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“ quindi adesso posso dire a tutti che sono la tua fidanzata?” mi chiede mentre appoggia la sua mano sul mio petto, la testa sul mio braccio aperto per avvolgerla al meglio. Avevamo appena finito di fare l'amore. Eravamo una stanza d'albergo che avevo fatto prendere da Sara di nascosto perché se lo avrei fatto io mi avrebbe sgamato. La cena era finita al meglio e non potevo esserne più che contento. Le guardavo l'anello al dito che mi piaceva particolarmente nella sua mano.
“ lo potevi dire anche prima amore”
“ si ma ora di più!”
“ certo.” le rispondo lasciandole un bacio sulla punta del naso.
“ ora puoi dire che nessuno ti può toccare. Guardare. Abbracciare. Perché sei solo mio”
“ perché prima ero condivisibile?” chiedo facendola ridere.
“ ma neanche per idea!”
“ è allora...” ride stavolta. Mi bacia a stampo.
“ mi sembra un sogno Simo. ”
“ spero bello almeno”
“ fantastico. Non bello. ” mi confessa guardandomi negli occhi “ quando l'ho capito speravo in tutto questo. Quel giorno in disco - respira avevo capito a cosa si riferisse - quando sei stato con la tizia vestita di bianco. Ero uscita perché iniziavo a provare una certa gelosia. Negavo a Giulia che stessero cambiando i miei sentimenti. Negavo pure a me stessa che stava per succedere. Invece... ”
“ invece poi hai deciso di abbandonare l'idea di fare finta di nulla. Anche perché sarebbe comunque diventato impossibile” annuisce.
“ ti ho urlato contro perché non potevo dirti veramente ciò che mi stava succedendo. Te lo dico ora però. Ero gelosa. Gelosa marcia che quella potesse stare con te. Gelosa che ti toccasse. Gelosa che tu potessi solo baciare un'altra che non ero io. Sai ad un certo punto ho pensato di sparire prima che tu capissi tutto.
Ma poi mi hai invitato a cena a casa tua. ”
“ quel giorno non potevo veramente crederci. Ho rischiato di baciarti. Il problema era che non mi dispiaceva l'idea. Ma non accettavo che fossi tu. Cavolo amore! Eri la mia migliore amica. Abbiamo condiviso tutto. Anche quello che io facevo a letto. Ho pensato ad un certo punto che fosse una cosa surreale. Che stessi sognando. ”
“ sono scappata via quando ho tentato di baciarti. Ho chiamato Giulia in lacrime. Mi diceva di non farmene una colpa ma più ci provano più sentivo che tu non mi avresti mai voluto”
“ e sono un coglione!” ridacchia. “ adesso voglio soltanto che andiamo avanti. Io e te insieme. Ora ti laurei. Prepari bene la tesi. E appena finisce tutto andiamo a Malta ok. ”
“ non vedo l'ora Simo!”
“ poi ti ho promesso anche la montagna che non abbiamo fatto perché stavo male”
“ mi vizi troppo lo sai?” annuisco. Ero felice di viziarla. Mi piaceva passare del tempo con lei come ho sempre fatto d'altronde. Mi piaceva guardarla negli occhi come in questo momento. Stringerla al mio petto e accarezzarle il fianco nudo facendole venire i brividi per tutto il corpo. Amavo tenere le nostre gambe intrecciate perché sentivo di averla con me. Un po' come le radici di un albero sotto la terra. La bacio con passione e lei tiene una mano sulla mia guancia.
“Ti amo amore” mi sussurra una volta che ci stacchiamo. Le rispondo anche io. Ci addormentiamo incastrati.
Come puzzle perfetto.
Due metà.

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