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Avevo finito da visita da poco. Nessuno dei due in macchina accennava a parlare. Mi vergognavo perciò che era successo. Quando il medico mi ha passato la taglierina ho sentito un fuoco dentro di me che diceva di non fare una cazzata del genere.
“Simo” lo chiamo sottovoce con la testa bassa.
“dimmi” mi dice.
“ ti chiedo scusa per quello che è successo prima. Non riesco ad accettare questa cosa. È difficile!”
“ non ti devi scusare Emma. Devi stare tranquilla. Ho avuto paura che facessi qualcosa. Però ho capito quando sei scoppiata a piangere che non sarebbe successo. ”
“ io voglio tornare a camminare. Ho però il cervello bloccato.. ”
“ adesso facciamo il percorso Emma. ”
“ mi starai affianco?” annuisce mentre si ferma davanti al semaforo rosso. La sua mano si appoggia sulla mia coscia.
“non c'è bisogno che io te lo dica. Che te lo ripeta..  lo sai benissimo”
“ grazie” gli dico ancora con gli occhi incollati ai suoi.
“ non mi devi assolutamente ringraziare.”
“ invece si. Uno come te non lo trovo da nessuna parte. ” appoggio la testa sul sedile e sospiro “ non è mai stato semplice digerire il fatto di essere stata usata dalla persona che amavo. Non accettavo il fatto che lui non mi vedesse adatta per lui. Cercavo di cambiare ogni giorno per piacergli e nonostante questo non serviva a nulla. Lui continuava a dirmi di amarmi ma poi in realtà aveva tante altre. Quando ho preso coraggio a lasciarlo, ho subito tutte quelle cose che già sai, la mia vita è diventata un inferno. ”
“Emma io lo so che sei stata male”
“ aspetta, in tutti questi mesi che siamo ormai fidanzati io ho scoperto dei lati di te che mi hanno fatta amare me stessa. Ho scoperto una nuova Emma. Ho capito che posso amarmi e allo stesso tempo posso amarti. Voglio che tu sappia quanto ti sono grata di quello che stai facendo, starmi vicino in questo periodo non è facile ma diciamola tutta non lo è mai stato. Sono scappata quando mi hai mandato via anziché affrontarti. Quando eravamo amici ero gelosa ma non te lo facevo vedere. Adesso che sei mio io continuo a non crederci. Tutto mi sembra surreale. Grazie.
Di tutto. Di essere te. Di essere speciale. Di essere come sognavo io. Di essere stato migliore di ciò che speravo. Di avermi sopportato in questi mesi e nei mesi che sono stata male. Grazie semplicemente di starmi accanto non è da tutti. Ma solo da te amore” mi sorride. Le macchine suonano visto il verde. Simone si stende un po' per lasciarmi un bacio sulle labbra. Ma si stacca subito per poter ripartire.
“ dove andiamo?” mi chiede “ devo portarti a casa?”
“ non c'è nessuno. Se non devi lavorare portarmi da te” gli dico. Annuisce. Gira verso casa sua e una volta arrivati. Scende. Prende me che mi porta su. Ci apre Maria che mi sorride.
“ ciao bellezza ”
“ ciao mari”
“ simo mettila sul divano così sta comoda. ”
“ si devo andare a prendere la sedia di sotto.” dice alla madre mentre mi sposta i capelli dopo avermi appoggiato sul divano.
“ come va?” mi chiede dopo che Simone è sceso.
“ non lo so. Dopo la sfuriata oggi con medico forse incomincio un nuovo cammino”
“ so che non è facile ma ci siamo noi no?”
“ per fortuna ho tuo figlio. Mi sopporta troppo. ”
“ ti ama. Non lo facevo così abbastanza sottone mio figlio però sono contenta che sia tu la ragazza di cui si è innamorato. Io e Sara abbiamo sempre pensato che sarebbe successo. Non voleva a toccarti. È il pensiero di te con uno lo faceva uscire un po' di senno. Diceva sempre che sarebbe dovuto passare nel suo corpo. ”
“ la diceva sempre in disco questa frase” mia suocera ride. Come se sapesse altri scleri del figlio.
“ mari che mi sono persa”
“ ti ricordi quando dovevate andare a quella festa di compleanno...”
“ si era passato un suo amico Luigi a prendermi. Mi aveva invitato lui perché il signorino doveva andare con Camilla alla festa” annuisce.
“ ecco quel giorno io ho avuto la conferma che lui non provava solo bene. Aveva iniziato a dire che gli avrebbe spezzato le ossa se solo avrebbe osato toccarti. Che doveva tenere le mani apposto. Non gli avrebbe dato l'autorizzazione di sfiorati neanche per un ballo. Non avrebbe mai voluto vederti stare male ancora.
Ma infondo, penso che Simone era innamorato già di te e saperti con qualcuno lo faceva stare male. ”
“ quel giorno alla festa non mi ha staccato gli occhi di dosso. Mi aveva detto che se solo sarei fuggita dallo sua visuale mi avrebbe cercato per tutto il locale, perché mio padre mi aveva affidato a lui nonostante fossi andata con Luigi.”
“ gelosone”
“di che parlate donne della mia vita?” sento il cuore esplodermi quando quella voce è troppo vicina al mio viso. Lo guardo. La madre gli sorride. Ha appoggiato la carrozzina chiusa sul muro affianco al tavolo.
“ nulla di cui ti deve importare” gli risponde la madre.
“ farò finta di crederci. Tanto lo so che parlavate di me ma so in buona fede”
“ se lo sai allora non domandare” gli dice facendolo ridere. Ci lascia soli e Simone si siede accanto a me. Mi abbraccia e gli lascio un bacio sul collo.
“Ti amo amore mio”

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