5.

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Emma con Giulia stanno alla serata in discoteca stasera. Ha detto che tanto mancano pochi giorni all'esame e vorrebbero divertirsi. Così decido di raggiungerle.
“ mamma io esco. ”
“ Simone stai attento. Mi che domani devi Lavorare”
“ lo so. Spero di non fare tardi”
“ va bene. ” le lascio un bacio sulla guancia. Esco di casa prendendo la macchina di mio padre che in questi giorni non era a casa per un lavoro a Milano. L'azienda lo aveva chiamato e non poteva dire di no.
Guido fino ad arrivare alla discoteca. Filippo ha detto che sarebbe rimasto con Carlotta quindi non poteva venire. Entro dentro salutando la sicurezza che ormai mi conosce e cerco le ragazze in mezzo a questo bordello.
“Ehi” una ragazza mora alle mie spalle tocca la mia spalla. Bella gnocca. Le sorrido. Ma al momento la mia priorità sono Emma e Giulia. In giro chissà dove?
“ ciao. ”
“ vuoi venire in pista con me? Balliamo un po'”
“ magari dopo. Sono appena arrivato. Cercavo le mie amiche”
“ capisco. Se cambi idea sono sul divano bianco ” ammazza quanto è troia questa! Annuisco. E continuo a cercarle mentre le vedo al bancone.
“ ehi donne” urlo alle loro spalle. Il barista mi sorride. Ci conosce.
“ avevi detto che saresti rimasto a casa!” mi dice Giulia.
“ ho cambiato idea. Sara è da Francesco. Mamma andava a dormire e io mi stavo annoiando” Emma mi sorride. È contenta di vedermi. Le bacio una guancia.
“ tutto bene pupa?”
“ si. Tutto a posto” le accarezzò i capelli. Giulia scende dallo sgabello allontanandosi.
“ dove va?”
“ a farsi un giro. Ha beccato uno prima”
“ tu che fai? Ti annoi qui?”
“ non ti preoccupare. Troverò qualcuno. ”
“ spera di non vedere Samuele altrimenti finisce male!”
“ non fare lo scemo adesso. È anche colpa mia lo sai. Gli ho dato corda. Comunque pensa a goderti la serata” annuisco. Le lascio un bacio sulla fronte mi allontano sul serio.

...

È davvero sceso dallo sgabello per farsi la sua serata. Chiedo al barista un altro drink. Acconsente porgendomelo. Non so cosa mi passa per la testa. Non faccio altro che pensare alle scosse di brividi ogni volta che lui si avvicina o mi sfiora come poco fa.
“ stai bene?” mi chiede sempre il tizio davanti a me prendendomi i bicchieri.
“ si. Ho solo un po' di male alla testa”
“ sei sicura? Vuoi che chiamo qualcuno? Esci fuori magari a prendere aria!” scuoto la testa. Stavo bene. Non avevo niente di cui preoccuparmi. Forse solo Simone seduto con quella mora sul divano bianco mentre se la ride e la tocca pure.
“Emma”
“ ehi giù. Tutto ok?” annuisce.
“ c'è un tipo bellissimo giù infondo ” continuo ad annuire.
“ Emma mi stai ascoltando?”
“ si diverte più di me. ”
“ ma chi?” indico Simone con la testa. Bevo di nuovo il drink e cerco di assimilare queste scene.
“ da quanto ti interessa quello che fa? ”
“ lascia perdere. Esco a prendere un po' d'aria”
“ io raggiungo tommy” scendo da dove ero seduta. Lascio la mancia. Vado verso l'uscita. L'aria fresca invade i miei polmoni. Sento gli occhi bruciarmi dal pianto. Cosa mi sta succedendo? Non può piacermi il mio migliore amico.
Emma no. Non te lo puoi permettere. Hai solamente lui e Giulia. Lui ti ha salvata da quel periodo dove non volevi neanche più mangiare. Lui c'è sempre stato. Non puoi rovinare la vostra amicizia per un altro sentimento.
“Emma” sobbalzo dalla paura mi giri anche se so di chi è la voce.
“ perché sei qua?” chiede ancora.
“ non posso nemmeno più uscire a prendere aria?” scuote la testa si avvicina. Non farlo. Simone tieni la distanza.

...

La guardo. È strana. Cosa le prende? Eravamo rimasti che non sarebbe cambiato niente tra di noi. Io ho già dimenticato ciò che mi ha detto perché era ubriaca.
“ certo che puoi. Ma Giulia? Sei sola”
“ Simone non sono una bambina. Io... Volevo solo stare un po' in solitudine”
“ non ti succede mai. Cosa ti prende?”
“ ma una non può avere i suoi momenti. Simone lasciami in pace. ”
“ non voglio assolutamente farlo. Mi devi spiegare”
“ ma cosa? ” mi guarda prendendomi per gli avambracci. “ stavi con la mora torna da lei. Io non ho niente”
“Emma non dirmi che sei gelosa. Dio! ” si sposta i capelli sbarrando gli occhi “ non puoi esserlo. Nessuna sarà mai te. Io ti voglio bene. Sei un pezzo del mio cuore. ”
“ ma chi sta dicendo nulla? Puoi scoparti anche la mia vicina di casa di 70 anni non me ne frega un cazzo. Voglio stare da sola punto. Non ho bisogno della guardia del corpo. A casa ci so tornare benissimo da sola” mi risponde urlando gesticolando. Non la stavo capendo.
Questo atteggiamento mi sembrava di una persona gelosa nei miei confronti. Ma perché? Non è mai successo. Emma sapeva tutto di me. Come io di lei. Ho sempre raccontato a lei ogni cosa della mia vita anche la cazzata più grande.
“ non ti capisco”
“ non ce ne bisogno. Puoi tornare da dove sei venuto” non dico nulla. La guardo soltanto. Lasciandola e tornando dentro. Ok fai come vuoi ma non cercarmi quando ne avrai bisogno.

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