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Gli ho chiesto di avvicinarsi. Non si è mosso. Sto per crollare di nuovo in un pianto forte. Mi fa male anche la testa. Non credo sia nemmeno giusto stare così. Mi sono svegliata da poche ore. L'infermiera mi aveva detto di riposare. Ho fatto tutto tranne che questo.
“Simone per favore! Puoi venire qui?” chiedo di nuovo. Vedo che appoggia la bottiglia e si siede nel posto di Kurt. Adesso siamo più vicini ma non troppo. Vorrei un contatto con lui. Che lunatica!
“ dimmi ” mi dice
“ non ho niente da dirti” gli dico.
“ no? Non vuoi cacciarmi adesso? Fino a poco fa neanche mi volevi guardare in faccia!” mi dice. È arrabbiato. Lo capisco. Ma deve capire pure me.
“ senti Simo, non voglio litigare ancora. Però cerca di capirmi. Mi sveglio. Ti vedo. E quando torni il medico mi controlla e nel frattempo non sento neanche più le gambe. Non credo sia stato un risveglio meraviglioso!”
“ non credo di averlo mai detto. Ma visto che ti sono stato accanto in questo momento. Sentirmi dire quelle cose non è neanche corretto”
“ non è neanche giusto che voi non mi abbiate detto nulla” alza gli occhi al cielo. Sembra esasperato. Non era mai successo nel nostro rapporto che si sentisse così.
“ Emma se fossero state invertite le cose. Me lo avresti detto?”
“ tu e Kurt vi mettete d'accordo per farmi le stesse domande. Simone non lo so. Forse si. Forse no. Nella condizione inversa non mi sono trovata....” mi blocca.
“ spero non mi accada mai nulla. Perché è bruttissimo. Vedere la persona che ami con tutti quei tubi e vederla stare male ancora più di quanto tu pensi. Davvero Emma. Tu non sai come sono stato o forse in parte si. Il giorno della crisi... Ho temuto di perderti. Quella linea nel monitor era piatta. Nessun battito bel cuore. Niente. Hanno dovuto farti delle scariche per farti tornare. Non sapevo come dovevo sentirmi. Ero in un altro mondo. Tutto intorno a me non esisteva. Poi quando ci hanno dato quella notizia mi è caduto il mondo addosso. Con quale coraggio sarei potuto venire a dirti: Emma senti lo sai che se ti svegli forse non cammini più?. Mi avevano detto di dirti solo cose belle. Sai che c'è... Non mi pento di nulla. Nemmeno di non avertelo detto perché potremmo affrontare la cosa insieme. Le visite. Le cure. Il probabile intervento. La riabilitazione. ” mi dice abbastanza serio.
“ tu sei convinto che ti voglia per tutte queste cose?”
“ anche se non mi vuoi io ci sarò. Te lo già detto puoi mandarmi via tutte le volte che vuoi. Io sono qua ”
“ ma perché? Non ti faccio pena? ”
“ tu non mi fai pena. Non sono qui per compassione. Ma perché ti amo.”
“ forse vuoi solamente non restare solo” scuote la testa. Continua a non fare passi verso di me.
“ sono sempre stato solo prima che arrivassi tu. Non mi sono mai preoccupato di avere una compagnia solo per quello. Quindi non ha senso ciò che dici. ”
“ mi ami davvero?”
“ nessuno farebbe ciò che ho fatto io. Ricordalo Emma” mi dice senza un po' di emozione. Noto però i suoi occhi lucidi. “ nonostante dovessi riposare ero qui per te. Con te”
“ sei sicuro di volere una fidanzata che non può più fare niente?” gli chiedo diretta.
“ io sono sicuro di essermi innamorato follemente della ragazza che ho davanti agli occhi. Non mi importa se sta in sedia rotelle. Non mi importa se dovrò ammazzarmi un braccio per doverla portare in macchina. Voglio solo che lei stia bene”
Gli allungo la mano con tutto il braccio. Mi guarda adesso negli occhi.
“ non sono sicura che smetterò di essere così arrabbiata per tutto. Sono sicura però di amarti ancora di più” stavolta sorride. Afferra la mia mano con le poche forze lo tiro verso di me. Gli accarezzò il volto una volta vicini.
“ mi sento inutile. Davanti ai tuoi occhi. Davanti a quelli dei miei genitori. Dovrò dipendere da te e da loro. ” sussurro.
“ non sei inutile Emma. Sono sicuro che ci sarà un modo per tornare a camminare. Ma ti prego lasciati amare”

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