Le chiavi di casa ti cadono dalle mani appena lo vedi. Sulla porta, inciso sicuramente da artigli affilati, c'è il simbolo del branco Hale. La triskele che Derek si è tatuato a sedici anni.
Non vedi quel simbolo da quindici anni, da quando ne avevi diciotto. Ora ne hai trentatré e non sai cosa possa significare.
Ti abbassi, afferri le chiavi dallo zerbino, le mani che tremano, e cerchi di aprire la porta. Guardi di nuovo quel simbolo, prima di entrare in casa, chiederla e appoggiarti contro di essa. Prendi qualche respiro profondo, poi afferri il telefono dalla tasca e fai partire una chiamata.
"Ehi, fratello!" ti saluta felice Scott. Non lo senti da una settimana, forse, ma è normale, ormai siete entrambi molto impegnati e lui aspetta un figlio.
"Scott" dici solo e lui si zittisce. Potete anche sentirvi meno spesso, ma ti conosce come le sue tasche.
"Cosa succede?" chiede infatti.
"Da quand'è che non senti Derek?" chiedi, la voce che trema. Sai che Scott lo sentiva all'inizio, quando Derek ti aveva lasciato ed era andato chissà dove. Non hai mai voluto sue notizie e non sai se abbiano continuato a sentirsi.
"Derek? Beh...Non lo so di preciso. Solo qualche anno, credo."
Prendi un lungo respiro per calmarti. Per qualche motivo eri convinto che non si sentissero da quindici anni, che si fossero sentito solo i primi mesi.
"Perché?" incalza Scott.
"Aspetta, ti mando una foto" gli dici e riapri la porta, per scattarne una col cellullare ed inviargliela.
"Oh..." risponde Scott. "Non- io non so perché. Non sapevo nemmeno fosse a Beacon Hills, Deaton non mi ha detto niente."
Ora senti Scott molto agitato. "Scott, sai qualcosa che non so" e non è una domanda.
"Stiles, se è tornato, e si è fatto, beh, in un certo senso sentire, credo che si farà anche vedere..."
"Scott..." dici solo.
"Stiles, davvero, non potevo quindici anni fa e non posso ora. Ho...ho fatto una sorta di promessa magica e lupesca."
Fai qualche passo e ti lasci andare sul divano.
"Va bene, non voglio ti succeda qualcosa di brutto. Ma solo...devo preoccuparmi?" chiedi.
"Se è quello che credo, ti arrabbierai molto, questo posso dirtelo."
"Va bene, va bene. Ci sentiamo, fratello" e chiudi la chiamata.
Chiudi anche gli occhi, appoggindo la testa all'indietro, contro lo schienale. Non sai se ti sei addormentato, ma salti su spaventato quando senti il campanello. Vai ad aprire ancora assonnato, senza ripensare alla conversazione con Scott e ti ritrovi davanti un ragazzo, un adolescente.
"Ciao, posso aiutart?" chiedi, sbadigliando.
Il ragazzino sembra...impaurito? Non parla, ti guarda solo con occhi sbarrati.
"Ehi, stai bene?" gli chiedi, appoggiando una mano su un suo braccio. Lui sembra riscuotersi.
"Ciao, mi chiamo Robert Hale" e allunga una mano. Ricambi la stretta, spaesato. Hale? Robert? Conosci solo un Robert Hale ed era il papà di Derek.
"Ciao, Robert" saluti. "Cosa posso fare per te? PErché sei qui?"
Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle proprie mani che sta girando tra loro, agitato. Ti fa tenerezza.
"Vuoi entrare? Vuoi qualcosa da bere?" lo esorti. Lui alza lo sguardo, punta i suoi occhi verdi nei tuoi. Lo stesso ed identico verde Hale, il verde di Derek.