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Se ne erano andati tutti visto che erano finiti gli orari di visita. Simone non era tornato. Mi mancava. Era sempre stato qua ora invece no. Vedo l'infermiera entrare con il cibo che avrei dovuto mangiare quando ero giù a fare le visite.
“ devi mangiare un pochino. Hai solo fatto colazione. ”
“ non mi va. Non ho fame” rispondo.
“ Emma guarda che se non mangi poi ti sentirai male di nuovo”
“ tanto a chi importa. Simone è andato via e non è tornato. Gli altri vengono qua solo per compassione. Se fosse per loro non ci verrebbero nemmeno” la vedo scuotere la testa. Prende una sedia che sta infondo alla stanza e si siede accanto a me.
“ anche lei fa lo stesso”
“io faccio il mio lavoro. E poi sai quante persone ho visto come te. Che non accettavano questa cosa anche ragazzi dell'età di 16 anni?”
“ non è giusto”
“ hai ragione. Non è giusto. Ma sai quante cose non sono giuste eppure le facciamo. ”
“ ma non decidi di fare questa cosa!” le dico.
“questo è certo. Emma quando succedono queste cose si deve avere la forza di combatterle. Sei viva. Dovresti essere almeno felice di questo. ”
“ io lo sono. Solo che è una felicità a metà. ”
“ perché non puoi usare le tue gambe?” annuisco.
“ sei speciale. Mettila così. E poi non puoi vivere a metà”
“ si che posso” scuote la testa. Tira fuori un foglietto che aveva nella tasca. “ in queste settimane ho passato tanto tempo qua con te. Il medico mi diceva di tenerti sotto controllo. Ogni volta che venivo però trovavo Simone ” la guardo ascoltando cio che mi stava raccontando.“  Si mette va lì - indica la sedia - ti guardava. Ti stringeva la mano. Iniziava a parlare. Venivano i tuoi che lo spronavano ad andare a casa a dormire. Ma lui niente. Non c'era verso. C'erano quei giorni che lo trovavo dormire con la testa sopra la tua mano. Allora neanche mi avvicinavo andavo via e tornavo un ora dopo sapendo che tanto lo avrei trovato sveglio. Un giorno gli ho detto: sai è molto fortunata ad averti. Lui mi ha risposto: che quello fortunato non eri lui ad averti ma lui ad avere te. Ho sentito il cuore farsi piccolo. È uscito e sono scoppiata a piangere. In quel momento ho pensato che avrei voluto un ragazzo così anche per mio figlio. ”
“ hai un figlio?” annuisce.
“ si. Il padre mi ha abbandonata quando ero incinta. L'ho cresciuto da sola. Spaccandomi la schiena. Non lo vedo sempre. Quando ho il turno di notte sta con la mia mamma. Mi manca sempre. Ma capisco che se non lavoro non posso dargli un futuro migliore. Simone in queste settimane mi ha fatto capire che ci sono ancora ragazzi con il cuore d'oro. Che si prenderebbero cura della propria fidanzata. Per questo io gli ho detto che eri fortunata. Perché nessuno lo avrebbe fatto per me” sento gli occhi bruciarmi. Non mi aspettavo questa cosa. Le indico il foglio.
“ cosa c'è dentro?”
“ un disegno di mio figlio. Lo porto sempre con me ”
“ posso vederlo?” annuisce. Lo prendo nelle mani e lo guardo. Ci sono due persone disegnate. Una vestita in camice bianco ovvero da infermiera e l'altra figura è più piccola. A modo suo ha scritto: « alla mamma migliore del mondo che curerà tutti i bambini». Il cuore mi esplode.
“ mi ricorda sempre che questo lavoro lo faccio con il cuore e che lui mi vede come una supereroina. Mi ricorda che devo sempre aiutare il prossimo. ”
“ è bellissimo”
“ grazie” gli passo il foglio.
“ se Simone ti dice certe cose ascoltalo Emma. Non ha fatto altro che sperare di essere ascoltato e soprattutto amato. Non fartelo scappare perché di persone del genere c'è ne sono veramente poche” annuisco. Respiro. Si alza mette il figlio in tasca e mi torna a sistemare le medicine che mi vanno in endovena.
“ mangia. ” mi avvicino il carello per mangiare. “ah Emma..” mi volto “ fai quell'intervento. Fidati del medico. Di me. E del tuo ragazzo. Sono sicura che tornerai a camminare” mi manda un bacio e chiude poi la porta.
Ero scossa da ciò che era appena accaduto. Quella conversazione mi aveva resa più instabile di quanto già lo fossi.
Mi accorgo del telefono vicino a me. Apro WhatsApp e clicco sul nome di Simone.
«Mi manchi. Quanto torni parliamo. Ti amo»

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