CAPITOLO 25

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Edward

Mentre racconto di mio nonno, ho quasi le lacrime a gli occhi, non pensavo facesse così male parlare di lui dopo tutti questi anni, pensavo che la mia ferita si fosse chiusa invece é più aperta che mai.

"Una domenica mattina, lui di suo solito andava al mare, lui adorava il mare, si sedeva in spiaggia e ci stava due o addirittura 3 ore. Molte volte anche Monty andava con lui nonostante tutto era da poco che quest'ultimo era entrato nella nostra famiglia, quindi mio nonno cercava di farlo essere al centro dell'attenzione. Penso che tu non sappia di che sto parlando."

Mi guarda con un sorriso.

"Che Monty è stato adottato, si lo so."

Rimango sorpreso.

"Davvero? Forse sei l'unica a saperlo! Nemmeno con il suo amico più stretto ha mai parlato di questo. Rimango sempre più meravigliato da come l'hai cambiato."
"Si è aperto perché anche io sono stata adottata."
"Davvero?"

Spalanco gli occhi e lei annuisce.

"Lascia perdere, poi ti racconterò, intanto continua con quel discorso.."

Mi riprendo immediatamente dallo schock e continuo la mia storia.

"Allora una mattina di 9 anni fa, Monty cercava nostro nonno che non trovava da nessuna parte, quando mi chiese  di aiutarlo, lo cercammo per tutta la casa, ma quando Monty aprì la porta del suo studio, rimase immobile, io gli chiesi cosa fosse successo e lui non mi rispose. Entrai anche io in quella maledetta stanza e quello che vidi mi fa rabbrividire tutt'ora"

Faccio un respiro profondo e una lacrima riga per la mia guancia.

"Era appeso al soffitto con una corda,si era impiccato Jen.. Mi voltai immediatamente verso Monty che  aveva solo 10 anni e l'unica cosa che mi venne in mente era uscirlo da quella stanza. Gridai e accorsero tutti, le voci di mia nonna rimbombarono nella mia testa per giorni e penso anche in quella di Monty. Il suo sguardo divenne più cupo,lui più scontroso e alla fine il nostro rapporto si raffreddó molto, quando prima eravamo davvero uniti noi tre."
"Voi tre?"
"Si Jen, io ho un altro fratello,però lui ha deciso di andarsene completamente da questa casa, per altri motivi."

Prendo fiato.

"Jen quando dopo un po' di ore sono entrato in quello studio, c'era un biglietto sulla sua scrivania diceva:
'Scusatemi.' Però mio nonno non aveva motivo di suicidarsi, aveva una vita allegra lui era la felicità in persona, sempre con quel sorriso in faccia."
"Magari ha avuto qualche problema, ma non voleva farvi capire nulla,per non farvi stare male."

Poggio una mano sulla sua spalla.

"Quella non era la scrittura di mio nonno. Io la conoscevo bene e quella ripeto non era la scrittura di mio nonno."

I suoi occhi si spalancano e trema leggermente.

"Quindi pensi che l'hanno ucciso?"
"Sei una brava detective.
Quando l'ho detto ai miei mi hanno preso per pazzo."
"Non ti hanno creduto?"
"No, non mi ha creduto nessuno."

Scoppio il lacrime, mi ero trattenuto abbastanza.
Lei a mia sorpresa mi avvolge in quelle braccia, mi sento più sereno, più leggero, come se il macigno che ho sul cuore potesse scomparire.
Tutto ciò svanisce quando lei si allontana da me, io alzo lo sguardo e vedo troppa tristezza nei suoi occhi.
Sposto lo sguardo sulle sue labbra: sono così rosee, così delicate, mi avvicino a lei e sto per darle un bacio.

"Che state facendo? Allora eri qui! "

Mio fratello e il suo tempismo, sa sempre arrivare al momento giusto.

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