39.

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“Simo ti ricordi che dobbiamo passare da Giulia a prendere il quaderno degli appunti?” gli chiedo mentre lo vedo che sistemarle le magliette. Oggi stanotte sta me. Questa mattina prima di andare all'università ho beccato mio padre, gli ho spiegato la situazione e lui ha capito. Fin da subito ha pensato che prima o poi saremo finiti insieme. È anche per questo che gli piaceva Simone. Mi ha detto però su non dirgli nulla che voleva prendergli un po' di strizza. Ho iniziato a ridere e ho immaginato solamente la scena.
“si pupa. È la terza volta che me lo dici ” mi dice sempre con le spalle verso di me. Gli salgo sopra facendolo cadere sul letto. Ride. Gli bacio la nuca. Fisso davanti a me il comodino.
“ Dove è finita la nostra foto?” chiedo allarmata.
“ ho spaccato la cornice prima di venire a Londra. Quando ho visto la storia di te con Adam ho buttato giù tutto dalla scrivania e dal resto della camera. Ho preso a pugni il muro. ”
“ ma sei scemo?” non pensavo avesse reagito in questo modo.
“ no. Ero arrabbiato. Ma non con te, si forse solo un pochino ma ce l'avevo in primis con lui e con me stesso. Avevo permesso ciò che vedevo. E tu ti stavi dimenticando di me. Di noi. Della nostra amicizia.”
“ non ho mai dimenticato niente simo” respiro “ cercavo solo un modo per non pensare e stare lì in disco con Adam in quel momento era la cosa che il mio cervello mi diceva di fare”
“ lo avresti baciato davvero?”
“ se non fossi innamorata di te si. Effettivamente è un bel ragazzo e non metto il dubbio che sia pure un bravo ragazzo. ”
“ sono più bello io”
“ non ci sono dubbi! Ma non montarti la testa”
“ hai ancora da studiare” sono uscita dall'università fa sola ho preso il pullman perché oggi la macchina l'aveva mio padre. Mi sono fermata a casa di Simone a pranzo e adesso sono ancora da lui.
“ ti voglio rinfrescare la memoria: ho pranzato qui abbiamo fatto l'amore perché siamo soli e adesso ti sei messo a prendere la roba per andare a casa mia. Ti pare io abbia studiato?” scuote la testa. Si gira facendomi però restare a cavalcioni su di lui.
“no non mi pare. Però con questa visuale potremmo riniziare a studiare anatomia” rido.
“ scordatelo! Dobbiamo andare dai miei e devo studiare sul serio ”
“ ma sei sicura che i tuoi vogliono? Non è che tuo padre non è d'accordo.”
“ Simo hai davvero paura di mio padre. Non ti mangia”
“ no mi fucila soltanto”
“ ma smettila che ti vuole bene!”
“ seh seh. Oggi mi aspetta con il bastone vedrai”
“ però andiamo altrimenti facciamo tardi da Giulietta e poi a casa. ”
“ ho già le gambe che tremano. ”
“ l'unica cosa alzata che sento è la tua bandiera” inizia a ridere. mi sposta per sentirlo meglio. Ma lo avevo già capito.
“ pensa la prima volta che ti ho vista nulla”
“ non bussi mai alle porte tu!”
“ è colpa tua che non ti chiudi a chiave Emma . Mica mia. È comunque che visione celestiale”
“ ti ho lanciato dietro il sapone e anche la spazzola affianco alla doccia. ”
“ si non ci siamo guardati in faccia per due ore e poi ci siamo messi a ridere. ”
“ forse dovevo capirlo da lì che mi piacevi” confesso.
“ il mio amico già mi avvisava ma io so scemo” rido con lui. Mi avvicino per baciarlo. Sento le sue mani nel mio sedere. Lo stringe spingendomi verso di lui ancora di più. Lecca le mie labbra e poi succhia il mio labbro inferiore. Gemo perché mi sta facendo impazzire. Sento il portone chiudersi e scendo da sopra di lui.
“ non puoi lasciarmi così?”
“ sono rientrati i tuoi. Fatti una doccia fredda e vedrai che l'amico si calmare” gli bacio le labbra velocemente e fuggo sculettando.
“ Santo cielo!” esclama facendomi ridere. Saluto Maria e Carlo che mi abbracciano entrambi. Mi sento a casa.

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