38.

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I giorni passarono velocemente e dopo aver salutato la mia migliore amica andai in macchina per tornare a casa.
Le strade erano un pochino nevicate e alzai il volume della radio, dopo quell'episodio mi ero ripresa notevolmente e avevo smesso di pensarci perché non ne valeva la pena.
Non dovevo dare il potere ad un uomo di scombussolare la mia vita, svoltai a destra e sussultai vedendo il mio scorpione appoggiata nello sportello della sua macchina con una sigaretta tra le labbra, mi era mancata da morire e come al solito era stupenda.
Mi sistemai la frangia guardandomi nello specchietto e scesi raggiungendola, il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo e percepii quell'inconfondibile desiderio di essere desiderata da lei, sempre.
"Ciao bionda, da quanto tempo." disse con il suo solito sorrisetto sulle labbra e la guardai incantata come un'idiota.
"Già, ti sono mancata?" dissi incamminandomi per entrare dentro e la sentii dietro di me mentre si toglieva il giubbotto e i suoi anfibi.
"Non più di tanto, anzi." disse ironica e mi voltai facendole il dito medio.
"E tu invece, che hai fatto?" aggiunse dopo alcuni secondi e sussultai in ansia, la borsa mi cadde a terra e la raccolsi con le mani che mi tremavano.
Zulema inarcò un sopracciglio confusa e sentivo il suo sguardo penetrante addosso, in questo preciso istante odiavo il fatto che stesse attenta ad ogni dettaglio, come sempre.
"Niente di che, sono stata con Lidia." dissi facendo spallucce sorridendole nervosa ma dal suo sguardo capii che sapeva che c'era qualcosa di strano.
"Questo lo so, bionda." disse avvicinandosi e mi voltai subito nella sua direzione nel mentre che il suo viso era ad un centimetro dal mio.
Non disse una parola e scrutava con attenzione i miei occhi, il mio naso, le mie labbra, tutto di me.
Incredibile come un semplice gesto come questo mi facesse battere forte il cuore, mi sentivo finalmente a casa e voluta.
La donna davanti a me spostò i miei capelli tutti da un lato e si avvicinò baciandomi dolcemente il collo facendomi gemere, chiusi gli occhi e mi rilassai.
"Mi sei mancata." mormorò infilando le mani sotto alla mia felpa per accarezzarmi i fianchi e una lacrima mi rigò il viso ma non lo diedi a vedere perché cercai le sue labbra e la baciai con forza intrecciando la lingua con la sua.
Tutte le preoccupazioni svanirono.
Era l'unica persona che volevo e sapevo che l'avrei persa per sempre, non dovevo rimpiangere questi momenti a causa di un mio errore non voluto.
Volevo lei e basta.
Le mie mani finirono sui suoi capelli lisci e glieli strinsi con forza nel mentre che mi avvicinava ulteriormente al suo corpo, se avessi potuto fermare il tempo avrei scelto sicuramente questo momento perché ci stavamo baciando con amore esprimendo tutti i nostri sentimenti.
Cercavo in tutti i modi di farle capire che se avesse voluto superare un'ostacolo aveva tutte le capacità per farlo, perché l'avrei aiutata io, non era sola.
Mai davanti a lei, piuttosto al suo fianco o alle sue spalle in modo tale che se fosse crollata l'avrei sostenuta con la mia forza.
Zulema mi morsicò il labbro e la baciai ancora con più passione spingendola nel letto, le tolsi la felpa e la guardai seria.
"Che c'è?" mi chiese divertita appoggiandosi sui gomiti e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola afferrando la macchina fotografica.
"Posso?" le domandai dolcemente e non appena capí le mie intenzioni annuí accarezzandomi piano l'avambraccio.
Mi misi a cavalcioni sopra di lei e non appena i suoi occhi guardarono l'obiettivo le scattai una foto dal basso mentre mi sorrideva, era bellissima e gliene feci altre in modo tale da avere dei ricordi.
Le fotografai le labbra, il collo, le clavicole, il tatuaggio sotto all'occhio, volevo avere ogni minimo dettaglio di lei.
"Mi consumi, sono troppo bella." disse vantandosi e risi scuotendo la testa con le lacrime agli occhi, era assurdo il fatto che si stesse lasciando andare senza neanche combattere, non era da lei farlo.
"Baciami." sussurrò guardandomi dritta negli occhi e l'accontentai infilandomi tra le sue gambe regalandole poi dei baci pieni di amore e di significato, come meritava.
"Non hai bisogno di salvarmi." mormorò dopo alcuni minuti non appena vide alcune lacrime rigarmi il viso.
"Lo so, perché lo hai sempre fatto tu ma tutti meritano di essere salvati." dissi afferrandole saldamente il viso tra le mani e il suo sguardo si incupì subito.
"La cosa che più mi spaventa è dimenticarti." disse dopo alcuni minuti accarezzandomi piano lo zigomo.
"Allora non farlo." mormorai sentendo un magone allo stomaco enorme.
"La seconda cosa che più mi spaventa è non essere in grado di lasciarti andare." aggiunse facendo spallucce e una lacrima mi rigò il viso fino a cadere addosso a lei, all'altezza del suo cuore.
Era come se i nostri mondi stessero girando e noi andavamo avanti affrontando le nostre paure da sole, come se fosse una bramosia ed era così reale.
"Non te lo perdonerò mai comunque." sussurrai sdraiandomi al suo fianco e guardando il soffitto sopra di me.
"Che cosa, bionda?" domandò Zulema e percepii il suo sguardo tagliente su di me.
"Il fatto che ti stai lasciando andare così senza lottare, la Zulema che conosco io ha sempre fatto di tutto anche per la minima cosa, spaccando i muri e se era necessario rischiava anche la pelle, per la libertà. Ma no, tu decidi di sprecare la tua vita così quando hai una persona al tuo fianco che ti ha dimostrato più volte di tenere a te, sei sempre così egoista con te stessa quando non c'è niente di male nel chiedere aiuto." dissi senza neanche guardarla ma tremai non appena voltai la testa nella sua direzione incontrando il suo sguardo glaciale privo di qualsiasi emozione.
"Bionda, quando non ti funziona una cosa cosa fai? Oltre a provare ad aggiustarla, ovviamente." disse appoggiandosi su un gomito e inarcai un sopracciglio confusa.
"Beh se ho provato a ripararla più volte e non funziona la butto, no?" dissi come se la risposta fosse ovvia e Zulema annuí soddisfatta da ciò che avevo detto.
"Io non posso più essere riparata quindi sono da buttare via." disse guardando nuovamente il soffitto e mi arrabbiai parecchio per la sua frase.
Non poteva ragionare così.
Mi misi a cavalcioni sopra al suo corpo e le afferrai saldamente il viso tra le mani facendola sussultare dalla sorpresa.
"Ascoltami bene poi potrai fare il cazzo che vuoi ma ascoltami." ringhiai furiosa aumentando la presa sulle sue guance, per non farla staccare da me.
Avevo sempre creduto di aver fatto tanto con lei, di averle provate tutte ma non stavo riscontrando niente, avevo fallito miseramente dal primo momento in cui avevo provato a salvarle la vita.
"C'è chi si è comportato come te e chi ha lottato, chi è riuscito a vincere e chi no, ma ha lottato fino alla fine! Non c'è speranza dici? Beh Zulema, questa è la realtà, è la vita. Se le cose peggiorano si lotta per migliorarle non per lasciarle peggiorare ancora e tu stai peggiorando tutto quanto." aggiunsi guardandola dritta negli occhi e il suo sguardo si indurì notevolmente facendomi tremare, ma sapevo che mi aveva ascoltato eccome.
"Bionda, lasciami stare." disse gelida togliendomi dal suo corpo e serrai la mascella scrutandola attentamente ma l'afferrai per un polso bloccandola.
"Sai come vorrei essere definita?" mi domandò ad un tratto staccandosi dalla mia presa e la guardai interrogativa incitandola a continuare con un cenno.
"Voglio essere definita dalle cose che amo, non dalle cose che odio, non dalle cose di cui ho paura o dalle cose che mi perseguitano nel cuore della notte. Tutti pensano di conoscerci ma non sanno nulla di tutto il silenzio e la pazienza, l'attesa nel sperare che qualcosa possa cambiare nella nostra vita. Non sai cosa significa avere tutto questo male dentro perché non hai vissuto una vita come la mia, non sai quali battaglie sto affrontando. Quindi, lasciami andare e vivi." disse facendomi un debole sorriso ma scossi la testa alzandomi e abbracciandola forte.
"Potrai aver perso alcune battaglie ma non la guerra, perché non sei sola." sussurrai contro la sua pelle nel mentre che veniva ricoperta dai brividi, il mio scorpione non mi rispose e cercò le mie labbra baciandomi con decisione spingendomi contro al tavolo appoggiandomi sopra di esso, sollevandomi con forza.
"Non puoi risolvere le cose così." ansimai mordendomi il labbro nel mentre che mi lasciava dei piccoli baci sulla guancia e sospirai di sollievo perché il livido mi era passato del tutto.
"Non voglio risolverle infatti." la sentii dire mentre si abbassava ma serrò la mascella toccandosi la testa, mi spaventai e la risollevai afferrandole il viso tra le mani abbracciandola.
"Non ho chiesto la tua opinione!" urlò voltandosi guardando un punto dietro di lei e spalancai la bocca incredula.
Con chi diavolo stava parlando?
"Ah ? Non è un problema tuo se mi sono ridotta così, zitta cazzo!" urlò scaraventando la sedia e sussultai dalla paura perché probabilmente stava avendo un'allucinazione.
Scesi da sopra al tavolo e l'abbracciai da dietro dimenandosi dalla mia presa.
"Zulema, sono io guardami." dissi afferrandole il viso tra le mani autoritaria.
"Ti ho detto di guardarmi, siamo solo io e te, nessun altro." aggiunsi dopo alcuni secondi e non appena mi guardò dritta negli occhi si calmò del tutto.
"Vaffanculo bionda." mormorò serrando la mascella e appoggiai la fronte sulla sua accarezzandole il braccio lentamente.
Volevo sapere tutto, chissà da quanto tempo andava avanti questa cosa, non doveva essere facile per lei e volevo starle accanto ogni volta che vedeva cose che non esistevano.
"Chi era? Parlami." sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra ma scosse la testa allontanandomi afferrando una sigaretta, ultimamente fumava molto di più e non sapeva che facendo così peggiorava la situazione.

"Una persona che non voglio più vedere perché mi ricorda ogni secondo di quanto non ci sia più nessuna speranza per me."

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