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Simone mi tiene stretta a lui in un abbraccio che ho sempre desiderato. Questa volta lo sento che non è il solito abbraccio che mi dava quando eravamo amici. È più significativo, pieno di sentimenti che ancora non sappiamo dire. Alzo la testa verso di lui. Il mio sguardo ricade sui suoi occhi lucidi.
“ sei bipolare lo sai?” gli chiedo facendolo ridacchiare poco dopo. Tiene le sue braccia intrecciate lungo la mia vita. Sta ancora appoggiato alla macchina che credo sia di Filippo. Strano che ancora non ci abbiamo raggiunti soprattutto Giulia.
“ sei un gran casino Emma” mi dice “ un gran bel casino”
“ mi dispiace Simo sarei dovuta venire con te quel giorno”
“ che ti hanno fatto?” mi chiede preoccupato. Sorrido per il suo atteggiamento estremamente dolce nei miei confronti.
“ non mi hanno fatto nulla. Volevano solo trattenermi per continuare ad essere una loro burattina. Pensavo di aver trovato degli amici e invece...” di nello sconforto più totale. Ci ero rimasta davvero male ai loro comportamenti. Non mi sarei aspettata che provassero ad allontanarmi da ciò che io volevo. Era come stare dentro un vortice di cose e non saperne uscire.
“ adesso nessuno ti tratterà più in quel modo” mi lascia un bacio sulla fronte “ ci sono io con te” mi stringo di più.
“ sei sicuro Simo? Sicuro di ciò che vuoi realmente?”
“ non sarei andato a Londra a prenderti se non fossi sicuro. ”
“ dimmi che non lo fai solo perché i tuoi genitori o Filippo ti hanno detto che...” mi mette una mano sulle labbra. Blocca il mio fiume di parole guardandomi negli occhi.
non ti sto prendendo in giro. Quando non c'eri ho capito tante cose. Ero veramente geloso. Ti volevo ma allo stesso tempo mentivo a me stesso. Sentivo che però non sarei andato avanti a lungo in quella maniera. ”
“ cosa hai capito realmente?” chiedo non staccando i suoi occhi dai miei. Sentivo di voler continuare questa conversazione per avere le idee chiare. Io amavo Simone. Avevo bisogno di conferme. Avevo bisogno di capire se per lui era lo stesso. Non doveva dirlo quelle due parole ma avrebbe potuto anche semplicemente dirne tante altre.
tu mi piaci” dice in un sussurro. “ mi piaci Emma davvero. ” sentendo ciò di nuovo il mio cuore batteva fortissimo. “ sarò pure uno stronzo coglione ma io credo che... - si gratta la nuca imbarazzato - ho bisogno di te nella mia vita. Ehm... Se vuoi... Ecco... Ci possiamo provare stavolta”  e rosso in viso. È imbarazzato e adesso abbassa gli occhi con la paura di essere respinto.
Con due dita sollevò la sua testa dal mento. Lascio che le mie labbra si appoggiano sulle sue senza dire altro.
Ci volevo provare? Cavolo se lo volevo. Volevo stare con lui realmente stavolta. Volevo rischiare.
Le nostre labbra si schiudono insieme e le nostre lingue si incontrano di nuovo dopo Londra. Fanno una lotta tutta loro. Le mani di Simone si infilano nelle tasche dei miei jeans dandomi modo di attaccarmi di più a lui. Aggancio le braccia nel suo collo continuando a baciarlo. Sentivo tutte le farfalle muoversi nello stomaco. Sentivo che mi piaceva quella sensazione.
Ci stacchiamo per riprendere fiato. Simone appoggia la sua fronte alla mia. Poco dopo torna a baciarmi. Una necessità. Un bisogno quasi naturale di farlo senza alcun blocco mentale.
“ adesso sei mia?” mi chiede sembra quasi una domanda a se stesso.
“ si. Tu?” non dice nulla. Annuisce con la testa. Tiene ancora le mani nella tasca dei miei jeans quindi appoggiate al mio culo. Mi bacia a stampo e poi mi lascia dei baci dolci sulla guancia. Cinque minuti dopo sentivamo applaudire.
Come non ricordare dei nostri amici?

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