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Stai prendendo a pugni il suo petto da un bel po'. Gli stai urlando contro, gli hai urlato che ti ha lasciato solo, che non doveva farlo, che avrebbe dovuto almeno avvisare e che, soprattutto non sarebbe dovuto tornare dopo due anni, come se niente fosse. 
Sai che hai urlato il suo nome più di una volta, come se aspettassi una sua reazione a quel richiamo disperato per avere la conferma che è lì, che è davvero lì di fronte a te. 
Smetti di urlare perché senti la gola bruciare, ma le lacrime continuano a scendere dai tuoi occhi, mentre qualcosa cattura il tuo sguardo. 
Vedi scendere una lacrima lungo la sua guancia, lungo il suo collo, e la vedi fermarsi contro una catenina d'argento. 
Noti una targhetta appesa ad essa nell’estate momento in cui lui ti chiede “Come mi hai chiamato?”, domanda che ti fa alzare di scatto gli occhi nei suoi. 
“Tu…tu non…” 
Sei sconvolto. Non riesci a parlare e i tuoi occhi si abbassano di nuovo sulla targhetta. L’hai sempre vista, ma era sempre al contrario, non hai mai letto cosa vi era inciso. 
Laura
Derek
Andrew
Cora 
“Tu conosci Derek? Tu conosci mio fratello?!” 
Afferri quel ciondolo perso tra i tuoi pensieri. 
Derek. Fratello. Gemello. 
Hai sempre visto quella stessa targhetta al suo collo, ma l ha sempre portata girata. Derek non ti ha mai parlato di un gemello, non hai mai sentito parlare di lui da nessuno. 
“Lo conosco, sì, ma lui non è qui da anni” rispondi, e vedi lo sguardo di quel ragazzo farsi ancora più triste. Vedi i suoi occhi, i suoi occhi non verdi, ma che tendono più al blu, che si fanno ancora più lucidi e reagisco di istinto. 
Prendi il telefono dalla tasca con mani tremanti e invii un messaggio. Sai che non puoi dirgli la verità, quindi scrivi l’unica cosa che sai farebbe tornare Derek indietro. 
(Ore 17:05) Ho bisogno di te, ti prego, torna. Ti amo, Derek. SS 

La parola di oggi è “D'ARGENTO” . 

365 sterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora