Parte - 84 Curarsi le ferite

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Jessica: 

Dopo il funerale, Andrew sembrò crollare per la mancanza di sonno, stress e forze. Tutta la nostra famiglia si era riunita a casa dei miei genitori, ma io che ero sua moglie mi stavo accorgendo che se anche il mio incredibile marito volesse andare il suo fisico non glielo permetteva. 

Alex e Thom furono d'accordo con me e mi chiesero di portarlo a casa e metterlo a letto. Alex lo disse con uno sguardo alquanto malizioso, ma Thom gli diede uno scapellotto dietro la testa. Ma in ogni caso, quando Andrew si staccò dalla nostra famiglia che lo avevo palesemente sequestrato, lasciai che si avvicinasse e gli dissi "Portami a casa Signor Collins". 

Lui non discusse, per fortuna. Lasciammo Hope con i miei genitori e lui non mi fece domande, sì fermo solamente per lasciare un bacio sulla fronte della sua sorellina e poi mi portò velocemente verso la sua macchina senza troppe cerimonie e guidò verso casa. 

Una volta dentro l'appartamento, sì tolse di dosso il suo abito nero, operazione che fu un vero spettacolo per gli occhi, e dopo una doccia e uno spuntino, era praticamente un morto che camminava. Non aveva più la forze di parlare, n'è di fare qualsiasi cosa. 

Mi tolsi i vestiti di dosso anche io e mi infilai una delle sue magliette, mi rannicchiai accanto al corpo di mio marito, e gli accarezzai il viso fino a far passare le mani tra i suoi ricci. Era bello, perfetto ed era l'uomo più forte che avessi mai conosciuto. Ma più di tutto era tutto mio, era mio marito e non avrei mai dato per scontato questa cosa. 

Dopo averlo calmato, gli scivolai da sotto visto che aveva appoggiato la testa sul mio gremo e mi misi a riordinare l'appartamento che era stato trascurato da quando eravamo tornati a New York. 

Una volta finito di riordinare decisi di andarmi a fare a una doccia. Andrew dormiva ancora quando sgattaiolai nella stanza per prendere dell'intimo pulito e mentre lo indossavo dovetti trattenermi di brutto per non baciare ogni linea e ogni curva del viso di mio marito mentre dormiva. 

Mi stavo asciugando i capelli con un asciugamano e avevo intenzione di andare nel salone per guardare di nuovo la saga di Fast and Furious e aspettare il suo risveglio, ma mi fermai di colpo. Sì era svegliato, era appoggiato allo schienale del divano e mi guardava con i suoi intensi occhi azzurri. I boxer erano gialli, e le sue braccia muscolosissime in modo allettante erano incrociate sul suo incantevole petto. Come sempre il mio sguardo segui le linee dei suoi addominali che arrivavano all'orlo dei suoi boxer. 

"Ehi" il mio tono rauco della mia voce fu involontario, lui inarcò un sopracciglio e accennò un sorriso sollevando un angolo delle sue labbra. 

"Grazie di prenderti cura di me, Angelo" avanzai di qualche passo mentre lui afferrò il lembo dell'asciugamano che reggevo e lo usò per tirarmi, fino ad avermi a pochi centimetri da lui. 

"Figurarti.." sì avvicinò e mi mise una mano dietro al collo, sotto i capelli bagnati. Mi strinse e ormai ero completamente attaccata al suo petto nudo. Era il posto migliore del mondo in cui poter stare. 

"Che ne dici se ora mi occupo io di te?" Be' sarei stata una stupida per rifiutare un'offerta come quella. L'ultima volta che eravamo stati su quel divano ad armeggiare con i nostri corpi era poco dopo che io ero uscita dall'ospedale e quella mattina dovevamo tornare a MIAMI e i suoi genitori ci avevano beccato mezzi nudi. Potevamo rimediare, però volevo prendermi anche io cura di lui sotto ogni punto di vista, soprattutto da questo momento in poi. 

"Che ne dici se ci prendiamo cura l'uno dell'altro..?" sollevò entrambe le sopracciglia e alla fine, dopo tanto tempo, un sorriso disteso comparve sul suo bel volto. 

"Mi sembra una buona idea Angelo ;)" quindi inclinò la testa per baciarmi come fosse stata la prima e l'ultima cosa che intendesse fare ogni giorno, per tutto il resto della vita. 

"Due anime come noi.." #OceanFireSeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora