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Vedo i miei genitori entrare. Di Simone nessuna traccia. Non mi aveva neppure risposto al messaggio. Papà mi sorride lasciandomi un bacio sulla guancia mentre mamma mi stringe la mano una volta seduta affianco.
“Simo?” chiedo subito.
“ stasera non viene”
“ è perché? Aveva detto che sarebbe tornato ”
“ ha detto che voleva stare un po' a casa. ”
“ sta male papà? Mi devi portare da lui” scuote la testa.
“ stai tranquilla. Sta bene. ”
“ è allora... Perché non è venuto?”
“ perché devi anche capire come rispondere alle persone” mi risponde mamma. Non stavo capendo “ appena ti ha detto dell'intervento lo hai aggredito un altra volta”
“ ma non è vero! ” affermò.
“ emma”
“ mamma io non ho fatto nulla. Stavolta se l'è presa senza alcun motivo”
“ dicendogli che vuole scegliere per te. Che tu vuole obbligare. Dicendogli continuamente che colpa sua.... Secondo te non è aggredire una persona”
“ papà non sto capendo perché tu lo stia difendendo. Se sono qua...”
“ alt” mi guarda negli occhi standomi sempre vicino. “ se sei qua è perché determinate persone volevano fare qualcosa che sono riusciti più o meno a combinare. Che Sarà sia riuscita a mandarli in carcere al momento è una cosa di fatto ma non puoi trattare Simone in questo modo”
“ ok è stato qua tutto il tempo. Ma non si mette nei miei panni. Io sono qua bloccata. Lui neanche viene. Aveva detto che non mi lasciava sola” mio padre scuote la testa. Non credevo che fosse dalla sua parte.
“ verresti a trovare qualcuno che uno:  ti dice che vuoi obbligarlo a fare qualcosa. Due : ti dice che colpa tua. Tre: ti accusa di non  capirlo e di stare qui per compassione. Quattro: ti aggredisce per ogni cosa senza darti motivo di dialogare con calma. ”
“ no. Ma non capisce me. Gli ho mandato un messaggio e non mi ha neanche risposto. Ho capito che ho sbagliato ma non è così che mi passa la cosa”
“Emma la verità è che non ti passerà mai. Adesso la situazione è questa per migliorarla dovresti fare l'intervento. Ma non lo hai nemmeno ascoltato che subito gli hai detto che non lo avresti fatto. ”
“ voi fate le cose semplici”
“ nessuno fa le cose semplici Emma” mi dice mamma che era stata zitta per tutto questo tempo. “ hai un opportunità che stai sprecando per un tuo capriccio. Pensi che non facendolo risolvi le cose?” scuoto la testa. “ è allora... Emma...”
“ mamma voi non capite. Io... Qui non ci voglio stare ma ho paura” mi ero aperta con i miei genitori. “Simone è stato così tanto tempo qua che avrei voluto mi dicesse la verità. Avrò sbagliato forse a dirgli determinate cose. Ma io mi sento inutile. Anche se lui ha detto che accetta la cosa. Fuori di qui c'è un mondo che lo vorrebbe. E lui non vuole realmente me. ” mio padre scuote di nuovo il capo. Mi accarezza una guancia.
“ Emma non è assolutamente questo il fatto. A Simone che tu stai seduta lì o che sia in piedi non importa. A Simone importa che tu stia bene. Che tu sia felice. Se tu gli chiedessi di lasciarlo perché non sei più felice con lui lo farebbe. Se tu gli chiedessi di buttarsi un ponte lo farebbe. È sai cosa vuol dire questo? Te lo dico io: questo è il potere dell' amore. Quell'amore che ti farebbe fare delle pazzie. L'amore che prova lui è quello che prima non capisci cos'è, più una volta capito ti preoccupi per ogni cosa. Anche di un minimo respiro. Avrebbe potuto avere una ricaduta e pure stava sempre qua con te. ”
“ questo lo so”
“ e allora perché anziché avvicinarlo lo allontani”
“ perché non si merita una come me. Una così. Una che non potrà più dargli quello che vuole. Una che per muoversi deve essere accompagnata. Una che per andare semplicemente a bagno si deve muovere con la sedia rotelle. Non si merita tutto questo capisci. Anche se gli do la colpa del cambio rotta. Lui non può amarmi. Io non lo merito il suo amore”
“ stai dicendo un sacco di cazzate. Senti... Più tardi passa il medico. Devi parlare con lui se fare o meno l'intervento. Io e mamma staremo al tuo fianco. Anche Kurt ti appoggia. Ogni scelta è tua Emma. Ma se questa situazione può essere risolta con il tempo prendi la cosa al volo. Perché poi rischi di non camminare più. ”
io ho bisogno di Simone”
“ lui c'è anche se adesso non è qua Emma. Lui te lo ha promesso quando eri coma. Te lo ha promesso guardandoti in faccia che ad ogni costo non ti avrebbe abbandonato” annuisco. Avevo in testa una confusione. Volevo il mio ragazzo adesso. Lo volrvo qua. Ne avevo bisogno. I suoi occhi nonostante tutto mi avrebbero calmata. Dopo la chiacchierata con l'infermiera avevo capito delle cose. Anche se ne pensavo altre. Il mio cervello non aveva pace.
I miei genitori restano ancora un pochino finché non arriva il medico con l'infermiera. Mi deve visitare così i miei escono.
“ciao Emma”
“salve”
“ ti faccio i controlli di routine tu mi devi dire soltanto cosa senti e cosa no ok” annuisco. Mi leva le coperte. Sono in un pigiama da ospedale però con i pantaloncini corti. Prende il martelletto. Prima però con le sue dita tocca il mio piede.
“ le mie dita le senti?”
“ no per niente. ”
“ non senti nemmeno che sono fredde?”
“ no.” rispondo ancora. Passa al martelletto nelle gambe.
“ adesso?”
“ no. Non sento nessun colpo tutto vuoto. ”
“ qui?” batte sulla mia coscia. Nulla. Svuoto la testa. Lo batte sul fianco e sento per metà.
“ in pochino. ”
“ quindi tra l'anca e il fianco senti ” annuisco. Mi fa sollevare e mi mette seduta. Batte sulla schiena in basso e non sento nulla
“ adesso ?”
“ la nulla” sale più su è finalmente sento le sue mani fredde e anche il martellini freddo congelato addirittura.
“ oddio... È freddissimo” esclamo.
“ qui senti” continua la visita e l'infermiera scrive.
“ ok Emma... Come dicono i risultati di oggi e una paralisi parziale. Non senti gambe e bacino diciamo. E poi dal busto in poi senti tutto” annuisco. “quindi.. puoi decidere tu. Se fare l'intervento e quindi darmi la possibilità di sistemarti la schiena con un medico specializzato anche perché siamo in ritardo. Oppure non fare nessun intervento e restare così. ” mi dice con una spontaneità che mi fa venire i brividi. “ non sei obbligata a fare nulla Emma. Se non vuoi. Però sai cosa potrebbe succedere. ”
faccio l'intervento” rispondo al dottore. Mi guarda sorridendo.
“ domani mattina allora ti prepariamo. ”
“ d'accordo. Senta dottore..” mi guarda “ può dire ai miei genitori che devono avvisare Simone. Domani lo voglio vicino a me. Siccome so che è finito l'orario di visita. ”
“ glielo puoi dire tu ai tuoi genitori. Vi lascio qualche minuto. Sono sicuro che domani sarà qui il tuo ragazzo” sorrido. L'infermiera mi fa l'occhiolino ed esce dalla stanza.

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