CAPITOLO 66

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Scott

Non trovarla da nessuna parte mi blocca il respiro.
Sono esattamente due ore che la cerchiamo interrottamente, è come se fosse sparita nel nulla, non riesco a capire dove sia andata.

"Monty se hai avuto qualche litigio con lei, è ora di parlare."

Gli grido sbattendolo al muro.
I ragazzi mi allontanano da lui, io passo una mano tra i capelli e lo guardo fisso.

"È scosso quanto te, Scott,anzi di più. Lascialo stare, non c'entra nulla con tutto questo e tu lo sai. Vuoi solo dare la colpa a qualcuno."

Alzo gli occhi al cielo.
Quanto cazzo è vero, Gesù Cristo. Voglio solo ritrovarla e sapere che sta bene.

"Ho bisogno di aria."
"Ma siamo all'aperto."
"Infatti ne ho bisogno lontano da voi."
"Scott."

Allison mi chiama, ma la lascio perdere. Mi sento troppo scosso e ho bisogno di stare solo.
Devo trovarla, devo trovare mia sorella, fosse l'ultima cosa che faccio.

Ripercorro più volte, la strada che usa sempre Jen, ma non c'è niente, nessuna traccia, come se fosse stata inghiottita dalla terra.
Mi siedo sul marciapiede, incolpandomi di come sia potuto accadere e perché sia sparita così nel nulla, l'unica cosa di cui sono sicuro è che c'entra quel gioiellerie.
Se per caso dovesse ricomparire magicamente dicendo che era andata a comprare una cazzata giuro che la uccido. Magari però prima la abbraccio forte.

Lei per me tutto, io non riesco a vivere senza di lei, non riesco a immaginarmi nulla senza di lei.

Sbatto un pugno sul bordo del marciapiede, quando intravedo qualcosa in mezzo all'erba. Mi avvicino al punto esatto e trovo un telefono leggermente sporco di sangue. Il cuore mi esce dal petto e non ho il coraggio di accenderlo.
Alla fine prendo un grande respiro e lo accendo: è proprio quello suo,dovevo riconoscerlo subito,ma in queste situazioni il subconscio ti gioca brutti scherzi.
Lo sblocco per vedere se trovo un indizio, ma niente, è tutto normale, tranne quella macchia di sangue che pulisco con un tovagliolo.
Se le hanno fatto dal male, giuro che li ucciderò con le mie stesse mani.

Mi alzo da terra e corro nella direzione in cui avevo lasciato la prima volta i ragazzi,li ritrovo leggermente più avanti e con il fiatone mi fermo dinanzi a loro.

"Scusami Monty, se ho pensato che fosse per colpa tua, dato che tempo fa era successo, ma ora so che c'è qualcosa e penso che abbia a che fare con il gioiellerie, con il ciondolo e con il passato di Jen."

Mi guardano con stupore.

"Scott non capiamo, che vuoi dire?"
"Ho trovato il cellulare di Jen in mezzo all'erba c'era del sangue sopra,penso sia stata rapita."
"Hai detto sangue?"

Scatta subito Monty, come se si fosse risvegliato dal suo mini coma che si era creato.

Annuisco con la testa e lui sembra decisamente impazzire.

"Ma come? Ma quando?"
" Si e perché. Calmati Monty, se ti agiti non andiamo da nessuna parte."

Metto una mano sulla sua spalla.

"Tu puoi agitarti e io no? Lo devo rendere più drammatico e andarmene lasciandovi qui come hai fatto tu?"

Si scansa bruscamente.

"Ho sbagliato ok? Dobbiamo collaborare insieme Reed, abbiamo bisogno l'uno dell'altro."
"Ha ragione fratello, dobbiamo restare tutti uniti."
"Hai qualcosa in mente?"

Domanda, cercando di rilassarsi.

"No, speravo che mi potessi aiutare tu, però intanto mi è venuta una cosa in mente: nel mentre che escogitiamo qualcosa, aspettiamo che il rapitore si faccia vivo, magari vogliono dei soldi, forse la storia dall'altro giorno non c'entra nulla con ciò che è accaduto."
"O forse è proprio per quello."
"Se fosse così ci siamo messi in qualcosa più grande di noi."

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