CAPITOLO 60

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Jennifer

I nostri volti quasi si sfiorano, siamo così vicini che posso sentire il suo respiro entrarmi dentro,invadere ogni fibra del mio corpo..

La sua bocca è a un soffio dalla mia, chiudo gli occhi.

Baciami.
Ti prego.

Ho bisogno di un tuo bacio.
Ora. Adesso.
Solo per un secondo.

Riapro gli occhi e lo vedo sempre vicino a me con gli occhi chiusi.
Nessuno dei due rischia così tanto, dopotutto rovinare tutto per uno stupido bacio senza importanza non ne vale la pena.

Mi schiarisco la voce e mi allontano.

"Abbiamo fatto presto."

Dice guardando l'ora.

"Perché non abbiamo concluso nulla."
"Già."

Camminiamo nel silenzio più imbarazzante del mondo.
Tengo il pacchetto tra le mani come se fosse il tesoro più prezioso al mondo e sorrido, sorrido per ciò che mi ha detto, sorrido per come mi sono sentita speciale pochi minuti fa.

"Sai Jen.. Ho sentito mia nonna, ieri.."

Ruba subito la mia attenzione.

"Si? Come sta?"
"Tutto ok penso, alcune volte sembra ricordare anche quando è nata, mentre altre ritorna a non ricordare nulla."
"Però?"
"Però ci sono più momenti lucidi."

Sorrido a 32 denti.

"È fantastico Monty"
"Già.
Mi ha chiesto di te."

Mi si riempie il cuore sapendo che sua nonna gli chieda di me, in quel poco tempo che siamo state assieme mi sono affezionata a lei.

"Ah si? Che ti ha detto?"

Domando curiosa.

"Emmh.."

Lui sembra imbarazzato. Si passa una mano tra i capelli e poi si alza le maniche della camicia.

"Mi ha chiesto di farti venire qualche volta."
"Davvero?"

Annuisce.

"Vuoi..."
"Certo che voglio,mi piacerebbe molto."

Lo interrompo.

"Jen ne sei sicura? Mia nonna sa che stiamo insieme."

Avevo scordato questo piccolo particolare.

"Non vorrei crearti problemi con Heric, proprio ora che siete ritornati insieme.."
"Da quando ti fai questi problemi?"
"Quindi state davvero insieme.."

Ha uno strano tono di voce come se avesse voluto sentire un'altra risposta.

"Non stiamo insieme, ci stiamo riprovando."
"Non devi darmi queste spiegazi.."
"Shh. Volevo farlo."

Gli prendo la mano.

"Ora vieni con me, non dobbiamo farci vedere da nessuno."
"Dove andiamo?"

Mi guarda confuso.

"Nella tua stanza."
"Mmh."

Alzo gli occhi al cielo e muovo la testa in segno di disperazione.

"Per studiare."
"Però non puoi buttare la pietra e poi ritirarti la mano, eh. Mica si fa così!"

Sbuffa, sembra quasi un bambino di 5 anni.

"Vuoi fare sesso con me?"
"Chi con vorrebbe?"
"Beh, si tutti."

Dico tirandomela un po'.
Spunta un ghigno nel suo volto, mi afferra il braccio e mi sbatte al muro.

"Si ma nessuno ti soddisfa più di quanto riesco a fare io. Ammettilo."
"Hai una crisi esistenziale, per caso?"
"No, so di essere bravo."

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