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Siamo tornati da poco a casa. Abbiamo spiegato le cose ai genitori di Emma. Che erano scioccati da tutto. Mi hanno detto che per me qui c'è sempre un posto. Rosanna mi ha preparato delle lenzuola calde per farmi stare sotto le coperte la mattina in caso ci fosse freddo. Ho chiamato i miei e mia sorella, ho detto anche a loro tutto. Mi sentivo imponente davanti a queste cose. Non volevo stare così. Volevo andare a lavorare. Ma il medico mi ha detto che se facevo un minimo sforzo, avrei potuto perforare un polmone in caso rottura completa e allora ho accettato di non muovermi.
Emma è seduta sul divano al mio fianco. Con un braccio circonda la mia vita, con la testa appoggiata alla mia spalla; le passo la mano sulla guancia.
“ tutto bene?” le chiedo mentre la vedo che ha gli occhi chiusi.
“ sono ancora spaventata”
“ non ti succederà nulla Emma. Non permetterò a nessuno di farti del male. Piuttosto preferisco ne facciano a me”
“ io.. ti devo delle scuse”
“ per cosa esattamente?”
“ per non essermi fidata da subito. Di essermi fatta un po' condizionare da loro” scuoto la testa. Non doveva sentirsi in colpa.
“ Emma non devi sentirti così. Tutto quello che successo dopo è solo a causa mia. Io ti ho mandato via. Tu sei solo andata in un posto per stare bene. Non potevi pensare che questi erano tutti pazzi”
“ non sono riuscita a capirlo per tempo”
“ non fartene una colpa”
“ e se tornano?”
“ affrontiamo di nuovo la cosa insieme d'accordo. Non ti deve assolutamente preoccupare ”
“ sei messo male è continui a pensare che sono io quella che non so deve preoccupare”
“ Emma guardami ” alza gli occhi facendoli scontrare con i miei. Sento un buco nello stomaco. “ ti ho sempre protetto. Ho cercato di fare del mio meglio. Voglio continuare a farlo. Voglio stare con te. Voglio il rapporto che avevamo prima ancora più forte di quanto lo è adesso. Non ti lascio più andare hai capito?” vedo i suoi occhi diventare un po' lucidi. Si allunga per baciarmi stando attenta a non pesarmi troppo. Le passo una mano nella nuca in mezzo ai capelli, mi guarda fisso negli occhi strofinando in naso con il mio. È freddo. Si abbassa un po' baciandomi. Le sue labbra premono sulle mie. Sento un po' la sua lingua sulle mie labbra e sorrido. So che si continiene perché siamo a casa dei suoi.
“ mhm” la tengo vicina.
“ ti si è spaccato di nuovo il labbro”
“ davvero?” annuisce come una bambina. Porto la lingua sul taglio e lo sento il sapore del sangue.
“ che schifo!” esclamo facendola ridere. Era bella da morire quando rideva.
“ resta qui te lo medico”
“ no resta tu qui. Tanto ora si ferma!” dico cercando trattenerla nella mia visuale.
“ non puoi stare così. Torno subito amo” la lascio sconfitto. Abbandona il salotto sorpassando la figura di Conrad  che arriva verso di me.
“ grazie” alzo lo sguardo. Perché mi stava ringraziando? Non avevo fatto nulla.
“ per cosa?”
“ per il fatto che hai protetto Emma da quei pazzi!”
“ Conrad non devi davvero! Io...” abbasso la testa “ farei di tutto per Emma te lo giuro. ”
“lo so Simone. Lo vedo dai tuoi occhi. L'ho sempre visto che in fin dei conti ti sei innamorato di lei dal primo momento in cui l'hai presa sotto la tua «ala» diciamo. Hai fatto tutto per farla tornare a sorridere e anche di questo io devo ringraziarti. Se non fosse per Emma starebbe ancora nel letto a piangere per quel bastardo...” mi alzo lentamente e appoggio una mano sulla sua spalla.
“ Emma è forte! Si sarebbe rialzata con il tempo. Io la amo e come hai detto tu forse lo sono dal primo momento in cui l'ho spronata in camera sua ad uscire.” mi sorride.
“ ehi uomini che combinate? Tu perché stai in piedi. Siediti. Ti devo medicare”
“accosenti all'infermiera altrimenti ti potrebbe uccidere” ridacchiò. Conrad mi fa l'occhiolino è raggiunge Rosanna in cucina. Emma torna a farmi sedere sul divano per medicarmi la ferita.
“ aia. ”
“ sei solo un bambino capriccioso” allungo il braccio e la bacio come si deve. Si lascia andare per alcuni secondi poi mi dà una botta sulla coscia e ridacchiò. Le mordo il labbro inferiore.
“ sapessi quanto ti voglio!”
“ tieni la tua bestia a cuccia perché sei in convalescenza” alzo gli occhi al cielo e la sento ridere.
Madre qualcuno mi aiuti!

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