattiva e augurarle il peggio, non sarebbe da me per quanto io mi senta cambiata dopo ciò che ho subito.

Prendo il taxi che si dirige verso la stazione di Bologna e nel frattempo avviso le ragazze che sto per partire.

In treno ho un po' di cose da leggere, mi sono documentata riguardo "la fattoria del Moro" e devo dire che la cosa mi entusiasma molto, anche se non sono ancora riuscita a capire per chi dovrò lavorare.

Fisso il biglietto che tengo tra le mani. La scritta solo andata mi fa sentire in modo strano mentre fisso dal finestrino Bologna che si allontana.

Sono arrivata qui praticamente piccolissima insieme ai miei genitori e da quel giorno ne è passato di tempo, loro sono tornati in Inghilterra quando ho deciso di andare a vivere con Elisa, ormai ero grande e non avevano tutti i torti. Tra alti e bassi ho sempre saputo cavarmela da sola e non sono mai dovuti tornare per aiutarmi per qualche casino, sono tornati solo in occasione della mia laurea.

Sorrido ripensando a quel giorno, dopo tre intensi anni di studio ho raggiunto il mio obiettivo e poi ho iniziato subito a lavorare e di gavetta ne ho fatta: ho lavorato in vari campi e ora che ci penso mi domando come mai non ho mai pensato alla musica. Essendo così importante per me, forse doveva essere naturale decidere di lavorare in quell'ambito o forse, semplicemente, la chiamata è arrivata ora, nel momento giusto per me. Era una questione di destino e io ci credo molto nel destino.

Pago la corsa ed entro in stazione. - Ciao Bologna! -

Sì, penso, é un arrivederci. Magari lavorando con la musica ci tornerò con l'artista con cui dovrò lavorare. Ésicuramente un aspetto molto stimolante per me, il poter viaggiare. Nella mia vita ho viaggiato, ho visitato molti posti soprattutto durante i miei periodi di vacanza, meritata direi, visto quanto sono una stakanovista del lavoro.

Ora penso che dovrò viaggiare molto, almeno Max mi ha fatto capire che sarà così visto che l'artista è in pieno tour estivo. A tal proposito, recupero la cartellina con i documenti che ho stampato e la sistemo sul tavolino di fronte a me, cercando di risolvere il rebus. Fabrizio Moro ha fondato questa etichetta indipendente per poter lanciare artisti emergenti donando loro anche i suoi pezzi che non voleva lasciare chiusi nel cassetto e in questo modo ha avuto modo di dare spazio ai giovani o a chi non trovava un'opportunità con le major discografiche. Ho trovato anche alcuni nomi degli artisti, ma in questo momento nessuno di loro pare essere così impegnato con un tour e un nuovo progetto con un altro artista.

Direi che non riesco a risolvere l'incognita e mi sta anche salendo il mal di testa, sistemo i fogli nella mia borsa e mi appoggio meglio al sedile cercando di non pensare, tra poco saprò tutto direttamente da Max.


Sono arrivata a Roma, scendo dal treno e mi guardo intorno fino ad individuare Agnese, Beatrice e Marta che mi aspettano direttamente sul mio binario.

Un'altra vita - Fabrizio Moro [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora