30.

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“ c'è ne avete messo di tempo eh!” esclama Filippo facendomi ridere. Emma tiene il braccio intorno alla mia vita. “ pensavo di sposarmi fare figli e voi ancora a capire se dovevate mettervi insieme oppure no!”
“ abbiamo preso il nostro tempo” confessa Emma guardandomi. In realtà quello che stava tirando la corda ero io. Avevo sbagliato a trattarla in quel modo.
“ troppo lungo direi!”
“ il giusto Giuli” Emma poco dopo l'abbraccia. Si sorridono. Sento che le dice te lo avevo detto. Come se sapesse che prima o poi avrei ceduto.
“ quindi oggi si festeggia. Paga Simone la birra per tutti” scherza Lorenzo facendomi ridere.
“ ok d'accordo solo se Emma vuole eh”
“ sono appena tornata direi che sì e il caso di festeggiare”
“ allora andiamo a farci una doccia è ci vediamo al pub?” chiede Filippo. Annuisco. Prende per mano la sua ragazza. Giulia chiede un passaggio a Lorenzo che accetta. Vanno via. Io sono ancora sul marciapiede con Emma.
“ ti porto a casa?” le chiedo. Non so nemmeno come sia venuta. Non che sia molto distante casa sua da qui.
“ se vuoi si...”
“ come sei arrivata qua?”
“ in pullman. Non avevo voglia di camminare. E la macchina la tiene papà.” le passo il casco glielo allaccio e mi guarda con due diamanti al posto degli occhi. Le lascio un bacio sulle labbra. Saliamo sul motorino e la porto a casa.

...

Una volta arrivati scende e si sgancia il casco. Si sistema i capelli biondi lunghi che gli arrivano sulla schiena. Mi guarda.
“ sali?”
“ no. Vado a casa a farmi una doccia. Passo a prenderti tra un ora fatti trovare pronta!” le dico. Appoggia una mano sul mio viso e mi accarezza.
“sei sicuro? Non è che hai paura dei miei?” scuoto la testa. Si avevo un po' di timore per la reazione dei suoi genitori soprattutto di suo padre. So che prima o poi lo avrei dovuto parlare da uomo a uomo ma volevo fare tutte le cose con calma.
“ se non puzzavo di sudore visto la giocata a basket con quei coglioni sarei salito. ”
“ d'accordo ci vediamo dopo allora” annuisco.
“ a dopo piccola” mi bacia a stampo. Non contento riprendo a baciarla subito. Le nostre lingue si incontrano e sento il buco famoso nello stomaco. È piacevole. Come facevo a non accettarlo prima. Stringo in fianco ad Emma mentre ci stacchiamo per riprendere fiato.
“ vado altrimenti non mi stacco più!” rido. La lascio andare una volta in casa parto di nuovo tornando a casa.
Entro con un sorriso sulle labbra. Vedo Sara buttata sul divano che mi guarda con uno sguardo da indagatrice, infatti mi raggiunge in camera a passo svelto.
“ cosa è successo? Stamattina eri un morto che camminava ora sorridi... Ti è caduto un meteorite in testa?” scoppio a ridere per la sfacciataggine di mia sorella.
“ nessun meteorite. Emma è tornata”
“ davvero?” annuisco “ è sorridi solamente per quello? Ti ha perdonato? State insieme? Dai dai!!!” sembrava una bambina. Dovreste vederla. Saltella per la stanza. Prendo l'accappatoio, mutande calzini, pantaloni lunghi di una tuta e una maglietta. Non rispondo alle sue mille domande.
“Simone.... Dove credi di andare? Non mi hai detto nulla!”
“ a fare una doccia. Ho giocato con i ragazzi e vorrei lavarmi. Sai com'è puzzo!”
“ smettila che non è vero. Stai solamente scappando da me! Allora..”
“ allora che?” mi piaceva troppo tenerla sulle spine.
“ Simo... Ti picchio..!”
“ è tornata perché a Londra la stavano trattando come volevano loro.”
“ resta?”
“ certo che resta. Deve laurearsi.”
“ perché penso che non mi hai detto tutto. ”
“ ti sbagli!” mi guarda negli occhi ma tanto so che tra poco mi sgama. Prendo tutto e vado verso il bagno. Sento che mi segue.  “ da quando vuoi fare la doccia con me?” ride.
“ non voglio fare nessuna doccia con te. Voglio sapere” apro la porta entro in bagno. Poco prima di chiudere la porta la guardo.
“ ci stiamo provando a stare insieme. Non è certo che la cosa duri.” la vedo saltellare nel corridoio. Mi batto una mano sulla fronte. Adesso resterà così per interi giorni. La sento parlare da sola « lo sapevo lo sapevo. Io avevo ragione. » rido. Ricordo ancora quando mi disse di volerla come cognata.

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