“Lallo.”
“Giallo.”
“LALLO!”
“Sì dice Giallo.”
“LAAAAAALLO!”
“STIIIILES!”
“Cosa? Cosa succede?”
“Tua figlia non sa parlare.”
“Beh, ha meno di due anni, è normale.”
“Normale?”
“Sì, Derek, è normale. Lasciala stare.”
“LALLO!”
“Sì, amore di papà, è lallo!”“Sì è addormentata, io andrei.”
“Derek aspetta, siediti un attimo.”
“Mh?”
“Non hai pazienza con Hanna, non sai a quanto anni parlano i bambini, non le sai preparare da mangiare e l'unica cosa in cui riesci è farla addormentare, ma perché lei ti adora. Hai una spiegazione?”
“Io…non ho mai fatto il babysitter. Non è vero che l’ho fatto per sette anni, anzi, odio i bambini. Tranne Hanna, lei mi sta simpatica.”
“Beh, mi era sembrato strano che un ragazzo, di ventisette anni, si offrisse di fare da babysitter, ma ci avevo creduto. Perché due giorni fa ti sei offerto?”
“Vieni in quel bar da quasi un anno e ultimamente sei sempre stressato, era evidente che avessi bisogno di aiuto. Poi hai detto che non trovavi nessuno per lei, che non sapevi a chi lasciarla e io la conoscevo già e conoscevo te.”
“Beh sì, è quasi un anno che chiacchieriamo ogni tanto la mattina. Non ti sarebbe stato più facile chiedermi un appuntamento?”
“…”
“Sei licenziato, Derek.”
“Mi sembra giusto. Vado via, mi dispiace.”
“Aspetta!”
“Mh?”
“Ho trovato una vera babysitter, quindi…beh…domani sera sono libero.”
“Oh…cinema?”
“Epoi cena?”
“Perfetto. Ah, Derek?”
“Dimmi.”
“Lo so dal secondo giorno che ti ho visto che sei il proprietario di quel bar e di tutta la catena in tutto il paese. Anch’io non avevo il coraggio di chiederti di uscire con me, ho accettato apposta.”
“Lo immaginavo.”La parola era “GIALLO ”.