Jessica:
Sono passati alcuni giorni da quando mi sono svegliata, e non riesco ancora a credere di essere viva, non riesco ancora a credere a tutto quello che è successo, non riesco a credere che Andrew mi sia stato così vicino, non riesco a credere di essere stata così stupida in tutti questi anni.
E' mattina presto e vedo l'alba riflettere sui grattacieli di New York della mia camera d'ospedale, mentre sono persa nei miei pensieri sento aprirsi e chiudersi la porta della mia camera e quando mi volto a vedere chi è entrato vedo l'ultima persona che credevo mai fosse venuta da me.
"Ciao Parker, so che vorresti che me ne andassi ma non posso ho bisogno di parlarti di troppe cose e ho bisogno che tu mi ascolti. E se ti stessi domandando come faccio a saperlo, Jefferson è venuto a dirmelo, posso avvicinarmi?" guardo Samantha Boston negli occhi annuendo facendogli segno di sedersi pure sul letto.
Quando lei si avvicina per sedersi, incomincio a sentirmi a disagio e comincio a trafficare con le maniche del pigiama per coprire le bende sui polsi.. mi sento terribilmente vulnerabile davanti a lei in questo momento, ma nemmeno faccio in tempo a fare questo gesto che lei mi blocca e mi guarda negli occhi.
"Non sentirti a disagio con me Jessica, non siamo mai state amiche ma non ti giudico per quello che ai fatto.. so meglio di chiunque cosa significa voler chiudere con il dolore, so meglio di chiunque quanto costano caro le cazzate e gli errori"
"Che vuoi dire Samantha?" lei non dice nulla e semplicemente gira i polsi e mi fa vedere i suoi tagli e io non riesco più a dire niente.
"Prima di scomparire nel nulla quasi quattro anni fa.. insieme alla mia dose di errori ci ho aggiunto questa cazzata Jess, non posso giudicarti quando li ho sulla mia stessa pelle"
"Perché te ne sei andata Sam..?"
"Quanto tempo è che non sentivo quel nomignolo.. era una cosa da sorelle Parker abbreviare il mio nome.."
"Che c'entra mia sorella ora?"
"C'entra, ma ho bisogno che mi ascolti e mi lasci finire tutta la storia prima di sbattermi fuori ok?" io annuisco e la guardo negli occhi.
"Io e tua sorella eravamo diventate migliori amiche, una sera ci siamo ritrovate in un vecchio pub di Manhattan io ero troppo ubriaca e lei aspettava gli poteva dare quella merda che era ormai la sua dipendenza, ma i miei problemi quella sera le avevano impedito di procurarsela. Quel giorno ero appena stata dimessa dall'ospedale per via dei tagli, i dottori mi avevano detto che ero incinta e i miei non hanno preso bene la notizia e mi avevano sbattuto fuori casa e nemmeno sapevo dove andare. Quella notte lei mi aveva ascoltata come nessuno aveva mai fatto prima, alla fine di quella nottata lei mi aveva convinta a tenere il bambino e voleva aiutarmi a rifarmi una vita lontana da New York.."
"E poi cos'è successo Sam..?"
"E' successo che lei aveva chiesto a un suo amico, una persona che anche lui era in quel giro ma non era un cattivo ragazzo. Comunque erano riusciti a trovarmi una vita lontano da cui, per me e mio figlio che ora ha quasi 3 anni, ma la notte che io stavo per salire sull'aereo che mi ha portato lontano da cui mi hanno chiamato e mi hanno detto di sua sorella, ma non riuscita a tornare indietro me ne sono semplicemente andata lasciandomi tutto alle spalle. Ma ora sono tornata, perché volevo delle risposte alle domande che mi frullavano in testa.."
"E dimmi queste risposte le ai trovate Sam..?"
"Quando sono tornata, sono ritornata dalla persona che mi aveva aiutata a scappare e mi sono fatta raccontare la verità.. e voglio che mi ascolti in silenzio o non ritroverò la forza di dirtela.." io annuisco guardandola negli occhi.
"Hanna aveva incontrato un brutto giro di persone, dopo che non era stata accettata al College.. si è persa facilmente, non si sentiva più la figlia perfetta e sentiva costantemente il peso del suo errore.. anche se ai tuoi non avrebbe importato vi hanno sempre amate per quello che eravate. Quando era in questo giro aveva incontrato un ragazzo, si erano innamorati in qualche modo e si amavano come pochi hanno l'onore di fare in questo mondo, ma venne ucciso da un proiettile vagante di un poliziotto del cazzo, Hanna a quel punto aveva perso anche lui e ha incominciato a cadere nel baratro e una dose di troppo ha fatto tutto il resto. Questo ragazzo mi ha detto che Hanna quando non era in se era finita a letto con dei ragazzi, ma non si ricordava i nomi se non il nome di un ragazzo, troppo piccolo per lei che aveva più o meno la nostra età e che non si era fatto scrupoli con lei.." all'improvviso vedo Samantha prendere fiato per parlare, mi accorgo che ha paura a parlare e allora prendo la sua mano nella mia e la guardo dolcemente negli occhi.
"Continua.. non ti sbatterò fuori da qui.."
"Mi ha fatto il nome del ragazzo di cui parlava, e il nome che è uscito fuori era quello di Jefferson. All'ora io sono andata da Josh, mi ha raccontato che finito con lei e che si ci era pure divertito.
Senti Jess, questa è tutta la verità.. ero in diritto di dovertelo raccontare, ma ti due consigli.. non perdonare quel coglione di Jefferson lui con Hanna non si è fatto scrupoli.. e nemmeno si è mai pentito di quello ti ha fatto.. secondo cerca invece di perdonare tua sorella, so che ha scelto la strada più facile per alleviare i problemi.. ma alla fine anche tu lo ai fatto, ognuno di noi commette errori.. ma bisogna sempre capire il perché e poi pensare al perdono o meno. Te lo consiglio vivrai meglio senza sensi di colpa con te stessa.."
Sto guardando Samantha non sapendo cosa dirle, e dire che tra noi non ce le siamo mai mandata a dire, ma ho bisogno di farlo e per cui la tiro per un braccio verso di me e ci lasciamo andare ad un lungo abbraccio che forse serve più a lei che a me.
STAI LEGGENDO
"Due anime come noi.." #OceanFireSeries
Teen FictionNon so se leggerete mai questa storia ma spero nel dubbio di sì. Jessica Parker: Ora ha 19 anni, è sempre stata un maschiaccio e di questo non se n'è mai vergognata anzi lo adorava. Lei adorava il football, le moto, giocare alla playstation, mangia...