Stiles sta girovagando per quella enorme casa.
Tutto è chiaro, moderno, entra tantissima luce e le tende bianche svolazzano grazie alla leggera brezza che entra da fuori. E' iniziato l'autunno da soli tre giorni, è il suo periodo dell'anno preferito.
"Allora?"
Derek, che lo sta seguendo durante quel tour, interrompe i suoi pensieri. "Cosa ne pensi?" chiede.
Stiles si volta verso di lui, sorridendo.
"Mi piace tantissimo! Hai fatto un bel lavoro, Sourwolf! Questa casa è stupenda!"
"Hanno fatto tutto quelli della ditta di costruzioni ed è completamente diversa da...da com'era prima."
Stiles gli si avvicina, appoggiandogli una mano su un bicipite, stringendo appena.
"Loro hanno messo in pratica le tue idee e se non è come era...come l'aveva voluta tua mamma anni fa, non è un problema. Tu la volevi così e devi esserne felice."
Derek distoglie appena lo sguardo. "Ho fatto fare una stanza anche per Erica, e una per Isaac e Boyd."
"Oh" sorride ancora l'umano, "Sappiamo entrambi che quelli a dormire in coppia saranno Erica e il suo bell'omone!"
"Idiota" gli risponde il mannaro, per poi sorpassarlo e avviarsi verso un'altra camera; Stiles lo segue all'interno.
Affaccia sul giardino sul retro, è grande, ma non dispersiva. A destra c'è una scrivania con un PC, affiancata da una enorme libreria, piena zeppa di libri, fin sotto il soffitto. Stiles sa che la sta osservando a bocca aperta. C'è un letto di una piazza e mezza con lenzuola blu scuro, un armadio e qualche stampa sul muro: locandine di film.
"Ti piace?" chiede Derek.
Stiles si volta a guardarlo.
"MI HAI FATTO UNA STANZA?!" chiede, urlando e saltellando.
Derek ora sorride.
"Sei così sicuro sia tua?"
"Ehi! Quelle sono le locandine di Star Wars! PEr forza che è mia!" e gli lancia le braccia al collo. "GRAZIE!"
Derek gli stringe appena i fianchi. "Potrai venire quando vuoi o dormire qui quando le serate cinema diventano serate poker e poi pigiama party."
"Sì! Sì! Tutto così fantastico!" e scioglie la presa. "La tua stanza?"
"In fondo al corridoio, ma è una banale camera da letto."
"Voglio vederla!"
"Non è niente di che, davvero."
"Ehi, lupo, mi nascondi l'ala ovest come La Bestia?" lo prende in giro Stiles. Derek sbuffa, esce dalla stanza, facendogli segno di seguirlo.
La stanza di Derek è davvero semplice, quasi spartana. Il letto è sotto una grande finestra, come quello al loft era sotto la vetrata. C'è un armadio, un grande specchio e una poltrona. Una porta dà sicuramente sul bagno. Appeso al muro di fronte al letto c'è probabilmente un quadro, solo che è coperto da un lenzuolo bianco.
"E quello?" chiede Stiles.
"Non so se mi piace, deciderò se tenerlo."
"VEDERE! VEDERE!" Stiles si avvicina, afferrando un lembo del lenzuolo. Fa per tirarlo via, ma Derek gli blocca il polso.
"No!" ringhia quasi.
Stiles si blocca, ma non è spaventato.
"Dai, non può essere così brutto!"
"Stiles..." Derek ora sembra...timoroso? PErò gli lascia il polso.
Stiles lo prende come un sì e tira giù la stoffa bianca.
Il quadro è lungo, orizzontale. Stiles non riesce a staccare gli occhi da...
"Quelli sono..." e non riesce a concludere la frase.
"I tuoi occhi, sì" lo fa Derek per lui.
"Hai...hai i miei occhi dipinti nella tua camera? Come hai fatto? Mi hai scattato una foto e l'hai fatta dipingere? E perché?" Stiles ha un vvortice di domande nella testa.
"Li ho dipinti io, nessuna foto e nessun artista" Derek gli spegne totalmente i pensieri. Stiles boccheggia.
L'umano fa un passo verso il dipinto, sfiorandolo con le dita. Ora riesce a sentire anche il profumo della vernice, anche se è asciutto.
"I miei occhi non sono così...così belli. Il colore e...e la luce..."
Sussulta quando sente due braccia cingergli la vita da dietro, ma si rilassa quando sente il fiato di Derek sul collo, mentre parla.
"No, hai ragione, non sono così, sono molto meglio. Per questo non so se tenerlo, non è il tuo caramello e la luce...non sono luminosi e pieni di vita come i tuoi..."
"Shhh, Sourwolf, sei bravissimo" lo zittisce, forse per la prima volta in tutti quegli anni, Stiles. "Come mai?" chiede. E non sa a cosa si riferisce: come mai li hai dipinti? Come mai ce l'hai in camera? Come mai non mi hai mai detto queste cose?
Derek stringe ancora un po' la presa.
"Mi calmano. Quando c'è la luna piena o quando sono agitato, arrabbiato, i tuoi occhi mi calmano da sempre."
Ora è Stiles a stringere la presa sulle braccia di Derek che lo cingono.
"Non toglierlo, ti prego" chiede.
"Perché?"
"Perché...non lo so. E' come fosse la prova concreta di tutto ciò che mi hai appena detto..."
Derek gli mette le mani sui fianchi, spingendolo a girarsi, a guardarlo negli occhi.
"Ehi, lupone..."
"Ehi, ragazzino."
E a Stiles, avere Derek così vicino, fa partire il filtro cervello-bocca.
"Quindi mi ami, eh? CIOE' IO, SCUSA! NON SO STARE ZITTO E TU NON HAI DETTO NIENTE E IL MIO CERVELLO GUARDA TROPPE COMMEDI-"
Le labbra di Derek gli spengono parole e pensieri. Le braccia di Derek gli fermano i tremori. Il cuore di Derek gli accende un calore nel petto che mai aveva sentito.
"Sì, a quanto pare ti amo" gli dice il mannaro, labbra contro labbra.
E Stiles sorride. E Derek pensa che sì, quel dipinto non renderà mai giustizia a quello sguardo, ma che vorrà passare tanto tempo a provare a farne altri, se Stiles glielo permetterà.
La parola era "ARTISTA".