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Siamo ancora molto vicini. Mi guarda negli occhi. Non ero riuscita nemmeno a dire niente dopo il suo di lasciarmi amare. Forse ha ragione. Non posso comportarmi in questo modo. Ma sono molto arrabbiata perché non ho più possibilità di fare delle cose.
" devi riposare lo sai?"
" ho dormito anche troppo non credi?" ridacchia. Si sistema la sedia. Appoggia poi la testa sul letto. Gli accarezzò i capelli.
" credo tu abbia dormito si. Ma devi comunque riposare. "
" va bene. Però resta qui"
" sono qua. Non vado da nessuna parte" mi dice. Tenendo le braccia incrociate e la testa appoggiata su esse. La mia mano passa sulla nuca e sui capelli.
" Simo"
" mhm"
" domani mi faranno tutte le visite credo. Mi starai vicino?" mi sentivo quasi una bambina. Imponente di fare le cose da sola.
" te lo detto anche prima. Non me ne vado neanche se me lo chiedi."
" io non volevo mandarti via. Solo che... " alza la testa mi guarda bloccando le mie parole.
" mi dispiace non averti detto nulla. Ma ho pensato al tuo bene anche se adesso non è così per te. "
" lo hai fatto per me? Non per te ?"
" lo fatto per te. Perché volevo che continuassi a vivere questa vita e non darla vinta a quei coglioni. L'ho fatto anche per me perché non riesco a stare senza di te. E non ho mai avuto paura di perdere qualcuno come in quei momenti." fruga con una mano nella tasca e mi mette l'anello che mi ha regalato.
" lo hanno dato quelli dell'ambulanza quando ti hanno portato qua a tua madre. Non sapevano a chi darlo. Questo è tuo" sorrido.
" così tutti i medici sanno che sono tua?" gli chiedo ridendo adesso.
" si. Non che ci sia chissà qui eh! Ma mai dire mai" ridacchiò. Si risistema come prima.
"Simo!" lo chiamo ancora. " non mi hai ancora baciato. " protesto. Lo sento ridere. Si alza.
" pensavo non volessi" mi dice.
" non volessi? E da quando ho aperto gli occhi che speravo mi baciassi"
" rimedio subito allora signorina muscat" ridacchiò. Si avvicina alle mie labbra. "sei sempre in tempo per cambiare idea"
"Simone ti meno adesso" gli do un colpo alla nuca e ride. "sei deficiente!" gli dico. Si abbassa ancora di più e finalmente le sue labbra raggiungono le mie. E più un bacio a stampo poi schiudo le labbra chiedendo qualcosa in più. Non ci pensa neanche un po' e approffondisce. La sua lingua cerca la mia. Mi accarezza le guance. Ci stacchiamo a corto di fiato. Mi guarda. Gioca a naso a naso.
"Ti amo" gli dico. Mi sorride.
" Ti amo anche io amore" si risiede sulla sedia e come prima si sistema appoggiando la testa. " mi puoi fare due grattini? " mi chiede dolcemente.
" certo" rispondo. Appoggio la mano di nuovo sulla sua testa e inizio ad accarezzarlo. Piano piano però prendo sonno.

.....

È mezzogiorno. Hanno portato Emma a fare gli esami specifici. Le avevano già fatto una radiografia al pronto soccorso quando è arrivata. Ma purtroppo non hanno potuto constatare bene le cose perché lei era senza sensi e continuava a perdere sangue dalla testa. E dalla ferita al braccio. Infatti ha un cerotto ancora . Sembrava più tranquilla. Io sono riuscito a dormire qualche ora.
Sono tutti qua ad aspettarla. È orario di visita e sono passati anche i nostri amici. Guardo Giulia molto vicino a Lorenzo che si guardano ogni tanto. Non comprendo molto cosa si dicono. Ma quegli sguardi gli riconoscerei tra mille. Mi sa che devo parlare con il mio amico. Ed emmina con la sua amica. Almeno pensa a qualcosa.
" ci mettono così tanto?" mi chiede Rosanna.
" credo debbano controllare ogni cosa. Ci hanno spiegato prima che le avrebbero fatto tutti gli accertamenti dovuti. Prima un Tac se era necessaria anche una risonanza magnetica. "
" ma non era meglio la risonanza?"
" no perché a volte nonostante sia più adeguata non evidenza le lezioni dell'osso quindi è meglio fare la Tac. Dovevano farle il contrasto quindi ci vorrà un po"
" povera Emma!" esclama mio padre. " quante ne deve passare ancora. Non bastava andare in coma adesso pure la perdita delle gambe"
" accade spesso negli incidenti papà" gli riferisce mia sorella " loro hanno avuto il più brutto. Ed Emma era incastrata nel sedile. Non riuscivano nemmeno a liberarla. Ti ricordi come era la macchina. " annuisce " un cartoccio. Per fortuna i vigili del fuoco sono riusciti a liberare entrambi"
Non volevo più pensare a quel tragico momento. Ma era veramente passato poco tempo. Per rimuoverlo del tutto.
" ce la faranno vedere?"
" Cornad credo di sì. Solo il tempo delle visite e poi ci fanno stare un po' con lei. "
" sei riuscito a calmarla!"
" in realtà quello che c'è riuscito per primo è stato Kurt mamma. Anche se quando sono arrivato mi ha attaccato di nuovo. "
" è tornata la nostra Emma" dice mia madre indicandola mentre esce dall'ascensore. Eccola. Con un bel sorriso.
" ehilà ma siete tutti qui" era felice di vederli.
" pensavi di esserti liberata di noi eh?"
" Sara amore"
" si sono io in carne ed ossa"
" ve la portiamo in camera. Entrate due alla volta. Non fatela stancare troppo. È ancora debole. Mi raccomando. Tu vieni giù che ti vuole il medico" mi indica.
" ok" sento l'agitazione salirmi cosa mi vorrà dire. Emma mi guarda.
" tranquilla. Tutto ciò che mi dirà ti riferirò. Fidati" annuisce. Le lascio un bacio sulla guancia prima di lasciarla entrare in camera. Aspetto gli infermieri e seguo sempre la stessa infermiera che ha curato Emma. Mi ferma davanti alla porta del medico.
" aspetta qui. Sta arrivando. Emma ha fatto da brava. Ha ascoltato ogni cosa. Il medico le ha già riferito che se va tutto bene. Ritornerà a camminare. Adesso dobbiamo vedere gli esami. La tac. "
" d'accordo grazie" mi appoggio sul muro e aspetto il medico. Ormai sembravo uno di famiglia la dentro.

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