"No, Sceriffo, non può stare qui anche stanotte. Da quando Stiles è ricoverato, non ha lasciato l'ospedale..."
"Scott, se vado via da qui, mi aspetta solo una casa vuota e una TV che non ascolterò. Preferisco stare qui con lui."
"Lo so, ma...è stremato, sento anche l'odore della sua stanchezza, non le fa bene."
"Scott, davvero, non preoccuparti. E poi tua mamma ha fatto mettere un altro letto di fianco al suo, ti giuro che riposo. Sono più tranquillo se sono qui. Dai, entriamo, siamo stati fuori abbastanza."
"Sì, aspetti che apro la porta, ha le mani occupat-"
"Scott? Cosa succede? Fammi entrar- Hale?"
"Derek? Cosa ci fai qui?"
"Io...scusate, vado via, non vi ho sentiti arrivare..."
"No, seguimi, lasciamo Stiles con suo padre."
"Derek, quando sei tornato?"
"Oggi, Scott."
"E perché?"
"Peter mi ha detto cos'era successo e che...che Stiles è in coma."
"E sei venuto direttamente qui senza nemmeno chiamarmi?"
"Non ci ho pensato. In realtà non ho pensato proprio a niente, sono solo entrato dalla finestra e...nemmeno vi ho sentiti arriva-"
"Derek, hai pianto."
"..."
"Ti ama anche lui."
"Cosa? Io non-"
"Quando è stato ferito, prima di perdere conoscenza, mi ha fatto giurare che non te l'avrei detto, che non ti avrei chiamato. Sapeva di essere stato colpito alla testa e che poteva andare a finire così. Sapeva che ti avrebbe ridotto, beh...molto male, a quanto vedo..."
"Cosa dicono i medici?"
"Che si riprenderà. Ne sono sicuri. Ora è come se il suo corpo si fosse messo in standby per riprendersi..."
"Mi dispiace di essere piombato qui. Mi ha avvisato Peter."
"Beh, spero che tu glielo dica appena si sveglia. PErché non andrai via, vero?"
"No, non voglio andare da nessuna parte."
"Beh, dovrai dividere il letto con lo sceriffo, allora. Anche lui non va da nessuna parte."
La parola era "LETTO".