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Questa mattina ci siamo svegliati insieme io ed Emma. Sono andato a lavoro mentre lei è rimasta a casa. Giulia l'ha raggiunta per ripete la tesi. So che si sta vedendo con questo Federico e che Lorenzo le ha fatto una sparata sotto casa. Non lo capirò mai questo ragazzo. Non riesce a prendere una posizione. Anita continua a dire che colpa di Giulia, quando invece è Lorenzo ad averla baciata.
Adesso siamo dalla psicologa. Sono passati cinque giorni da quella discussione finalmente siamo arrivati al nuovo inizio.
“ entri con me?” mi chiede Emma stringendomi la mano.
“ certo” le dico con fatto ovvio. Non l'avrei lasciata sola. Mi avvicino per baciarla ma la segretaria ci blocca chiamando Emma. Si volta con la sedia Rotelle e la seguo. Entriamo dentro lo studio. Una donna che avrà si no 40 anni, mora, occhi marroni e fisico un po' secco ci sorride.
“ tu devi essere emma” lei annuisce.
“ simone” mi presento. La psicologa ci guarda e ci sorride di nuovo.
“ siete una bella coppia lo sapete?”
“ grazie ” dice Emma un po' imbarazzata.
“ allora prima di tutto so che il dottor de Luca ti ha mandato da me. ”
“ si anche se io non ero molto d'accordo”
“Emma devi stare serena. Tutto ciò che mi dirai rimarrà qui. E soprattutto mi dirai solamente quello che va bene a te. Sono sicura che tutto ti verrà naturale”
“ faccio fatica ad aprirmi con chi non conosco. Lui è un eccezione. Quando l'ho conosciuto stavo male per un altro ragazzo e mi ha aiutata” senza rendersene conto stava parlando con la psicologa dicendole dei dettagli importanti. Ci fa accomodare. Emma la fa sdraiare nel lettino così l'aiuto a farlo. Mentre io nella poltrona affianco con la mano intrecciata alla sua.
“ quindi hai avuto un trauma non indifferente.” le dice.
“ mhm si.. se non fosse per Simone io forse a quest'ora stavo dall'analista. Non mangiavo e non bevevo. ”
“ questo ragazzo ti ha fatto qualcosa?”
“ abusava di me” la psicologa la guarda con uno sguardo amorevole.
“ capisco. Senti e adesso come stai?”
“ a parte che non cammino più bene. Le persone che mi circondano mi fanno stare sempre al meglio”
“ come è successo?” mi guarda per alcuni secondi.
“ andavamo via da una discoteca era tardi. Lui fuma”
“ fumavo” interrompo il racconto ricordandole che dal giorno non ho più sentito il bisogno di una sigaretta.
“ quindi fumava in macchina il giorno?”
“ no. Con me non fumava mai. Fumava solamente quando era nervoso, prima di conoscermi divorava interi pacchi di sigarette; così raccontano i suoi amici e così l'ho visto la prima settimana che sono stata con lui.”
“ da quanto siete fidanzati?”
“ da almeno 3 mesi. ”
“ così poco sembrate tanto affiatati. Una coppia abbastanza solida”
“ siamo stati migliori amici per tre anni. Poi le cose sono cambiate”
“ ah ecco.. mi sembrava strano” ci scappa da ridere. “mi dicevi dell'incidente”
“ si.. voleva le sigarette così invece di tornare a casa siamo passati per il tabacchino una macchina c'è venuta addosso.. ho fatto due settimane di coma con un trauma cranico e lesioni alle vertebre. ”
“ lui?”
“ io ho avuto tre costole rotte un taglio alla mano. Niente in confronto a lei. Il resto erano solo graffi. C'è stata tesa una trappola. ”
“ si. Perché... Ecco è successo che...” abbassa lo sguardo.
“ ehi Emma tranquilla.. se non vuoi ricordare non fa nulla. ”
“ fa solo male pensare che mi sono fidata di quelle persone”
“ stai tranquilla. Parliamo del tuo risveglio”
“ è stato brutto. Ho visto lui ero felice ma poi tutto è svanito. Non sentivo più le gambe. Il medico mi toccava è non sentivo nulla. Il vuoto. Non volevo operarmi. ”
“ invece credo tu abbia fatto bene. Perché alla fine avresti potuto avere dei problemi seri alle vertebre. E una paralisi permanente anziché parziale. ”
“ non so se ho fatto bene. Aspetto che ritorni tutto come prima”
“ lo vuoi veramente?” annuisce. “ parlare ti servirà lo sai? Parli con qualcuno ?”
“ con me qualche volta. Con l'amica anche. È una ragazza molto chiusa”
“ anche tu lo sei”
“ lo ammetto che non riesco a sbloccarmi e a dire a parole cosa provo. Ma tu fino al giorno dell'incidente non eri così chiusa, adesso lo sei diventata. ”
“ per autodifesa?” chiede la psicologa guardando Emma. Lei fa si con la testa.
“ bisogna lavorarci su. Ma possiamo farcela.”
“ ho solamente paura di non poter essere come prima. Che loro mi vedano come una da compatire perché non posso fare come pensano io debba fare. ”
“emma non credo che nessuno ti vedano solo per pena. Il tuo ragazzo non sarebbe qui.. dopo un po' ci si stanca” annuisco “ io sono sicura che con le piccole sedute possiamo riuscire a fare sparire le sensazioni negative”
Si era aperta con la psicologa e non si era nemmeno accorta di averlo fatto. Ero felice di questo. Sapevo che le sarebbe diventato naturale parlare.

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