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Stiles sta facendo una passeggiata quando lo vede da lontano. Derek Hale, il suo migliore amico dagli otto ai sedici anni, il suo ragazzo dai sedici ai diciotto anni, la sua anima gemella che non vede dal giorno della loro rottura, due anni prima. 

Sa che Derek abita in quel quartiere, ma non è lì di proposito. Stava correndo per la solita pista ciclabile, solo che una deviazione a causa di lavoro sulla strada l'ha condotto lì, e aveva smesso di correre per guardarsi intorno. Sì, un po' ci aveva sperato di incontrarlo, ma non lo credeva realmente possibile. 

Derek è a pochi metri da lui quando lo vede e sorride cordiale. 

"Ciao, Stiles."

"Ehi, Der, come stai?" chiede. 

"Sto bene. Stavo tornando a casa. Tu come stai? Cosa ci fai qui?" 

Stiles si passa una mano dietro la nuca, quasi imbarazzato. 

"Sto bene. Stavo correndo e una deviazione mi ha portato qui."

Stiles sa che, dopo quei convenevoli, dovrebbe salutare e procedere per la sua strada. Ma quello è Derek, il suo Derek. 

"Il college?" chiede, pur di non terminare la conversazione, ma pentendosene. Il college di Derek è proprio il motivo per cui si erano lasciati. Stiles era ancora al liceo, Derek era partito per stare nel dormitorio e Stiles era semplicemente geloso. Era diventato ossessivo, lo sa, ma aveva sempre vissuto quasi in simbiosi con lui e averlo a chilometri di distanza senza sapere cosa stesse facendo, gli faceva andare in tilt il cervello. Avevano cominciato a litigare ogni giorno, ad urlarsi addosso. Stiles era sempre stressato, sempre allerta e in tensione. Derek aveva paura anche di dirgli che avrebbe dovuto studiare con i suoi colleghi. E sopo tre mesi avevano deciso di chiuderla lì e non si erano sentiti più. 

Stiles ne era uscito distrutto quando Derek gli aveva detto che lo faceva solo per il suo bene e il primo anno era stato molto difficile. 

Ancora oggi, però, non passa giorno in cui Stiles non pensi al ragazzo. 

"Il college va bene. Ho lasciato il dormitorio poco dopo...beh, un anno e mezzo fa. Non riuscivo a studiare, c'era troppa gente e a me la confusione non piace."

"Sì, lo so" risponde di istinto Stiles. 

"Ho incontrato Lydia qualche mese fa, mi ha detto che studi criminologia."

Stiles si appunta mentalmente di chiedere alla sua amica perché non gliel'ha detto. 

"Mh, sì, ma sto ancora a casa con papà, tanto è vicino."

Derek sorride e guarda l'orologio. 

"Oh, scusami, non volevo trattenerti, vai se hai da fare" gli dice Stiles. 

"No, ma è che tra poco chiude il negozio e ho il frigo vuoto. Va a finire che stasera non ho nulla da mangiare."

E Stiles non si trattiene. 

"Allora vieni a cena con me."

Derek lo fissa per qualche secondo, sorpreso. 

"Sì, ecco, non hai da mangiare, io ieri ho passato un esame e devo pur festeggiare, no? Poi non ci vediamo da tanto e...e tu devi mangiare. A cena si mang-"

Derek scoppia a ridere. A Stiles è mancata terribilmente quella risata. 

"Ragazzino..."

"Cosa?" chiede Stiles con il cuore a mille per quell'appellativo. Derek l'ha sempre chiamato così, anche se a dividerli erano pochi anni di differenza. 

"Non ne siamo mai usciti, vero?" 

Derek è serio, ma sorride. 

"No, io decisamente no, Der" ammette. "E tu?" 

La risposta di Derek è un abbraccio, forte, come quelli che amava Stiles. 

"Sei pur sempre la mia anima gemella, Stiles, come posso mai uscirne?"

Stiles lo stringe a sua volta, sentendo di nuovo il suo profumo, le sue braccia, il suo corpo tra le braccia. 

"Allora? Ci vieni stasera a cena con me?" 

"Vengo dove ti pare, basta che sia con te."



La parola era "PASSEGGIATA". 

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