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Torniamo in classe per l'ultima lezione, quella del pomeriggio.
In classe troviamo dei segnaposti e successivamente in classe entrano la Petolicchio e un'altra professoressa.
Alla fine ci spiega che è la professoressa di educazione Sessuale.
<So tutto!>
Disse Andrea Prezioso seduto dietro me e Davide. Mi girai e scoppiai a ridere guardandolo.
La professoressa ci passa dei fogli in cui possiamo scrivere esperienze, domande o dubbi.
<No regà che vergogna>
Commento mettendomi il foglio sul viso.
<Non so che scrivè.>
Dissi al mio ragazzo.
<Non lo so, una tua esperienza>
Mi risponde lui per poi essere chiamato da Luca che gli dice di scrivere domande imbarazzanti ma divertenti.
Torno sul mio foglio e penso a cosa scrivere.
Appena mi viene l'ispirazione, inizio a scrivere mentre alcuni compagni già consegnano.
Finisco anch'io e piego il foglio, lo do alla professoressa e torno al mio posto.
Quando tutti i bigliettini sono dentro la grande ampolla di vetro, si può iniziare.
I bigliettini sono in forma anonima, tranne il primo che si scopre essere di Leonardo che svela subito la sua identità.
<Mi sono innamorata solo due volte nella mia vita, è la seconda mi è andata molto meglio della prima. Spero che vada meglio perché questa persona mi trasmette sicurezza e penso che lui sia quello giusto>
Legge il bigliettino la professoressa. Quello era mio, ma cerco di non dare sospetti e restare anonima.
<Questa o è Usha o e Ginevra.!>
Commenta Andrea Prezioso indicando prima lei e poi me, ma nessuna delle due ha intenzione di risponde.
<Per limonare la lingua come si deve mettere?>
Legge la professoressa facendo scoppiare a ridere tutti quanti. Questo o era Luca o Davide.
<Siamo nei pazzi proprio>
Commento ridendo.
<Le dimensioni contano?>
<No>
Risponde Di Piero.
<Ma che ne sai te>
Disse Giordano guardandolo e facendoci ridere.
La lezione poi prende una svolta più seria, toccando a parlare pure delle varie malattie che si possono trasmettere.
A fine lezione, finalmente diamo fine a questa giornata, si va a cenare.
I due rappresentanti vengono separati da noi proprio quando arriviamo in mensa.
<Ora loro si prendono il menù più buono di questo mondo e noi gli scarti. Ma vi sembra normale?>
Dissi sedendomi al mio posto e guardando i miei compagni.
Mentre ceniamo, si esce anche il discorso della coppia che sta fuori. Anzi no esce, si parla solo ed esclusivamente di loro in realtà.
<Nuova coppia, nuova love story!>
Disse la Scarano facendoci ridere.
<Andiamo a vedè?>
Proposi a Davide guardandolo e hai miei compagni.
<Andiamo>
Acconsentirono loro e in fretta ci dirigemmo in giardino ed esultiamo alla vista di Giordano e Giulia seduti uno di fronte all'altro.
Lui è imbarazzantissimo, lei non smette di ridere.
<È la tua opportunità!>
Urla la Scarano a Giordano.
<Vi detesto!>
Urlò invece Davide facendomi scoppiare a ridere mentre gli altri cominciano a correre dentro.
<Andiamo! Andiamo!>
Dissi a Davide prendendolo per un braccio
<No, ci becca la sorvegliante porca troia>
Disse lui cominciando a correre e trascinandomi con lui, seguiti dalla Scarano.
Torniamo quindi in refettorio e la sorvegliante ci aspetta a braccia conserte.
<Menomale che non dovevo corrè. Mannaggia a voi mannaggia>
Dissi andandomi a sedere.
<Ti fa male la caviglia adesso?>
Mi domandò Davide sedendosi di fronte a me.
<Non assai, casomai dopo cerco il ghiaccio se si gonfia di più>
Lui in risposta mi sorrise e ricambiai, mentre mi arrivava il secondo piatto.
<Comunque è la cena meno meritata di sto mondo.>
Disse Davide a tutti quanti.
<Eran li zitti che si guardavano negli occhi. Ci fossi stato io ero li già, parlavo, dicevo>
<Eh infatti, tu così veloce, spigliato>
Dissi guardandolo e lanciandogli del prezzemolo.
<Ti saresti divertita un botto>
Disse il ragazzo cercando di proteggersi per poi ricominciare a mangiare. A fine cena, torniamo in sala svago, dopo essere stati anche raggiunti dalla Matera e Giordano.
In sala relax ci guardiamo il Festival di Sanremo.
Durante tutto il festival, lo commentiamo e riusciamo a stare attenti. Almeno, alcuni.
Io e Dado alla fine, rimaniamo soli in sala Svago, sdraiati per terra e appoggiati con la testa, uno di fianco all'altro, su un pouf.
<Tu sei un tenerone>
Dissi toccandogli le guance.
<Non sono un tenerone come pensi.>
<Sisi, con me questo tratto esce sempre.
Dissi ridendo per poi uscire un'altro discorso ancora.
<Comunque, ti ricordi quando siete arrivati voi maschi?>
<Stiamo parlando di otto mesi fa>
Disse lui ridendo e ricordandosi il momento.
<Comunque si e?>
<quando abbiamo detto 'che bello' e tu ci hai salutato con la mano, Linda non si riferiva a te>
<Si riferiva a te di sicuro>
Disse lui cercando di toccarmi la faccia ma io glielo impedivo ridendo.
<Non ridere più, basta!>
Disse facendomi il solletico e facendomi ridere ancora di più.
Finì di ridere e restammo in silenzio per un po' guardando il soffitto.
<Eri te>
<Cosa?>
<Quella del bigliettino serio. Mi sono innamorata due volte. Eri te>
Disse facendo riferimento alla lezione del pomeriggio.
<Perché lo pensi?>
<Perché lo so>
<Perché pensi di saperlo?>
<Ti ho vista in difficoltà. Poi hai cominciato a scrivere e so che quando scrivi, esprimi il meglio di te. Quindi quella non potevi che essere te>
<Come mi conosci bene>
Dissi accoccolandomi al suo petto mentre lui ridacchiava e mi accarezzava i capelli.

<Andiamo>
Dissi alzandomi e si alzò anche lui.
Prima di uscire però, lo avvolsi tra le mie braccia e lui mi buttò di peso sul divano mentre io sorridevo.
Cominciò a farmi il solletico di nuovo ed io cercai di dimenarmi dalla sua presa, ma niente da fare.
<Che bellina che sei, bellaa piccolina>
Disse lui tenendomi ferma e fermandosi per poi darmi un bacio sulla fronte.
<Ti amo>
Dissi dopo aver smesso di ridere.
<Anch'io>

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