Parte - 40 Ti prego torna da me

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Andrew: 

Ormai è notte fonda e sono seduto sulla stessa panchina a fumare una sigaretta dietro l'altra perché sto aspettando quando c'è il cambio turno per andare da lei e non farmi vedere da nessuno, non riesco a staccarmi da lei e non posso farci nulla. 

Dopo 10 minuti mi alzo per andare dentro ma sento squillare il cellulare e vedo che è mio padre e decido di rispondere anche se so già quale sarà la conversazione. 

"Figliolo dove sei finito? sono le 3 del mattino, dovresti tornare a casa non credi?" ecco appunto come non detto. 

"Papà perché mi fai domande così stupide me lo chiedi? secondo te dove vuoi che sia? davvero non ci arrivi?"

"Figliolo ho capito sei da lei, ma dovresti riposarti.. e poi davvero non capisco perché non riesci a staccarti da lei" 

"Vuoi davvero fare questa conversazione? Lo sai meglio di me perché non ci riesco, ho bisogno di lei e lei ha bisogno di me in qualche modo, ho bisogno di guardarla e di sentire che ancora viva.."

"Figliolo mi fai paura quando parli così, ma va bene dalle una carezza da parte mia e di tua madre" chiudo la chiamata senza rispondere e vado da lei cercando di non farmi beccare. 

Finalmente sono riuscito ad arrivare alla sua camera ed entro da lei, quando mi avvicino a lei prima di sedermi le lascio un bacio sulla fronte e mi siedo prendendo la sua mano tra le mie accorgendomi di quando possa essere indifese e piccola in questo momento. 

Tutti i dottori, gli infermieri e anche le persone comuni che sono in questo ospedale mi dicono che devo parlarle, io in questi giorni l'ho fatto gli ho parlato di tutto e di niente ma non le ho mai detto davvero che ho bisogno di lei per andare avanti e che mi sento completamente vuoto da quando non sento più la sua voce, che mi sento completamente perso senza i suoi occhi che mi fanno impazzire. Vorrei provare a dirle che ho bisogno di lei, ma come faccio? come faccio dirle cose del genere se non ne sono mai stato in grado prima? come faccio a dire una cosa del genere, se quando sono furioso con lei il più delle volte uso l'orgoglio per parlare e non sono mai stato in grado di metterlo da parte.. perché io alla fine di tutto sono così incazzato con lei che vorrei solo urlare che è solamente una vigliacca e che la odio.. ma come si fa. 

E' passata quasi un ora da quando sono cui, e sto cercando di trovare le parole giuste per dirgli che ho davvero bisogno di lei e sto anche cercando di mettere il mio fottuto orgoglio da parte, perché so che mi farebbe dire cose che non penserei.. e alla fine decido di parlare sperando che mi ascolterà in qualche modo. 

"Ehi Parker ti decidi a tornare da me? Ho bisogno del mio porta fortuna quando torniamo a Miami, ho bisogno che la mia rompi coglioni preferita alle mie partite lo sai vero? E poi mi mancano i tuoi pigiami strampalati, il tuo mangiare come un pozzo senza fondo, mi manca vederti salire in moto, manchi dannatamente a tuo padre e a tua madre, manchi terribilmente a Tess continua a piangere e Alex non sa più cosa fare. Piccola abbiamo bisogno di te per andare avanti.. quanto vuoi ancora dormire eh? Non aspetterai mica tutto il tempo della gravidanza di mia madre vero? Lo sai che ho bisogno dei tuoi consigli per non essere un coglione patentato quando arriverà mia sorella. E alla fine anche io ho bisogno di te Angelo, ho bisogno dei tuoi occhi che mi guardano, ho bisogno del mio tornado personale, ho bisogno del tuo profumo di miele a invadermi le narici.. e anche quel coglione di Lopez ha bisogno di te anche se non te lo dice ma ne ha bisogno.." ho fatto del mio meglio.. non riesco a dire ancora quando ho bisogno di lei. 

Sono passate ore e mi sono addormentato con le braccia incrociate sul suo letto con la testa appoggiata sulle mie braccia e a un certo punto sento una mano tra i miei capelli e credo sia Meredith la madre di Jess ma quando apro gli occhi per salutarla e farla sedere vedo gli occhi aperti di Jess e la sua mano tra i miei capelli e sento subito gli occhi farsi lucidi.

"Sembri proprio un disastro collins.." mi alzo di botto facendole un sorriso sbilenco, le bacio subito la fronte e incastro il mio sguardo nel suo, dopo tutto questo vado a chiamare i dottori e corrono di corsa a visitarla, mentre aspetto fuori dalla camera decido di chiamare solo Alex e Tess e quando metto giù vedo uscire il dottore.

"Senta signor Collins possiamo parlare?"

"Certo mi dica pure, sono qui apposta per sentire quello che ha da dirmi"

"La signorina Parker fisicamente sta bene e non ha riscontrato nessun danno, ma sa bene che psicologicamente non sta bene, se no non avrebbe tentato di togliersi la vita, comunque è consigliabile per ora tenere la ragazza lontana da New York. Ho saputo che andate tutti al college a Miami, è consigliabile che il prima possibile torni a quella realtà e che non stia sotto pressione dei genitori mi capisce vero? ha bisogno di tranquillità e di stare bene e quando starà meglio dovrà riaffrontare i fantasmi che l'hanno portata a questo punto"

"Sono d'accordo con lei dottore, su tutta la linea ma non voglio che la notizia del gesto di Jessica si diffonda a macchia d'olio al College ho bisogno che lei da medico parli con il rettore e che gli consigli che se prova a diffondere la notizia finirà male per lui, ah gli dica anche che la signorina Parker non ha bisogno che venga trattata diversamente dai professori non si deve sentire privilegiata in nessun modo. Conosco bene quel tornado che il quel letto e so che odierebbe tutti noi, ok?" lo guardo negli occhi dandogli la mano aspettando che me la stringa e lui lo fa annuendo e poi rientro da lei. 

"Due anime come noi.." #OceanFireSeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora