#67

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Caro Derek, 
Si, caro, perché non sapevo come diavolo cominciare questa lettera. 
La prima prova era “Ti amo, Derek”, ma non mi sembrava corretta come forma. Quindi” caro Derek. 
Non so nemmeno perché ti sto scrivendo, tanto non la riceverai mai, ma mi sono svegliato all'improvviso, con l'acqua che colpisce i vetri della finestra come fossero secchiate e mi è venuta voglia di scriverti. 
Mi manchi così tanto, così tanto che a volte sento il respiro bloccarsi in gola per qualche attimo, quando mi torna prepotente qualche ricordo di te. 
Mi sono svegliato all'improvviso perché ti ho sognato, non mi capita quasi mai. Ero in vacanza con Brian, il mio fidanzato, ma eravamo al lago, quello che ti piace tanto e di cui mi hai parlato tante volte. Eravamo lì e io ti ho semplicemente inviato una foto. 
Il lago al tramonto, i bambini che giocavano. Era tutto stupendo, mancavi solo tu. Una volta avevi detto che ci saremmo andati insieme, ricordi? Credo non succederà mai. 
E io ero lì con lui, che mi abbracciata da dietro, ma pensavo a te ed ero così triste. Così triste come ora. 
E sai cosa? Mi hai risposto al messaggio e mi hai scritto “Aspetta, sono vicino, arrivo anch’io”. Ed io ero ancora più triste, perché io ero con lui e saresti arrivato da me. 
Mi sono svegliato appena ti ho visto arrivare sorridente. 
Mi manchi, mi manchi un sacco e vorrei vederti anche solo per un po'. Vorrei abbracciarti, soprattutto. 
Tuo, Stiles. 

“Derek? Ehi, cosa stai leggendo?” 
“So dov'è andato Stiles. Chiama suo padre e digli che vado a prenderlo.” 
“Dov'è?” 
“Ad aspettare me. Prenotami un aereo.” 

La parola di oggi è “ACQUA” . 

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