28.

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Stiamo giocando a basket. Filippo è una pippa mentre almeno Lorenzo sa giocare abbastanza bene. Diciamo che ci divertiamo, in primis a vedere Filippo che ogni tanto cade come un cretino. Oggi c'ha raggiunto Giulia che si sentiva sola senza Emma, la fidanzata di Filippo e quella di Lorenzo. Da ormai una settimana non ho più fatto accenni sull'argomento di Emma. Non mi va di parlarne. Sono stato male al rientro speravo lei capisse che la volevo davvero. Ma ho visto che i giorni passavano e non cambiava nulla.
“ lori tira però!” dico mentre vedo che segue con lo sguardo Filippo. Non so per quale motivo. “ loriiii” urlo. Vedo che lancia la palla senza guardare il canestro. Ma i suoi occhi sono sempre rivolti a destra. Filippo si muove da quelle parti. Mi volto per tirare io stavolta pensando che il mio amico stesse andando dalla sua ragazza per qualcosa. Invece...
“Emma” quel nome mi fa cadere la palla in terra la vedo rimbalzare, mi volto lentamente e la vedo. Lo stomaco si blocca. Giulia stringe la sua amica. Le tocca il viso. Come se non credesse che lei fosse lì. Emma sorride cercando di calmarla. “ quando sei tornata? Non ci hai detto nulla” afferma Filippo ancora.
“ sono tornata due ore fa. Ho chiesto a tua madre dove foste e vi ho raggiunto” dice con quella vocina dolce.
“ sei tornata per sempre?” chiede lori girandosi verso di me poco dopo.
“ si sono tornata per restare. È qui la mia vita” dice.
“ che bello io sono troppo contenta”
“ Giulia non si vede!” la prende in giro Filippo facendo ridere tutti tranne me. Mi siedo sul muretto a guardare la scena. Non riesco a dire una parola. Tutto sembra essersi fermato. Lei è felice. È qui con i suoi amici ed è felice. Prendo il borsone e butto l'asciugamano dentro velocemente... Respiro. Cerco di controllare la situazione che ormai sta diventando troppo stretta. Lo metto in spalla ed esco dal campetto.
“ma Simone?” la sua voce che chiede di me. Non ora. Simo cammina. Non ascoltare niente. Non puoi rovinare ancora le cose. Lo hai già fatto. Ti ha fatto capire che non c'è più posto. Non puoi stare male. Cammino ancora. Non sento più le voci. Mi fermo davanti al motorino sperando di aver superato il grande problema.
“Simo” eccolo invece alle mie spalle. Mi volto. È davvero bella come il sole.
“ ciao” dico mentre metto il borsone davanti. Cerco poi le chiavi dentro la tasca tenendo sempre la testa bassa.
“ vai via?”
“ si. Mamma mi ha chiamato la cena è pronta”
“ alle 18?" Mi chiede perplessa. Non credeva assolutamente questa balla di solito si mangiava alle otto e mezza nove a casa.
“ si oggi prima ”
“ Simo... Vuoi ancora inventare balle ? ”
“ perché mai dovrei? In fin dei conti cosa ci dovrei guadagnare, ognuno di noi ha la propria vita...”
“ stai scappando da me. Ci guadagni il fatto che non vuoi parlare”
“ Emma che vuoi ancora? Hai deciso di rimanere lì a Londra quando ti ho chiesto di venire via con me. Mi hai fatto capire che non c'è più spazio per me. Adesso torni e pensi che tutto apposto?”
“ non ho detto questo. Pensavo però che ti avrebbe fatto piacere che io tornassi.” ma stava facendo sul serio? Non c'era giorno che passava dove non speravo questo... Ma non posso fare finta di nulla.
“ pensi che le persone siano qui ad aspettare che tu torni Emma? Pensi che le persone possano essere dei burattini.
Hai pensato che ti stessi prendendo in giro .  Ti rendi conto. In questa settimana non ti sei fatta nemmeno sentire come puoi pensare che ti corra addosso felice e contento” mi appoggio alla macchina di Filippo. Lei continua a guardarmi.
“ non mi aspettavo che mi abbracciassi ma che almeno fossi felice. Sono scappata da lì. Stavano diventando giorni pesanti e hanno iniziato a voler decidere loro come io dovessi vivere. Ho avuto paura della faccia di Corinne, era come se dovesse tenermi dentro casa prigioniera, ho fatto la valigia e...” allungo il braccio. Risulterò incoerente ma la tiro sopra di me. Lascio che io mio naso inspiri il suo profumo di nuovo e l'odore del suo shampoo tra i capelli.
“ mi sei mancato ” sussurra mentre tiene la testa sul mio petto. Mi sentivo completo. Non dico nulla. La tengo tra le mie braccia senza dare peso al tempo.

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