60.

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L'indomani mattina mi svegliai e le braccia di Zulema mi abbracciavano da dietro stringendomi con tutta la forza che aveva in corpo.
Le accarezzai la mano e percepii il suo fiato caldo nel mio collo e il suo profumo inconfondibile mescolarsi con il mio.
Quando avevo visto il suo corpo inerme nel deserto il terrore di non poterla stringere più mi aveva logorato il cuore letteralmente, ma ora le cose erano cambiate letteralmente.
E non volevo perdermi nessuna occasione con lei, avevo il diritto di tenerla stretta a me dopo tutto quello che avevamo passato.
Mi voltai nella sua direzione e guardai il suo volto rilassato e angelico, i suoi capelli neri erano sparsi anche sul mio cuscino e li toccai notando quanto fossero morbidi.
"Bionda." disse Zulema mugugnando nel sonno infilandosi nell'incavo del mio collo, era incredibile come anche per un movimento qualsiasi si accorgeva di tutto.
"Buongiorno, amore." sussurrai spostandole tutti i capelli di lato accarezzandole il collo e notai tutti i brividi formarsi nella sua pelle.
"Giorno, bionda." mugugnò infilando la mano sotto alla mia felpa e sussultai per la sua presa forte e possessiva, il suo calore mi fece rilassare e percepii le sue labbra baciarmi il collo.
"Oggi tu rimani qui." disse Zulema borbottando contro la mia pelle e inarcai un sopracciglio.
"Io ho fame." mi lamentai stringendole i capelli e cercando le sue labbra per baciarla, un gemito uscì dalla sua bocca facendomi uscire fuori di testa.
"Ti preparo la colazione." disse il mio scorpione notando che ero in pensiero e annuii seguendola, accesi il notiziario nel mentre che mi sedevo nel divano e sgranai gli occhi dalla sorpresa, stavano parlando di noi.
Mi voltai subito verso Zulema ed era sconvolta con la forchetta a mezz'aria e i suoi occhi si scontrarono con i miei.
In tv stavano trasmettendo il servizio di quando avevamo fatto irruzione al matrimonio e tremai notando quante persone erano state uccise a causa nostra.
"Non siamo ricercate." disse la donna davanti a me continuando a cucinare e mi alzai andando vicino a lei con le mani posizionate nei fianchi.
"Zulema, e se Ramala ci stesse cercando? Non possiamo rischiare di nuovo, non voglio perderti." mormorai serrando la mascella e sentendo già l'ansia invadere il mio corpo.
La donna davanti a me rimase impassibile e continuò a cucinare come se niente fosse, evitando tutta la mia preoccupazione e ansia.
"Come fai a rimanere impassibile? Zulema te ne rendi conto che stavi per morire in quel fottuto deserto? Ti hanno piantato una pallottola vicino al cuore cazzo." sussurrai con le lacrime che mi rigavano il viso e mi appoggiai nel ripiano dietro di lei cercando di placare il mio battito cardiaco accelerato.
Mi dava fastidio il suo menefreghismo, non capiva assolutamente che io senza di lei non potevo vivere, per niente.
Anche perché ora avevo delle consapevolezze in più dato che ero incinta e avevo già sofferto abbastanza, un'altro singhiozzo fuggii dalle mie labbra e Zulema si voltò finalmente verso di me guardandomi con attenzione.
"Ti ho detto di smetterla di piangere, basta così non voglio più vederti stare male e non vi fa bene." disse seria facendo un cenno verso la mia pancia ma notavo tutta la sua tensione nel dirlo, sorrisi debolmente notando la sua preoccupazione e non capivo perché voleva nascondermi il fatto che le importava, perché era esattamente così.
"Io senza di te non vivo, ho bisogno di averti nella mia vita e-" mormorai mettendomi le mani sul viso e piansi nuovamente.
Non erano gli ormoni, era la paura di perderla per davvero e di non poterla rivedere mai più come era già successo.
"Bionda." disse Zulema spegnendo i fornelli e con cautela mi afferrò i polsi e mi abbracciò con forza accarezzandomi dolcemente.
"Io sono qui, ho la situazione sotto controllo e non accadrà niente, ti fidi di me?" mi domandò seria e annuii.
"Tanto, da morire." sussurrai accarezzandole il viso lentamente e una scarica di brividi mi colpii in pieno non appena osservai con più attenzione le sue iridi profonde e tanto potenti.
"Non devi preoccuparti di questo ora." disse decisa e non appena feci per ribattere appoggiò le labbra sulle mie togliendomi tutto il fiato che avevo in corpo, facendomi sentire al sicuro.
Era un bacio di rassicurazioni, forza e compassione nei miei confronti, non voleva farmi sentire sola e mi stava dimostrando che ci teneva a me.
La sua lingua si intrecciò con la mia e mi tirò il labbro dolcemente con i denti facendomi gemere piano, stava cercando di distrarmi ma non riuscivo a togliermi dalla testa il rumore degli spari in quel deserto né tantomeno il suo urlo straziante.
"Bionda, sono qui per davvero." mi sussurrò contro la mia bocca stringendomi la gola dolcemente e la strinsi ancora di più con alcune lacrime che mi rigavano il viso, non capiva che io senza di lei non andavo da nessuna parte dato che era la mia parte mancante.

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