83.

721 39 14
                                    

Una settimana dopo

Emma oggi ha i controlli. Questa prima settimana in casa è stata tranquilla. Non ha sclerato e ne niente. Infatti, come Kurt mi sono chiesto se c'era stato qualche oggetto che le avesse toccato il cervello.
Stiamo aspettando il nostro turno. La vedo abbastanza nervosa. La sensibilità ancora non è tornata.
“Emma andrà tutto bene”
“ in questa settimana non è cambiato nulla Simo. Non accadrà mai”
“ non essere pessimista. Te lo ha detto pure lui. Può capitare che la cosa ritardi.
“ si ma...” le accarezzò la guancia.
“ ma niente. Stai tranquilla. ”
“ muscat ” il dottore ci sorride e Cecilia l'infermiera ci fa accomodare.
“ finalmente ci vediamo”
“ne avrei fatto a meno”
“ah non sei proprio cambiata!” ridacchiò.
“ neanche morta ”
“ vieni qui dai adesso ti faccio la visita di controllo. ”
“ d'accordo!” è tesa peggio di una corda di violino. Mi abbasso alla sua altezza per sollevarla.
“ stai tranquilla Emma. Sono qua con te ”
“ ho paura Simone” le lascio un bacio tra i capelli. L'appoggio nel lettino.
“ Emma resta con visto a metà devo controllare il taglio nella schiena” annuisce. Mi allontano ma lei mi tira.
“ ehi tigre sono qua. Non sto andando via. ” le dico facendole capire che dovevo spostarmi per il medico. Con gli occhi mi implora di restarle vicino. Così faccio il giro e mi affianco dal lato sinistro. Vedo che il dottore leva il cerotto che ogni giorno le medicavo. Aveva già tolto i punti da due giorni. Ma dove tenerlo chiuso per evitare infezioni.
“Emma la ferita sta al meglio. Piano piano avrai solo la cicatrice. È piccolina non si noterà tanto. ”
“ grazie” sussurra.
“ adesso puoi sdraiarti.” le dice. Resto sempre fermo nel mio posto. “Simone mi dovresti aiutare a levarle i pantaloni. ” annuisco. Vedo che prende il martellino. Ricordo la prima volta quando non sentiva le gambe. Era un continuo piangere.
“ amore adesso ti sollevò il bacino ok?”
“ ok” passo il braccio sotto la schiena cercando di evitare danni. Le sollevò il sedere per poterle sfilare il pantalone. Lo faccio calare lungo le gambe.
“Emma sei pronta?”
“ no. Non voglio sapere nulla. Io non le sento” protesta. Gli occhi li ha lucidi. Il medico non ascolta ciò che dice e inizia fare la visita. Le batte il martellino dai piedi fino al bacino. Ma lei non reagisce. Non dice nulla. Una volta arrivato ai fianchi.
“ ai è freddo” risponde.
“ allora siamo esattamente come prima dell'intervento non è cambiato nulla”
” lo avevo detto io. Questo intervento non andava fatto. Non è servito a nulla”
“Emma...”
“ dottore ho temuto tutta la settimana. Ho fatto la brava. Mi sono calmata. Non ho sclerato. Ma io non ce la faccio! Io non riesco a stare così. ”
“ Emma non può succedere tutto e subito”
“ io sei mesi ad aspettare non voglio starci. Avrei preferito morire”
Ecco mi sembrava strano non avesse rincomiciato con questa storia. Alzo gli occhi al cielo cercando calmarmi.
“ ah sì? Avresti preferito lasciare la tua famiglia..  i tuoi amici e il tuo ragazzo solo perché non hai le gambe?” le chiede
“ si. Cavolo io ero abituata a fare tutto e adesso mi ritrovo a dover chiedere di andare al bagno. Mi ritrovo a non sentire niente. A non poter camminare. A provare vergogna solamente a fare l'amore con lui. Ma perché continuate a non capire!!! Questa è in agonia. ”
“ il tuo cervello reagisce al contrario perché tu pensi di non farcela!” le risponde. Mi allontano appoggiandomi al muro. Cerco di non far cadere le lacrime. Non dovevo assolutamente farmi vedere fragile; non adesso. Dovevamo combattere. Ma lei si sentiva imponente e io non potevo fare nulla per impedire tutto questo.
“ non è vero! Io voglio tornare a camminare ma a quanto pare...”
“ a quanto pare ti comporti come una bambina. Emma senti, ho visto tante persone come te anche persone ragazzi o ragazze che non avrebbero più camminato. Non c'era nemmeno bisogno dell'intervento. È sono state male. Hanno reagito come te all'inizio ma poi hanno accettato questa vita perché non si può rinunciare a perderla. ”
“ non ha senso ciò che dice?”
“ ha senso Emma. Adesso tu non hai sfogato per una settimana. Hai tenuto dentro per non fare stare male chi ti sta intorno ma non puoi continuare cosi”
“ oh certo! Tutti pronti a decidere per me. Questa vita è la mia. Decido io come reagire.”
“ ah sì?” ascolto tutta la conversazione. Vedo il medico passarle una specie di coltello. Sbarro gli occhi. Ma che sta facendo? “ vuoi davvero farla finita?”
“ dottore..” l'infermiera la chiama ma lui non si sposta. Emma ha il coltello tra le mani. Sembra più una taglierina in realtà.
“ forza fallo. Che ti costa no? Hai fatto un incidente, sei andata in coma, due settimane che ti tenevo sempre sotto controllo... Ti sei svegliata questo in incubo ok! Hai ragione... Allora se non hai più voglia.. se quello che ti dico non ha un senso fai ciò che devi fare. ” sono bloccato. Non riesco nemmeno a parlare. Il medico la fissa. Emma scoppia a piangere. “ cosa stai aspettando? Non vuoi andare via? Hai detto tu che non vuoi stare qui? Che ciò che ti dico non è vero. Che non vuoi più aspettare... L'unico modo è quello di ucciderti. ” adesso lei alza lo sguardo. Ripone l'oggetto nelle mani del medico. Singhiozza.  Riesco a muovermi e raggiungerla. La stringo tra le mie braccia.
“ sono qua. Non vado via. ” gli dico in un sussurro. Il dottore mi sorride.
“Emma questa vita va vissuta. Ama. Vivi. Quello che succederà sarà solo se sei tu a volerlo. ” le dice “ puoi rivestirti.” si allontanano entrambi. Trema come una foglia.
“scusa Simo”
“ehi non devi assolutamente. Respira per favore. ”
“ non voglio andare da nessuna parte” sorrido. Le lascio un bacio sulle labbra. Ero felice di questo piccolo passo. Forse finalmente aveva capito qualcosa.
L'aiuto a vestirsi di nuovo. La faccio sedere nella sedia e la porto dietro la scrivania.
“ ci vediamo tra due settimane. In caso succedano determinate cose Simone ha il mio numero. Potete chiamarmi quando volete. ” scrive alcune cose in un foglio. “ questo è il numero della psicologa, di cui già vi avevo parlato. Emma ne hai bisogno. Se non vuoi andare da sola, porta qualcuno con te; Simone un amica. Ma ti può servire a non tenere tutto dentro. Si chiama Giorgia. Puoi dirle che ti mando io... Non ti devi preoccupare assolutamente di nulla. Dalla psicologa non ci vanno solo i pazzi, anche le persone sane che hanno semplicemente voglia di parlare. ”
“ ok dottore” la guardo. “ posso decidere io quando andare?” annuisce.
“ puoi decidere orario e giorno. L'importante che almeno una volta a settimana ci vai ok?”
“ va bene” era riuscito a convincerla. Ero incredulo. Sarebbe potuto servire per calmare le acque. I tormenti dentro di lei.

Tienimi vicino al cuore ♥️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora